Clarisse Sant'Agata, Lectio "Dio cerca casa"
4 Domenica Avvento B
Antifona d'Ingresso
Stillate dall'alto, o cieli, la vostra rugiada e dalle nubi scenda a noi il Giusto; si apra la terra e germogli il
Salvatore.
Colletta
Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre, tu, che nell'annunzio dell'angelo ci hai rivelato
l'incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione. Per il
nostro Signore Gesù Cristo...
Prima Lettura
2 Sam 7, 1-5.8b-12.14a.16
Dal secondo libro di Samuele.
Il re Davide, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all'intorno, disse
al profeta Natan: "Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l'arca di Dio sta sotto i teli di una tenda". Natan rispose
al re: "Va', fa' quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te". Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa
parola del Signore: "Va' e di' al mio servo Davide: "Così dice il Signore: Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi
abiti? Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. Sono stato con te
dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che
sono sulla terra. Fisserò un luogo per Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi abiti e non tremi più e i malfattori non
lo opprimano come in passato e come dal giorno in cui avevo stabilito dei giudici sul mio popolo Israele. Ti darò riposo da
tutti i tuoi nemici. Il Signore ti annuncia che farà a te una casa. Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con
i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Io sarò per lui
padre ed egli sarà per me figlio. La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a me, il tuo trono sarà reso
stabile per sempre"".
Salmo 88 (89)
Canterò per sempre l'amore del Signore.
Canterò in eterno l'amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: "È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà".
"Ho stretto un'alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono".
"Egli mi invocherà: "Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza".
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele".
Seconda Lettura
Rm 16, 25-27
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani.
Fratelli, a colui che ha il potere di confermarvi nel mio vangelo, che annuncia Gesù Cristo, secondo la rivelazione del
mistero, avvolto nel silenzio per secoli eterni, ma ora manifestato mediante le scritture dei Profeti, per ordine dell'eterno
Dio, annunciato a tutte le genti perché giungano all'obbedienza della fede, a Dio, che solo è sapiente, per mezzo di Gesù
Cristo, la gloria nei secoli. Amen.
Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola.
Alleluia.
Vangelo
Lc 1, 26-38
Dal vangelo secondo Luca.
In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine,
promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei,
disse: "Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te". A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso
avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco,
concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore
Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine".
Allora Maria disse all'angelo: "Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?". Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo
scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà
chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il
sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio". Allora Maria disse: "Ecco la serva del Signore:
avvenga per me secondo la tua parola". E l'angelo si allontanò da lei.
Sulle Offerte
Accogli, o Dio, i doni che presentiamo all'altare, e consacrali con la potenza del tuo Spirito, che
santificò il grembo della Vergine Maria. Per Cristo nostro Signore.
Comunione
Ecco, la Vergine concepirà e darà alla luce un Figlio: sarà chiamato Emmanuele, Dio con noi.
Dopo la Comunione
O Dio, che ci hai dato il pegno della vita eterna, ascolta la nostra preghiera: quanto più si avvicina il
gran giorno della nostra salvezza, tanto più cresca il nostro fervore, per celebrare degnamente il Natale
del tuo Figlio. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
Dio cerca casa
In questa ultima domenica di Avvento, il “mistero” (quello di cui parla S. Paolo nella seconda
lettura) si fa così prossimo a noi, da“manifestarsi” questa notte con il volto del Figlio.
Il tempo e lo spazio sono “maturi” perché Dio venga a porre “la sua tenda in mezzo a noi” (cfr. Gv
1,14), a fare della nostra vita una casa dove Lui possa trovare accoglienza e riposo: “questo sarà il luogo del
mio riposo per sempre: qui risiederò perché l’ho voluto” (Sal 132,14).
Era quello che desiderava il re Davide “in cuor suo” per il suo Dio, dopo che Dio stesso lo aveva
“stabilito nella sua casa, e gli aveva dato riposo da tutti i suoi nemici”. Il desiderio di Davide, che a prima vista
appare buono anche al suo profeta di corte Natan, è quello di “contraccambiare” il dono di Dio
facendo qualcosa per Lui di corrispondente a quello che Dio aveva fatto per Davide.
Ed eppure, nel breve spazio di una notte, il Signore stesso interviene con una Parola che cambia
le carte in tavola: non è Davide che può fare una casa a Dio, ma è Dio che farà una casa a Davide
“suscitando un suo discendente dopo di lui, uscito dalle sue viscere, e rendendo stabile il suo regno”. Evidentemente
non si tratta di una “casa” collocata nello spazio, in quanto sia Davide, sia il popolo abitano già una
“casa di cedro” e una “terra” nella quale Dio ha loro concesso “riposo da tutti i nemici”! Mentre Davide pensa
allo spazio, Dio pensa al tempo. Il tempo è superiore allo spazio (cfr. EG!).
Dio ristabilisce Davide nel lungo scorrere del tempo della salvezza facendo con lui una lettura
della sua storia passata e di quella futura. Una storia che avrà un futuro certo perché ha un passato. In
questa storia emerge l’assoluta gratuità di Dio verso Davide e il suo popolo, gratuità che rivela “un
amore edificato per sempre” (come ci fa cantare oggi il salmo responsoriale).
Dio, che è fedele per sempre a Se stesso e all’uomo, come ha fatto “grazia” a Davide in passato,
continuerà a fare “grazia”, ad agire con gratuità con noi, da Davide fino alla fine, quando si compirà
in modo pieno per tutti la promessa fatta a Davide: “Dio abiterà con loro, ed essi saranno suoi popoli ed egli
sarà il Dio con loro, il loro Dio” (Ap 21,3). Dio promette di “abitare” la nostra storia per sempre facendoci
“grazia” di Sé!
E di questo fa esperienza Maria nel Vangelo di oggi.
Oggi Maria è il compimento del nostro Avvento. In lei tempo e spazio giungono a pienezza
(“quando venne la pienezza del tempo”, cfr. Gal 4,4). E’ lei la donna “vigilante”, pronta ad accogliere il
Signore che viene all’improvviso (cfr. prima domenica di avvento). E’ lei la “via” preparata per
l’avvento del “vangelo” di Dio nel mondo (cfr. seconda domenica di avvento). E’ lei la creatura a cui
Dio annuncia la “gioia” di essere tutta “relativa” al suo Creatore (cfr. terza domenica di avvento).
Non ci stupisca quindi che oggi sia lei la “casa” che Dio viene ad abitare.
E in lei scopriamo la vocazione di ciascuno di noi che Dio chiama a divenire “dimora
permanente” del Verbo, portandolo nelle nostre membra, nella nostra vita, nelle nostre scelte, in ogni
fibra della nostra umanità. Come invita a fare S. Francesco ai suoi frati nella Regola: “E sempre costruiamo
in noi una casa, una dimora permanente a Lui, che è Signore Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. (Rnb FF
61).
Il vangelo di oggi ci mostra il modo scelto da Dio per costruire la sua storia con gli uomini, per
abitare in mezzo a loro. Dio irrompe nella storia sempre a partire dalla piccolezza di luoghi e
persone, di vite marginali, di quotidiano insignificante e irrilevante in mezzo ai più grandi eventi della
storia.
Nell’episodio del vangelo di oggi “non accade” nulla, ma si consuma semplicemente un
incontro fatto di parole. E’ un dialogo. Il dialogo fra il cielo e la terra, fra Dio e l’uomo. La
collocazione temporale e spaziale con cui si apre il brano non fa che mettere in rilievo il dialogo
successivo: Dio (attraverso la figura dell’angelo) parla per tre volte e l’uomo (attraverso la persona di
Maria) risponde tre volte.
Questo dialogo mostra quale sia il “frutto” dell’incontro fra Dio e l’uomo: Gesù.
Ci soffermiamo su quale volto di Dio riveli la prima parola dell’angelo e quale volto dell’uomo
riveli l’ultima risposta di Maria. Perché nel loro misterioso scambio di parole si compie il “mistero” (cfr.
seconda lettura).
La prima parola che l’angelo rivolge a Maria proclama che Dio è la fonte della gioia:
“Rallegrati!”. Dio sempre irrompe nella vita dell’uomo come promessa di gioia. E la gioia viene dal fatto
che Lui ha già colmato la vita di Maria con la Sua grazia, con il suo amore: “piena di grazia”. Questo
“piena di grazia” non è solo il nome nuovo di Maria agli occhi di Dio, ma contiene il dono di un amore
eccessivo che è stato riversato con abbondanza nella sua vita fin dal principio, prima che Maria potesse
dire o fare qualcosa che la rendesse “contenitore” adatto a questo dono. Nel nome di Maria Dio si
rivela come colui che fa grazia.
Se questo non bastasse, l’angelo aggiunge: “il Signore è con te!”, presentando il nome di Dio nel
suo rapporto con lei (e con l’uomo di sempre!). Nel nome di Dio “è racchiusa” la forma del Suo agire
permanente in favore dell’uomo: l’“essere con noi” è inscritto nell’identità di Dio al punto tale che
l’abbandonarci significherebbe per Dio “non essere più Dio”! E questo è impossibile!
Se in questa parola dell’angelo c’è la rivelazione di chi sia Dio in rapporto all’uomo, è necessaria
la risposta dell’uomo perché la rivelazione di Dio si compia. Perché Dio, per il quale “nulla è impossibile”
(cfr. Lc 1,37), non può nulla senza l’accoglienza dell’uomo!
L’ultima parola di Maria all’angelo è la risposta dell’uomo “compiuto” davanti a Dio.
Al Cielo che si presenta a Maria come Grazia (Dio chino sulla sua creatura), la terra risponde
con il suo frutto, come vita donata come servizio (“quando il Signore elargirà il suo bene, la nostra terra darà il
suo frutto”, cfr. Sal 85,13).
“Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. “Serva” è il nome nuovo di Maria. Il
servo è colui che sceglie di non appartenersi, di non porre se stesso al centro del proprio mondo, ma
vive in relazione a un Tu che lo chiama fuori di sé al dono di sé. “Servo” è il titolo regale di chi vive per
un altro. E quindi “servo” è il nome di chi ama veramente, in quanto solo l’amore ci fa vivere per un
altro mettendoci al servizio del suo amore. Attribuendosi questo nome, Maria riconosce che la sua vita
è servire Dio, accogliere la Sua parola e la Sua volontà.
Allora il secondo nome di Maria è “avvenga”, cioè “fiat”, il primo verbo della creazione (“Sia la
luce”, “avvenga la luce…” Gen 1,3), il verbo che esprime la forma attiva del suo desiderio. Non è
semplicemente il sì passivo di chi si sottomette alla volontà di un altro, ma è partecipazione attiva alla
sua opera: “avvenga secondo la tua parola… e avvenne”. In questa volontà di accogliere la realizzazione della
Parola di Dio c’è tutta la grandezza di Maria, dell’uomo davanti a Dio.
E il frutto dell’incontro fra il Cielo e la Terra, fra la Grazia di Dio e nostro sì è il Figlio fatto
carne, il Dio che continua a porre la sua tenda in mezzo a noi.
Misterioso scambio che ancora oggi si compie.
Fonte:http://www.clarissesantagata.it/
Antifona d'Ingresso
Stillate dall'alto, o cieli, la vostra rugiada e dalle nubi scenda a noi il Giusto; si apra la terra e germogli il
Salvatore.
Colletta
Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre, tu, che nell'annunzio dell'angelo ci hai rivelato
l'incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione. Per il
nostro Signore Gesù Cristo...
Prima Lettura
2 Sam 7, 1-5.8b-12.14a.16
Dal secondo libro di Samuele.
Il re Davide, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all'intorno, disse
al profeta Natan: "Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l'arca di Dio sta sotto i teli di una tenda". Natan rispose
al re: "Va', fa' quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te". Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa
parola del Signore: "Va' e di' al mio servo Davide: "Così dice il Signore: Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi
abiti? Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. Sono stato con te
dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che
sono sulla terra. Fisserò un luogo per Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi abiti e non tremi più e i malfattori non
lo opprimano come in passato e come dal giorno in cui avevo stabilito dei giudici sul mio popolo Israele. Ti darò riposo da
tutti i tuoi nemici. Il Signore ti annuncia che farà a te una casa. Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con
i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Io sarò per lui
padre ed egli sarà per me figlio. La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a me, il tuo trono sarà reso
stabile per sempre"".
Salmo 88 (89)
Canterò per sempre l'amore del Signore.
Canterò in eterno l'amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: "È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà".
"Ho stretto un'alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono".
"Egli mi invocherà: "Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza".
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele".
Seconda Lettura
Rm 16, 25-27
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani.
Fratelli, a colui che ha il potere di confermarvi nel mio vangelo, che annuncia Gesù Cristo, secondo la rivelazione del
mistero, avvolto nel silenzio per secoli eterni, ma ora manifestato mediante le scritture dei Profeti, per ordine dell'eterno
Dio, annunciato a tutte le genti perché giungano all'obbedienza della fede, a Dio, che solo è sapiente, per mezzo di Gesù
Cristo, la gloria nei secoli. Amen.
Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola.
Alleluia.
Vangelo
Lc 1, 26-38
Dal vangelo secondo Luca.
In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine,
promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei,
disse: "Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te". A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso
avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco,
concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore
Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine".
Allora Maria disse all'angelo: "Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?". Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo
scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà
chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il
sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio". Allora Maria disse: "Ecco la serva del Signore:
avvenga per me secondo la tua parola". E l'angelo si allontanò da lei.
Sulle Offerte
Accogli, o Dio, i doni che presentiamo all'altare, e consacrali con la potenza del tuo Spirito, che
santificò il grembo della Vergine Maria. Per Cristo nostro Signore.
Comunione
Ecco, la Vergine concepirà e darà alla luce un Figlio: sarà chiamato Emmanuele, Dio con noi.
Dopo la Comunione
O Dio, che ci hai dato il pegno della vita eterna, ascolta la nostra preghiera: quanto più si avvicina il
gran giorno della nostra salvezza, tanto più cresca il nostro fervore, per celebrare degnamente il Natale
del tuo Figlio. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
Dio cerca casa
In questa ultima domenica di Avvento, il “mistero” (quello di cui parla S. Paolo nella seconda
lettura) si fa così prossimo a noi, da“manifestarsi” questa notte con il volto del Figlio.
Il tempo e lo spazio sono “maturi” perché Dio venga a porre “la sua tenda in mezzo a noi” (cfr. Gv
1,14), a fare della nostra vita una casa dove Lui possa trovare accoglienza e riposo: “questo sarà il luogo del
mio riposo per sempre: qui risiederò perché l’ho voluto” (Sal 132,14).
Era quello che desiderava il re Davide “in cuor suo” per il suo Dio, dopo che Dio stesso lo aveva
“stabilito nella sua casa, e gli aveva dato riposo da tutti i suoi nemici”. Il desiderio di Davide, che a prima vista
appare buono anche al suo profeta di corte Natan, è quello di “contraccambiare” il dono di Dio
facendo qualcosa per Lui di corrispondente a quello che Dio aveva fatto per Davide.
Ed eppure, nel breve spazio di una notte, il Signore stesso interviene con una Parola che cambia
le carte in tavola: non è Davide che può fare una casa a Dio, ma è Dio che farà una casa a Davide
“suscitando un suo discendente dopo di lui, uscito dalle sue viscere, e rendendo stabile il suo regno”. Evidentemente
non si tratta di una “casa” collocata nello spazio, in quanto sia Davide, sia il popolo abitano già una
“casa di cedro” e una “terra” nella quale Dio ha loro concesso “riposo da tutti i nemici”! Mentre Davide pensa
allo spazio, Dio pensa al tempo. Il tempo è superiore allo spazio (cfr. EG!).
Dio ristabilisce Davide nel lungo scorrere del tempo della salvezza facendo con lui una lettura
della sua storia passata e di quella futura. Una storia che avrà un futuro certo perché ha un passato. In
questa storia emerge l’assoluta gratuità di Dio verso Davide e il suo popolo, gratuità che rivela “un
amore edificato per sempre” (come ci fa cantare oggi il salmo responsoriale).
Dio, che è fedele per sempre a Se stesso e all’uomo, come ha fatto “grazia” a Davide in passato,
continuerà a fare “grazia”, ad agire con gratuità con noi, da Davide fino alla fine, quando si compirà
in modo pieno per tutti la promessa fatta a Davide: “Dio abiterà con loro, ed essi saranno suoi popoli ed egli
sarà il Dio con loro, il loro Dio” (Ap 21,3). Dio promette di “abitare” la nostra storia per sempre facendoci
“grazia” di Sé!
E di questo fa esperienza Maria nel Vangelo di oggi.
Oggi Maria è il compimento del nostro Avvento. In lei tempo e spazio giungono a pienezza
(“quando venne la pienezza del tempo”, cfr. Gal 4,4). E’ lei la donna “vigilante”, pronta ad accogliere il
Signore che viene all’improvviso (cfr. prima domenica di avvento). E’ lei la “via” preparata per
l’avvento del “vangelo” di Dio nel mondo (cfr. seconda domenica di avvento). E’ lei la creatura a cui
Dio annuncia la “gioia” di essere tutta “relativa” al suo Creatore (cfr. terza domenica di avvento).
Non ci stupisca quindi che oggi sia lei la “casa” che Dio viene ad abitare.
E in lei scopriamo la vocazione di ciascuno di noi che Dio chiama a divenire “dimora
permanente” del Verbo, portandolo nelle nostre membra, nella nostra vita, nelle nostre scelte, in ogni
fibra della nostra umanità. Come invita a fare S. Francesco ai suoi frati nella Regola: “E sempre costruiamo
in noi una casa, una dimora permanente a Lui, che è Signore Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. (Rnb FF
61).
Il vangelo di oggi ci mostra il modo scelto da Dio per costruire la sua storia con gli uomini, per
abitare in mezzo a loro. Dio irrompe nella storia sempre a partire dalla piccolezza di luoghi e
persone, di vite marginali, di quotidiano insignificante e irrilevante in mezzo ai più grandi eventi della
storia.
Nell’episodio del vangelo di oggi “non accade” nulla, ma si consuma semplicemente un
incontro fatto di parole. E’ un dialogo. Il dialogo fra il cielo e la terra, fra Dio e l’uomo. La
collocazione temporale e spaziale con cui si apre il brano non fa che mettere in rilievo il dialogo
successivo: Dio (attraverso la figura dell’angelo) parla per tre volte e l’uomo (attraverso la persona di
Maria) risponde tre volte.
Questo dialogo mostra quale sia il “frutto” dell’incontro fra Dio e l’uomo: Gesù.
Ci soffermiamo su quale volto di Dio riveli la prima parola dell’angelo e quale volto dell’uomo
riveli l’ultima risposta di Maria. Perché nel loro misterioso scambio di parole si compie il “mistero” (cfr.
seconda lettura).
La prima parola che l’angelo rivolge a Maria proclama che Dio è la fonte della gioia:
“Rallegrati!”. Dio sempre irrompe nella vita dell’uomo come promessa di gioia. E la gioia viene dal fatto
che Lui ha già colmato la vita di Maria con la Sua grazia, con il suo amore: “piena di grazia”. Questo
“piena di grazia” non è solo il nome nuovo di Maria agli occhi di Dio, ma contiene il dono di un amore
eccessivo che è stato riversato con abbondanza nella sua vita fin dal principio, prima che Maria potesse
dire o fare qualcosa che la rendesse “contenitore” adatto a questo dono. Nel nome di Maria Dio si
rivela come colui che fa grazia.
Se questo non bastasse, l’angelo aggiunge: “il Signore è con te!”, presentando il nome di Dio nel
suo rapporto con lei (e con l’uomo di sempre!). Nel nome di Dio “è racchiusa” la forma del Suo agire
permanente in favore dell’uomo: l’“essere con noi” è inscritto nell’identità di Dio al punto tale che
l’abbandonarci significherebbe per Dio “non essere più Dio”! E questo è impossibile!
Se in questa parola dell’angelo c’è la rivelazione di chi sia Dio in rapporto all’uomo, è necessaria
la risposta dell’uomo perché la rivelazione di Dio si compia. Perché Dio, per il quale “nulla è impossibile”
(cfr. Lc 1,37), non può nulla senza l’accoglienza dell’uomo!
L’ultima parola di Maria all’angelo è la risposta dell’uomo “compiuto” davanti a Dio.
Al Cielo che si presenta a Maria come Grazia (Dio chino sulla sua creatura), la terra risponde
con il suo frutto, come vita donata come servizio (“quando il Signore elargirà il suo bene, la nostra terra darà il
suo frutto”, cfr. Sal 85,13).
“Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. “Serva” è il nome nuovo di Maria. Il
servo è colui che sceglie di non appartenersi, di non porre se stesso al centro del proprio mondo, ma
vive in relazione a un Tu che lo chiama fuori di sé al dono di sé. “Servo” è il titolo regale di chi vive per
un altro. E quindi “servo” è il nome di chi ama veramente, in quanto solo l’amore ci fa vivere per un
altro mettendoci al servizio del suo amore. Attribuendosi questo nome, Maria riconosce che la sua vita
è servire Dio, accogliere la Sua parola e la Sua volontà.
Allora il secondo nome di Maria è “avvenga”, cioè “fiat”, il primo verbo della creazione (“Sia la
luce”, “avvenga la luce…” Gen 1,3), il verbo che esprime la forma attiva del suo desiderio. Non è
semplicemente il sì passivo di chi si sottomette alla volontà di un altro, ma è partecipazione attiva alla
sua opera: “avvenga secondo la tua parola… e avvenne”. In questa volontà di accogliere la realizzazione della
Parola di Dio c’è tutta la grandezza di Maria, dell’uomo davanti a Dio.
E il frutto dell’incontro fra il Cielo e la Terra, fra la Grazia di Dio e nostro sì è il Figlio fatto
carne, il Dio che continua a porre la sua tenda in mezzo a noi.
Misterioso scambio che ancora oggi si compie.
Fonte:http://www.clarissesantagata.it/
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