#PANEQUOTIDIANO, «Abbiamo fatto quanto dovevamo fare»
La Liturgia di Martedi 14 Novembre 2017 VANGELO (Lc 17,7-10) Commento:Rev. D. Jaume AYMAR i Ragolta (Badalona, Barcelona, Spagna)
In quel tempo, Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni
subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
Parola del Signore
«Abbiamo fatto quanto dovevamo fare»
Rev. D. Jaume AYMAR i Ragolta
(Badalona, Barcelona, Spagna)
Oggi, l’attenzione del Vangelo non si dirige all’atteggiamento del padrone, ma a quello dei servi. Gesù invita i suoi apostoli, mediante l’esempio di una parabola, a riflettere sull’atteggiamento di servizio: il servo deve compiere il suo dovere senza aspettarsi una ricompensa: «Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?» (Lc 17,9). Tuttavia, questa non è l’ultima lezione del Maestro con riguardo al servizio. Gesù dirà più avanti ai suoi discepoli : «Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi.» (Gv 15,15). Gli amici non presentano fatture. Se i servi devono compiere il loro dovere, ancora di più gli apostoli di Gesù. Noi, amici suoi, dobbiamo compiere la missione affidataci da Dio, coscienti che il nostro lavoro non ha diritto a nessuna ricompensa, perché lo facciamo con gioia e perché tutto quello che abbiamo e siamo è un dono di Dio.
Per il credente tutto è un simbolo, per chi ama tutto è un dono. Lavorare per il Regno di Dio è, già la nostra ricompensa; perciò non dobbiamo dire con tristezza né svogliatamente: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare» (Lc 17,10), ma con la gioia di chi è stato chiamato a diffondere il Vangelo.
In questi giorni abbiamo presente anche la festa di un grande santo, di un grande amico di Gesù, molto popolare in Catalogna, san Martino di Tours, che dedicò la sua vita al servizio del Vangelo di Cristo. Di lui scrisse Sulpicio Severo: «Uomo straordinario che non fu soggiogato dal lavoro né vinto dalla morte, non ebbe preferenze per nessuna delle due parti, non temette la morte , non rifiutò la vita! Con le mani e gli occhi alzati verso il cielo, il suo spirito invincibile non smetteva di pregare». Nella preghiera, nel dialogo con l’Amico, troviamo, effettivamente, il segreto e la forza del nostro servire servizio.
La voce di un grande Cardinale
Dopo tutta la nostra diligente ricerca, al termine della nostra vita, nell'ultimo giorno della Chiesa, la Sacra Scrittura sarà ancora una terra inesplorata e vergine; coste e valli, foreste e ruscelli, a destra e a sinistra, pur essendo a noi vicini, nascondono meraviglie e tesori inesplorati ...
John Henry Newman
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