D. Gianni Mazzali SDB,"BISOGNO URGENTE DI PROFETI"
28 gennaio 2018 - 4a Domenica - Tempo Ordinario B | Letture - Omelie
BISOGNO URGENTE DI PROFETI
Le troppe voci ci stordiscono, ci disorientano. Le troppe verità ci soffocano e purtroppo ci lasciamo al
buio. I moti più profondi del nostro animo affiorano e, con accoratezza, manifestano un bisogno esistenziale urgente: potersi ancorare a punti di riferimento sicuri, chiari, oltre la palude e le sabbie mobili che ci tirano verso il basso, che ci annullano come persone, come individui, come comunità, come popolo.
Abbiamo bisogno di profeti in una società dove troppi ci vogliono vendere le loro verità, ricette fasulle di verità. C'è una fierezza e una nobiltà che ci ammaliano, che desideriamo riconquistare, ma ci sentiamo impotenti, troppo fragili, troppo condizionati dal pensiero dominante, da una corrente irresistibile, travolgente.
La Parola oggi è cristallina e incrocia le nostre aspirazioni più intime, i moti dell'animo conculcati ed oppressi: "Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto".
Volentieri ci poniamo oggi in ascolto di un messaggio che ci conforta e ci libera e aneliamo ad ascoltare voci che parlano a nome di Dio, che ci confermano nella nostra identità di creature, che ci inculcano l'amore e il timore di Dio.
PERSONE DI DIO
"Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò": questa breve e sintetica espressione di Mosè che sta parlando al popolo, consegnandogli il suo testamento spirituale, contiene in sé stessa la quintessenza dell'identità del profeta.
Ed è chiaro in primo luogo che l'iniziativa è di Dio. Potremmo dire che il profeta e Dio vivono in stretta simbiosi perché ciò che il profeta trasmette al popolo sono le "parole" i "pensieri" di Dio. E questa prima caratteristica pone oggi i veri uomini e le donne di Dio, in un contesto esasperatamente secolare, laico al punto da rasentare il laicismo, in una posizione scomoda, controcorrente, spesso impopolare.
Se non ti adegui, se non ti esprimi conformemente alle tendenze e alle idee dominanti, oggi preparati ad essere emarginato, ridicolizzato, soprattutto tacitato ed escluso dalle platee della comunicazione che crea la mentalità della massa, che manipola l'opinione pubblica. Sono le voci dell'uomo che vuole ascoltare soltanto sé stesso e che si ritiene depositario di una verità mutevole e archiviabile.
Comprendiamo allora quanto delicato ed arduo sia il compito di chi umilmente, con distacco da sé stesso, parla a nome di Dio. C'è un travaglio profondo da parte del profeta per captare la parola di Dio e soprattutto interpretarla nella situazione concreta, nel momento storico e culturale in cui vive. L'onestà e la trasparenza del profeta riguardano sé stesso e riguardano Dio.
Oggi parlare a nome di Dio significa da una parte rifiutare ogni dipendenza dal potere dominante che tende ad asservire un pensiero critico che supera l'orizzonte esclusivamente umano e dall'altra librarsi sopra le mode che ripercorrono quanto Mosè indica al popolo: la magia, la divinazione, la superstizione.
Davvero abbiamo bisogno di profeti che interpretino per noi, nella complessità dell'oggi il pensiero di Dio. Di persone ispirate, autorevoli, libere che non ci ripetano quanto tutti dicono ed affermano sui temi scottanti: sul rispetto della vita dal concepimento alla morte, sull'identità sessuale della persona umana, sulla famiglia, sull'educazione dei figli, sul ruolo fondamentale che Dio gioca nella vita dell'uomo, sul rispetto e l'amore del prossimo.
Mosè, a nome di Dio, ci dice di essere attenti, di guardarci dai falsi profeti, da chi, fruttando la propria immagine e la propria popolarità, non parla a nome di Dio, non si è svuotato di sé stesso come il Cristo: "Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà morire".
AUTOREVOLI
Gesù incarna, come uomo, il modello del profeta, di colui che parla a nome di Dio e ne interpreta il pensiero, con libertà e rispetto nei confronti delle situazioni e delle persone: "Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità (…) Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità".
In Gesù troviamo il punto di riferimento di cui tanto sentiamo il bisogno oggi. Il suo sguardo è fisso in Dio. Egli prega il Padre, passa le notti in preghiera, prega perché ai suoi venga elargito il dono dello Spirito, che li assista, che interpreti nel tempo la parola e il pensiero di Dio.
La persona e l'insegnamento di Gesù costituiscono il paradigma, il modello per riconoscere i veri profeti di oggi: uomini e donne autorevoli nella loro vita, nella sofferta ricerca di Dio, attenti al soffio dello Spirito, critici delle deviazioni e dell'imbarbarimento dell'uomo chiuso in sé stesso, pronti ad accettare la croce e la sofferenza nel proclamare un messaggio impopolare e controcorrente.
Accettiamo, con cuore libero il consiglio di Paolo: "Questo lo dico per il vostro bene: non per gettarvi un laccio, ma perché vi comportiate degnamente e restiate fedeli al Signore, senza deviazioni".
"Gli uomini rifiutano i profeti
e li uccidono.
Ma adorano i martiri
e onorano
coloro che hanno ucciso".
(Fëdor Dostoevskij)
Don Gianni MAZZALI SDB
Fonte:http://www.donbosco-torino.it
BISOGNO URGENTE DI PROFETI
Le troppe voci ci stordiscono, ci disorientano. Le troppe verità ci soffocano e purtroppo ci lasciamo al
buio. I moti più profondi del nostro animo affiorano e, con accoratezza, manifestano un bisogno esistenziale urgente: potersi ancorare a punti di riferimento sicuri, chiari, oltre la palude e le sabbie mobili che ci tirano verso il basso, che ci annullano come persone, come individui, come comunità, come popolo.
Abbiamo bisogno di profeti in una società dove troppi ci vogliono vendere le loro verità, ricette fasulle di verità. C'è una fierezza e una nobiltà che ci ammaliano, che desideriamo riconquistare, ma ci sentiamo impotenti, troppo fragili, troppo condizionati dal pensiero dominante, da una corrente irresistibile, travolgente.
La Parola oggi è cristallina e incrocia le nostre aspirazioni più intime, i moti dell'animo conculcati ed oppressi: "Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto".
Volentieri ci poniamo oggi in ascolto di un messaggio che ci conforta e ci libera e aneliamo ad ascoltare voci che parlano a nome di Dio, che ci confermano nella nostra identità di creature, che ci inculcano l'amore e il timore di Dio.
PERSONE DI DIO
"Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò": questa breve e sintetica espressione di Mosè che sta parlando al popolo, consegnandogli il suo testamento spirituale, contiene in sé stessa la quintessenza dell'identità del profeta.
Ed è chiaro in primo luogo che l'iniziativa è di Dio. Potremmo dire che il profeta e Dio vivono in stretta simbiosi perché ciò che il profeta trasmette al popolo sono le "parole" i "pensieri" di Dio. E questa prima caratteristica pone oggi i veri uomini e le donne di Dio, in un contesto esasperatamente secolare, laico al punto da rasentare il laicismo, in una posizione scomoda, controcorrente, spesso impopolare.
Se non ti adegui, se non ti esprimi conformemente alle tendenze e alle idee dominanti, oggi preparati ad essere emarginato, ridicolizzato, soprattutto tacitato ed escluso dalle platee della comunicazione che crea la mentalità della massa, che manipola l'opinione pubblica. Sono le voci dell'uomo che vuole ascoltare soltanto sé stesso e che si ritiene depositario di una verità mutevole e archiviabile.
Comprendiamo allora quanto delicato ed arduo sia il compito di chi umilmente, con distacco da sé stesso, parla a nome di Dio. C'è un travaglio profondo da parte del profeta per captare la parola di Dio e soprattutto interpretarla nella situazione concreta, nel momento storico e culturale in cui vive. L'onestà e la trasparenza del profeta riguardano sé stesso e riguardano Dio.
Oggi parlare a nome di Dio significa da una parte rifiutare ogni dipendenza dal potere dominante che tende ad asservire un pensiero critico che supera l'orizzonte esclusivamente umano e dall'altra librarsi sopra le mode che ripercorrono quanto Mosè indica al popolo: la magia, la divinazione, la superstizione.
Davvero abbiamo bisogno di profeti che interpretino per noi, nella complessità dell'oggi il pensiero di Dio. Di persone ispirate, autorevoli, libere che non ci ripetano quanto tutti dicono ed affermano sui temi scottanti: sul rispetto della vita dal concepimento alla morte, sull'identità sessuale della persona umana, sulla famiglia, sull'educazione dei figli, sul ruolo fondamentale che Dio gioca nella vita dell'uomo, sul rispetto e l'amore del prossimo.
Mosè, a nome di Dio, ci dice di essere attenti, di guardarci dai falsi profeti, da chi, fruttando la propria immagine e la propria popolarità, non parla a nome di Dio, non si è svuotato di sé stesso come il Cristo: "Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà morire".
AUTOREVOLI
Gesù incarna, come uomo, il modello del profeta, di colui che parla a nome di Dio e ne interpreta il pensiero, con libertà e rispetto nei confronti delle situazioni e delle persone: "Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità (…) Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità".
In Gesù troviamo il punto di riferimento di cui tanto sentiamo il bisogno oggi. Il suo sguardo è fisso in Dio. Egli prega il Padre, passa le notti in preghiera, prega perché ai suoi venga elargito il dono dello Spirito, che li assista, che interpreti nel tempo la parola e il pensiero di Dio.
La persona e l'insegnamento di Gesù costituiscono il paradigma, il modello per riconoscere i veri profeti di oggi: uomini e donne autorevoli nella loro vita, nella sofferta ricerca di Dio, attenti al soffio dello Spirito, critici delle deviazioni e dell'imbarbarimento dell'uomo chiuso in sé stesso, pronti ad accettare la croce e la sofferenza nel proclamare un messaggio impopolare e controcorrente.
Accettiamo, con cuore libero il consiglio di Paolo: "Questo lo dico per il vostro bene: non per gettarvi un laccio, ma perché vi comportiate degnamente e restiate fedeli al Signore, senza deviazioni".
"Gli uomini rifiutano i profeti
e li uccidono.
Ma adorano i martiri
e onorano
coloro che hanno ucciso".
(Fëdor Dostoevskij)
Don Gianni MAZZALI SDB
Fonte:http://www.donbosco-torino.it
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