Don Paolo Zamengo, SDB"Vi farò pescatori"


III Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (21/01/2018)
Vi farò pescatori      Mc 1,14-20

Il vangelo racconta una giornata di pesca sul lago. Sulla spiaggia compare Gesù. La sua presenza
viene a scombinare la quotidiana fatica di una cooperativa di pescatori. Sono Andrea e Pietro, Giacomo e Giovanni, due coppie di fratelli. Gesù entra nella loro vita fatta di reti, di attesa, di fatica e di barche.

La giornata promette bene e Gesù fa la sua pesca abbondante perché riesce a convincere quegli uomini rudi a giocarsi la vita con lui.   Gesù dice a questi pescatori “vi farò pescatori di uomini”. Parole decisamente pittoresche ma eloquenti e affascinanti per quegli uomini che, senza indugio, lasciano tutto, il padre, la casa, il lavoro, la famiglia e lo seguono.

Gesù cammina lungo il ma­re di Galilea e guarda. Cosa vede? Vede Si­mone e in lui scopre la roccia su cui fonderà la sua chiesa. Guarda e vede in Giovanni e in Giovanni vede il discepolo dalle più belle parole d'amore. Un giorno ha guardato anche noi, me e te. Cosa avrà visto Gesù in ciascuno di noi quando ci ha chiamati? 
Lo sguardo di Gesù è uno sguardo profondo che crea e che rinnova. E ha guardato anche noi, e nel nostro inverno ha visto il grano che già matura, ha visto una bontà che noi non immaginiamo di avere. Lui non guarda il nostro passato, gli interessa il nostro futuro. Questo vede perché adesso lui cammina accanto noi. Poi ci dice: vieni con me!
Gesù chiama questi quattro pescatori ed essi scoprono che dentro il loro cuore non ci sono solo le not­ti sul lago, o la strada di ca­sa, ma è tracciata la mappa del cielo e del mondo e del cuore dell'uomo.
I quattro non sono ancora in grado di capire il suo progetto ma percepiscono che Gesù è affidabile e gli consegnano la vita. Non si tratta ancora di rispondere a un Dio credibile ma solo affidabile.

Solo dopo Gesù si spiega: “Vi farò pescatori di uomini”. I quattro sapevano bene cosa significava pescare. Lo avevano fatto da una vita. Non conoscevano né immaginavano cosa volesse dire “pescatori di uomini”. Impareranno il nuovo mestiere vivendo con Gesù. Lo impareranno da Gesù.

Pescare uomini. Gesù sembra dire: mio e vostro tesoro è ogni persona. A ogni uomo e a ogni donna dobbiamo offrire l’aiuto per emergere dal profondo del proprio mare e respirare la luce.

I quattro erano uomini semplici ma per niente sprovveduti, conoscevano la vita, sapevano distinguere le illusioni. Andrea e Giovanni erano stati alla scuola del Battista e avevano già sentito parlare di Gesù, forse lo avevano anche incontrato. Sono loro due che fanno da calamita per Pietro e Giacomo. Al termine di quella giornata la conclusione è la stessa per tutti: “lo seguirono”.

L’evangelista Marco non dà molta importanza a ciò che essi lasciano ma dice che i quattro corrono dietro a Gesù.   Discepolo non è uno che ha lasciato qualcosa, discepolo è chi ha trovato qualcuno.

Gesù ha loro detto: “Vi farò pescatori di uomini”. Vi farò, al futuro. Bisogna avere pazienza, lasciar fare, lasciarsi fare, lasciarsi formare, forgiare, lasciarsi plasmare. I primi quattro non siamo stati scelti perché buoni o migliori ma semplicemente perché lasciano a Gesù spazio e tempo per l’opera delle sue mani.

Anche noi siamo stati attirati dallo sguardo di Gesù. È una vita che sentiamo il fascino del suo sguardo profondo, della sua parola. È bello capitolare dinanzi all’amore, all’amore più grande della nostra vita.

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