p. Alberto Maggi OSM, "IN MEZZO A VOI STA UNO CHE VOI NON CONOSCETE"

III DOMENICA AVVENTO – 17 dicembre 2017
IN MEZZO A VOI STA UNO CHE VOI NON CONOSCETE - Commento al Vangelo
di p. Alberto Maggi OSM
Gv 1,6-8.19-28
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per

dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma
doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme
sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non
sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse.
«Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una
risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce
di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché
dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io
battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me:
a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là
del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
“Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni”. Con questa bella immagine tratta
dal prologo del Vangelo di Giovanni, si apre il vangelo di questa domenica. Essendo il progetto
di Dio rivolto all’uomo il Signore sceglie un uomo per manifestarlo. Non un esponente della
casta sacerdotale, né dell’élite religiosa.
Luoghi e persone religiose sono impermeabili all’azione dello Spirito. “Il suo nome era
Giovanni”. Giovanni, in ebraico Yohan, significa Jahvè, il Signore è misericordia. Egli venne
come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti … il messaggio di Dio è universale,
abbraccia tutta l’umanità … “credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare
testimonianza alla luce”.
Il compito di Giovanni è risvegliare negli uomini il desiderio di pienezza di vita e renderli
coscienti dell’esistenza della luce, nonostante le tenebre.
“Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei”… per la prima volta appare in questo
vangelo il termine Giudei che sarà ripetuto ben 71 volte, con il quale l’evangelista non indica il
popolo ebraico, ma i capi, le massime autorità religiose. “Gli inviarono” … E qui l’evangelista
gioca con questo verbo. Dio invia Giovanni per risvegliare il desiderio di pienezza di luce, le
autorità religiose immediatamente inviano la polizia per spegnere questa luce.
“Da Gerusalemme”, sede dell’istituzione religiosa, “sacerdoti e levìti”. I levìti nel tempio
svolgevano anche funzioni di polizia. Quindi ci sono i sacerdoti per interrogare Giovanni e i
levìti pronti ad arrestarlo. “A interrogarlo”, è lo stesso termine che poi comparirà
nell’interrogatorio che condurrà a morte Gesù.
E in maniera brutale gli chiedono: “Tu chi sei?” sono le tenebre che detestano questa luce che
Giovanni sta risvegliando. “Egli confessò e non negò. Confessò: Io non sono il Cristo”. E’ quello
che temono. Si sapeva che il Cristo, il messia sarebbe venuto a deporre l’intera gerarchia
religiosa per indegnità, per corruzione. Ed è quello che temono.
Se anche nelle preghiere desideravano, auspicavano l’avvento del messia, in realtà lo temevano
perché sapevano che con il messia per loro sarebbe stata la fine; il messia avrebbe fatto piazza
pulita del sacerdozio corrotto e compromesso. Allora gli chiesero: “Chi sei, dunque? Sei tu
Elia?” Si credeva che il profeta Elia sarebbe venuto prima del messia. “Non lo sono”.
Le risposte di Giovanni sono via via sempre più brevi e più secche. “Sei tu il profeta?” quello
promesso da Mosè, “No, rispose. Gli dissero allora: Chi sei?” È interessante, Dio invia il suo
messaggero, ma i sacerdoti e i levìti che dovevano per primi riconoscerlo, non lo conoscono. Gli
chiedono “chi sei?”
“Perché possiamo dare una risposta a coloro”, cioè i capi “che ci hanno mandato. Che cosa
dici di te stesso?” Tutto questo perché per loro non può essere innocente uno che inizia
un’attività senza avere il mandato legittimato da parte delle autorità competenti. Rispose: “Io,
voce di uno che grida dal deserto”, e qui l’evangelista cita il profeta Isaia, ma omette il verbo
“preparare” inserendo solo “raddrizzare”.
“Rendete dritta la via del Signore”, cioè togliete gli ostacoli. Sono proprio le autorità religiose il
massimo ostacolo alla venuta di Gesù, alla sua azione e al suo insegnamento. “Quelli che erano
stati inviati venivano dai farisei”. Meglio tradurre: c’erano gli inviati dai farisei. Per la prima
volta appaiono in questo vangelo i farisei e l’ultima volta che compariranno sarà al momento
dell’arresto di Gesù.
Queste persone tanto pie, tanto devote, tanto osservanti della legge, sono refrattarie all’azione
divina, non riconoscono l’inviato da Dio né in Giovanni, né il figlio di Dio in Gesù, e saranno
acerrimi avversari del progetto di Dio sull’umanità.
“Essi lo interrogarono e gli dissero: Perché dunque battezzi, se Giovanni battezza c’è qualcuno
che lo ha riconosciuto come inviato da Dio, ma non sono le autorità religiose, bensì il popolo.
“Se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?” Ed ecco la risposta, la denuncia di Giovanni.
Giovanni rispose loro: “Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete”,
non lo conoscono e mai conosceranno il 2

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