Don Paolo Zamengo, "Taci! Esci!"

IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (28/01/2018)
Taci! Esci!     Mc 1, 21-28

Incredulità e stupore. Questa è la reazione della gente che, di sabato, affolla la sinagoga di Cafarnao.
La parola di Gesù suscita meraviglia per la sua forza e autenticità. Le sue parole non sono scontate né ripetitive ma scavano in profondità. Gesù non cavalca il buon senso comune, non addormenta le coscienze ma le risveglia e le orienta. Soprattutto suscitano una sincera nostalgia di Dio, nel profondo dei cuori.

Gesù è come l’acqua di sorgente, fresca, pura e dissetante. Nella sua parola autorità e autorevolezza, combaciano perfettamente. Gesù rianima il cuore.

Diverso, invece, lo stile dell’impero romano che, spesso e volentieri, scivola nell’autoritarismo, impastandosi con ingiustizie e soprusi. Anche l’autorità religiosa del tempio garantiva il proprio potere presentando un volto di Dio arcigno e intollerante.

Lo scontro era inevitabile. Gesù non ha titoli eppure la sua parola si impone come riflesso della sua interiorità. La ragione della sua missione è il bene di ogni persona e la liberazione dal male. Il male è proprio la forza contraria a Dio, forza che tende a inquinare ogni persona e, attraverso l’uomo, contaminare tutta la storia umana.

Marco ci presenta Gesù in azione contro il demonio. Il demonio vuole solo possedere per straziare, insudiciare, suscitando grida disarmoniche e blasfeme. La gente di Cafarnao sente che Gesù, a differenza degli altri, è in grado di dare potere alle sue parole perché ai proclami, alle promesse e alle pretese fa seguire azioni concrete e gesti d’amore.

Quante volte la gente aveva assistito, delusa, alla preghiera dei maestri del tempio, quante volte se ne era tornata a casa tradita delle speranze. Ma le parole di Gesù, invece, sono efficaci e vincenti: “Taci. Esci!”. E lo spirito gli ubbidisce perché occupa una casa che non è sua, una casa che non gli appartiene.  L’uomo appartiene a Dio e Gesù è venuto per ristabilire l’ordine e l’armonia.

Taci. Esci. Le parole di Gesù sono vigorose e portano liberazione e guarigione. La liberazione dell’uomo dal male è il ritornello di tutto il vangelo di Marco. Gesù è impegnato in una lotta senza quartiere. Snida il male e lo vince.

Sul suo esempio e in nome suo, la vita dei discepoli sarà segnata da questa medesima lotta per aiutare l’uomo a guadagnare, ogni giorno, spazi di vera libertà. 

La forza di Dio che fu in Gesù è ora sempre con noi, nella chiesa e nei sacramenti. Tutti siamo servi di questa Parola, gli uni per gli altri.  E come ogni vero amore non si accontenta di parole, di sole parole, ma noi crediamo alla forza della grazia e ci abbandoniamo con fiducia.

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