Don Gianni MAZZALI SDB"A TU PER TU CON DIO"
14 gennaio 2018 - 2a Domenica - Tempo Ordinario B | Letture - Omelie
A TU PER TU CON DIO
L'ultimo numero di Time Magazine reca, come figura di copertina, il volto sorridente di un bimbo
africano con il titolo significativo "Gli Ottimisti". All'interno, in modo ampio e diversificato, vengono esposte le ragioni per cui è ragionevole oggi essere ottimisti, scrutando il futuro con occhi positivi. Scorrendo il filo del discorso mi si sono affollati alla mente molti interrogativi e soprattutto mi sono chiesto se anch'io ho ragioni valide per ritenermi un "ottimista". Ho trovato proprio una risposta incoraggiante in questo senso nella Parola di questa Seconda Domenica del Tempo Ordinario. I brani offerti sono intensamente pervasi di una "Presenza" che rassicura, che stimola, che invita. I protagonisti, siano essi Samuele, Andrea, Giovanni, Paolo sono a contatto diretto con Dio, interloquiscono, dialogano con Lui, si sentono avvolti da una Presenza vera che li coinvolge come persone, entra nella loro vita. Ho trovato la risposta: la ragione più profonda del mio ottimismo, dell'ottimismo che sostiene ogni credente, è la certezza che Dio ci è accanto, che noi siamo compagni di strada con Gesù che continua a dirci: "Venite e vedrete".
IN ASCOLTO
Ricca di spunti e di sfumature è la pagina dal primo libro di Samuele. I particolari concorrono a descrivere un ampio e complesso quadro di riferimento. Conosciamo dal contesto che Israele sta vivendo una mortificante crisi di fede e Yahweh è lontano dalla vita e dal cuore di tanta gente: rari sono coloro che parlano a nome di Dio che appare silenzioso e distante. Il sacerdote Eli è vecchio, deluso dal comportamento dei suoi figli, malandato di salute non dorme nel tempio. Il giovane Samuele, che la madre Anna ha offerto al Signore, dorme accanto all'Arca dell'Alleanza, nel tempio dove brilla ancora la lampada.
Israele vive indubbiamente una situazione di crisi, di ripiegamento su sé stesso, di smarrimento, senza guide sicure e credibili. Ci sono elementi che ci aiutano a leggere ed interpretare il nostro tempo. La percezione di una crisi è ampiamente condivisa nella società in cui viviamo: troppe voci, spesso interessate, carenza di vere personalità carismatiche che si librino sopra un grigiore di mediocrità che ci appesantisce. Ci si domanda come uscire da questo vicolo cieco in cui ci si sente allo stretto, come conficcati, senza via di uscita. Ed anche indaghiamo su come liberarci da ricette fasulle, da proposte che solleticano il nostro scontento, ma che ci lasciano in un cinismo mortificante.
La Parola ci invita a cambiare il quadro di riferimento, a rivedere i fondamentali, ad uscire da categorie che ormai sono vuote. Ci presenta un giovane che sua madre ha offerto a Dio, che vive e dorme fisicamente nel tempio, che sta crescendo e imparando a conoscere. L'elemento innovativo, stimolante è l'atteggiamento di Samuele a cui Eli, quando si rende conto che Dio è in azione, suggerisce di mettersi in ascolto: "se ti chiamerà, dirai: "Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta".
Con questo atteggiamento Samuele incontra Dio e diviene il profeta, colui che parla a nome di Dio, la guida sicura e forte del suo popolo. Ed è la proposta della Parola anche per noi: metterci in ascolto, silenziare le troppe voci che ci impediscono di sentire e ascoltare "la Voce", accettare serenamente la nostra condizione di "servi" e non di "padroni". E' questo disarmante riconoscimento la radice più profonda e vigorosa del nostro ottimismo. Siamo in ascolto di Dio e quindi siamo liberi dal demone dell'orgoglio, ci lasciamo guidare da lui e possiamo ricostruire un popolo sano e nobile.
ABBIAMO TROVATO IL MESSIA
Anche Giovanni e Andrea sono in atteggiamento di ascolto, senza precomprensioni o remore mentali e accettano l'indicazione del Battezzatore nei confronti di Gesù: "Ecco l'Agnello di Dio. E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù".
Ci viene spontaneo obiettare che sono superficiali, che non chiedono spiegazioni di un linguaggio non immediatamente comprensibile, che sono istintivi. Eppure percepiamo che c'è qualcosa di grande che li attrae, che silenzia ogni obiezione, che esige una risposta immediata. E vivono una esperienza che li conquista dall'interno. Giovanni ricorda, dopo tanti anni, l'ora precisa di un incontro che ha trasformato la sua vita. Non solo, ma sono talmente "presi" che devono comunicare, trasmettere la loro esperienza: "Abbiamo trovato il Messia".
E' una bella sfida anche per noi, oggi: trovare il Messia, colui che ci libera, che dilata gli spazi della nostra mente, del nostro cuore. Raggiungere la radice profonda del nostro ottimismo che si affida a Dio e ci rende consapevolmente responsabili e suoi collaboratori nella costruzione di un popolo nuovo.
"Se qualcuno mi dimostrasse
che Cristo è fuori della verità,
mi dimostrasse che veramente
la verità non è in Cristo,
beh, io preferirei lo stesso restare con Cristo
piuttosto che con la verità".
(Fëdor Dostoevskij)
Don Gianni MAZZALI SDB
Fonte:http://www.donbosco-torino.it/
A TU PER TU CON DIO
L'ultimo numero di Time Magazine reca, come figura di copertina, il volto sorridente di un bimbo
africano con il titolo significativo "Gli Ottimisti". All'interno, in modo ampio e diversificato, vengono esposte le ragioni per cui è ragionevole oggi essere ottimisti, scrutando il futuro con occhi positivi. Scorrendo il filo del discorso mi si sono affollati alla mente molti interrogativi e soprattutto mi sono chiesto se anch'io ho ragioni valide per ritenermi un "ottimista". Ho trovato proprio una risposta incoraggiante in questo senso nella Parola di questa Seconda Domenica del Tempo Ordinario. I brani offerti sono intensamente pervasi di una "Presenza" che rassicura, che stimola, che invita. I protagonisti, siano essi Samuele, Andrea, Giovanni, Paolo sono a contatto diretto con Dio, interloquiscono, dialogano con Lui, si sentono avvolti da una Presenza vera che li coinvolge come persone, entra nella loro vita. Ho trovato la risposta: la ragione più profonda del mio ottimismo, dell'ottimismo che sostiene ogni credente, è la certezza che Dio ci è accanto, che noi siamo compagni di strada con Gesù che continua a dirci: "Venite e vedrete".
IN ASCOLTO
Ricca di spunti e di sfumature è la pagina dal primo libro di Samuele. I particolari concorrono a descrivere un ampio e complesso quadro di riferimento. Conosciamo dal contesto che Israele sta vivendo una mortificante crisi di fede e Yahweh è lontano dalla vita e dal cuore di tanta gente: rari sono coloro che parlano a nome di Dio che appare silenzioso e distante. Il sacerdote Eli è vecchio, deluso dal comportamento dei suoi figli, malandato di salute non dorme nel tempio. Il giovane Samuele, che la madre Anna ha offerto al Signore, dorme accanto all'Arca dell'Alleanza, nel tempio dove brilla ancora la lampada.
Israele vive indubbiamente una situazione di crisi, di ripiegamento su sé stesso, di smarrimento, senza guide sicure e credibili. Ci sono elementi che ci aiutano a leggere ed interpretare il nostro tempo. La percezione di una crisi è ampiamente condivisa nella società in cui viviamo: troppe voci, spesso interessate, carenza di vere personalità carismatiche che si librino sopra un grigiore di mediocrità che ci appesantisce. Ci si domanda come uscire da questo vicolo cieco in cui ci si sente allo stretto, come conficcati, senza via di uscita. Ed anche indaghiamo su come liberarci da ricette fasulle, da proposte che solleticano il nostro scontento, ma che ci lasciano in un cinismo mortificante.
La Parola ci invita a cambiare il quadro di riferimento, a rivedere i fondamentali, ad uscire da categorie che ormai sono vuote. Ci presenta un giovane che sua madre ha offerto a Dio, che vive e dorme fisicamente nel tempio, che sta crescendo e imparando a conoscere. L'elemento innovativo, stimolante è l'atteggiamento di Samuele a cui Eli, quando si rende conto che Dio è in azione, suggerisce di mettersi in ascolto: "se ti chiamerà, dirai: "Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta".
Con questo atteggiamento Samuele incontra Dio e diviene il profeta, colui che parla a nome di Dio, la guida sicura e forte del suo popolo. Ed è la proposta della Parola anche per noi: metterci in ascolto, silenziare le troppe voci che ci impediscono di sentire e ascoltare "la Voce", accettare serenamente la nostra condizione di "servi" e non di "padroni". E' questo disarmante riconoscimento la radice più profonda e vigorosa del nostro ottimismo. Siamo in ascolto di Dio e quindi siamo liberi dal demone dell'orgoglio, ci lasciamo guidare da lui e possiamo ricostruire un popolo sano e nobile.
ABBIAMO TROVATO IL MESSIA
Anche Giovanni e Andrea sono in atteggiamento di ascolto, senza precomprensioni o remore mentali e accettano l'indicazione del Battezzatore nei confronti di Gesù: "Ecco l'Agnello di Dio. E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù".
Ci viene spontaneo obiettare che sono superficiali, che non chiedono spiegazioni di un linguaggio non immediatamente comprensibile, che sono istintivi. Eppure percepiamo che c'è qualcosa di grande che li attrae, che silenzia ogni obiezione, che esige una risposta immediata. E vivono una esperienza che li conquista dall'interno. Giovanni ricorda, dopo tanti anni, l'ora precisa di un incontro che ha trasformato la sua vita. Non solo, ma sono talmente "presi" che devono comunicare, trasmettere la loro esperienza: "Abbiamo trovato il Messia".
E' una bella sfida anche per noi, oggi: trovare il Messia, colui che ci libera, che dilata gli spazi della nostra mente, del nostro cuore. Raggiungere la radice profonda del nostro ottimismo che si affida a Dio e ci rende consapevolmente responsabili e suoi collaboratori nella costruzione di un popolo nuovo.
"Se qualcuno mi dimostrasse
che Cristo è fuori della verità,
mi dimostrasse che veramente
la verità non è in Cristo,
beh, io preferirei lo stesso restare con Cristo
piuttosto che con la verità".
(Fëdor Dostoevskij)
Don Gianni MAZZALI SDB
Fonte:http://www.donbosco-torino.it/
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