#PANEQUOTIDIANO, «Non sarà lasciata pietra su pietra»
La Liturgia di Martedi 28 Novembre 2017 VANGELO (Lc 21,5-11) Commento: Rev. D. Antoni ORIOL i Tataret (Vic, Barcelona, Spagna)
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi,
Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Parola del Signore
«Non sarà lasciata pietra su pietra»
+ Rev. D. Antoni ORIOL i Tataret
(Vic, Barcelona, Spagna)
Oggi, ascoltiamo meravigliati il severo avvertimento del Signore: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta» (Lc 21,6). Queste parole di Gesù si situano alle antipodi di una così chiamata “cultura del progresso indefinito dell’umanità” o, se si preferisce, di alcun leader tecnoscentifico e politicomilitare della specie umana, in inarrestabile evoluzione.
Da dove? Fino a dove? Questo non lo sa nessuno e non lo può sapere, ad eccezzione, in ultimo termine, di una supposta materia eterna che nega Dio usurpando le sue qualità. Come cercano di beffare coloro che rifiutano di accettare la precarietà e i limiti che sono proprie della condizione umana!
Noi, discepoli del Figlio di Dio fatto uomo, di Gesù, ascoltiamo le sue parole e, assumendole le meditiamo. Ed ecco cosa ci dice: «Badate di non lasciarvi ingannare» (Lc 21,8). Ce lo dice Quello che è venuto a dar testimonianza della verità, affermando che quelli che sono della verità ascoltano la sua voce.
E anche qui ci afferma: «Ma non è subito la fine» (Lc 21,9). Questo vuol dire, da una parte, che disponiamo di un tempo per la salvezza e che conviene approfittarne; e, dall’ altra, che, in qualsiasi caso, verrà la fine. Sì, Gesù, «verrà a giudicare i vivi e i morti», così come lo professiamo nel Credo.
Lettori di Contemplare il Vangelo di oggi, cari fratelli e amici: alcuni versi più avanti del frammento che ora commento, Gesù ci stimola e consola con queste parole che, in suo nome, vi ripeto: «Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita» (Lc 21,19).
Noi, dando una cordiale risonanza, con l’energia di un’inno cristiano della Catalogna, ci esortiamo l’un l’altro: «Perseveriamo, che con la mano tocchiamo già la cima!».
La voce di un teologo
L'argomento del giudizio universale, l'argomento del contendere cosmico con Dio, non sarà il male ma il bene. Dio non ci chiederà conto di quanto male abbiamo commesso, ma di quanto bene abbiamo compiuto.
Ermes Ronchi
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi,
Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Parola del Signore
«Non sarà lasciata pietra su pietra»
+ Rev. D. Antoni ORIOL i Tataret
(Vic, Barcelona, Spagna)
Oggi, ascoltiamo meravigliati il severo avvertimento del Signore: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta» (Lc 21,6). Queste parole di Gesù si situano alle antipodi di una così chiamata “cultura del progresso indefinito dell’umanità” o, se si preferisce, di alcun leader tecnoscentifico e politicomilitare della specie umana, in inarrestabile evoluzione.
Da dove? Fino a dove? Questo non lo sa nessuno e non lo può sapere, ad eccezzione, in ultimo termine, di una supposta materia eterna che nega Dio usurpando le sue qualità. Come cercano di beffare coloro che rifiutano di accettare la precarietà e i limiti che sono proprie della condizione umana!
Noi, discepoli del Figlio di Dio fatto uomo, di Gesù, ascoltiamo le sue parole e, assumendole le meditiamo. Ed ecco cosa ci dice: «Badate di non lasciarvi ingannare» (Lc 21,8). Ce lo dice Quello che è venuto a dar testimonianza della verità, affermando che quelli che sono della verità ascoltano la sua voce.
E anche qui ci afferma: «Ma non è subito la fine» (Lc 21,9). Questo vuol dire, da una parte, che disponiamo di un tempo per la salvezza e che conviene approfittarne; e, dall’ altra, che, in qualsiasi caso, verrà la fine. Sì, Gesù, «verrà a giudicare i vivi e i morti», così come lo professiamo nel Credo.
Lettori di Contemplare il Vangelo di oggi, cari fratelli e amici: alcuni versi più avanti del frammento che ora commento, Gesù ci stimola e consola con queste parole che, in suo nome, vi ripeto: «Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita» (Lc 21,19).
Noi, dando una cordiale risonanza, con l’energia di un’inno cristiano della Catalogna, ci esortiamo l’un l’altro: «Perseveriamo, che con la mano tocchiamo già la cima!».
La voce di un teologo
L'argomento del giudizio universale, l'argomento del contendere cosmico con Dio, non sarà il male ma il bene. Dio non ci chiederà conto di quanto male abbiamo commesso, ma di quanto bene abbiamo compiuto.
Ermes Ronchi
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