p. José María CASTILLO, "SIAMO VENUTI DALL'ORIENTE PER ADORARE IL RE"
EPIFANIA – 6 gennaio 2018 - Commento al Vangelo
SIAMO VENUTI DALL'ORIENTE PER ADORARE IL RE
di p. José María CASTILLO
Mt 2,1-12
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a
Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.
Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
La festa dell’«Epifania» è la festa della “manifestazione”. Questo significa il sostantivo greco epipháneia, dal quale deriva il verbo epipháino che significa “manifestarsi”. Questo sta a significare che la nascita di Gesù è la rivelazione della splendore della presenza di Dio in questo mondo agli esseri umani di questo mondo (P. G. Müller). Questo racconto quindi evidenzia che Gesù si manifesta a tutti i popoli del mondo, rappresentati dai Maghi di Oriente. Quei Maghi erano uomini di altre culture e praticavano altre religioni. La salvezza che si manifesta in Gesù non si riduce ad una cultura (Occidente), né si limita ad una religione (cristianesimo). In Gesù, si creda o non si creda in lui, la salvezza raggiunge tutte le culture e tutte le religioni del mondo.
Il Vangelo non dice che i Maghi di Oriente si convertiranno o cambieranno religione. Sicuramente quegli uomini hanno continuato a conservare le credenze ed i costumi che portavano dai loro paesi lontani. L’aspetto che rincresce è che la diversità di culture e di religioni è servita più per dividere e far scontrare i popoli e gli esseri umani che per unirci tutti. Per questo le religioni hanno causato tanta violenza. La festa dell’«Epifania» è la festa dell’«Accettazione» della diversità. Non possiamo abbandonare la nostra pelle culturale e religiosa. Né dobbiamo volere che altri abbandonino la loro. I Maghi non sono restati con Gesù, sono ritornati alla loro cultura ed alla loro religione e invece la Chiesa venera i Maghi come santi.
Il Dio di Gesù non è “escludente”, ma “includente”. Perché si definisce come amore (1Gv 4, 8.16). E sappiamo che l’amore non esclude, ma unisce tutto quello che è veramente umano. Perché Dio in Gesù si è fuso e confuso con l’umano. Il rispetto, la tolleranza, l’accettazione delle differenze….ecco i “regali dei re”, dei quali oggi abbiamo più bisogno in questo mondo così convulso e spaccato per tanti scontri, specialmente per gli scontri religiosi o nei quali interviene la religione.
Le consuetudini hanno fatto di questo ricordo dei vangeli il giorno dei Re, una festa di regali, soprattutto regali ai bambini. Ma anche agli adulti. È l’orgia degli interessi commerciali, che mediante la pubblicità gestiscono le nostre tasche e maltrattano le nostre economie. Ma soprattutto queste consuetudini possono essere origine, più che di espressioni di affetto, di manifestazioni di interessi spesso inconfessabili. Forse noi cristiani molto seriamente dovremmo ripensare questo punto capitale delle nostre abitudini comportamentali, nelle quali si mescolano l’aspetto religioso ed altri meccanismi strani che regolano la nostra vita. Con un regalo risolviamo il problema delle nostre relazioni interpersonali. Per questa strada non andiamo verso niente di buono. Tutto questo è un inganno che maschera la realtà.
Fonte:http://www.ildialogo.org
SIAMO VENUTI DALL'ORIENTE PER ADORARE IL RE
di p. José María CASTILLO
Mt 2,1-12
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a
Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.
Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
La festa dell’«Epifania» è la festa della “manifestazione”. Questo significa il sostantivo greco epipháneia, dal quale deriva il verbo epipháino che significa “manifestarsi”. Questo sta a significare che la nascita di Gesù è la rivelazione della splendore della presenza di Dio in questo mondo agli esseri umani di questo mondo (P. G. Müller). Questo racconto quindi evidenzia che Gesù si manifesta a tutti i popoli del mondo, rappresentati dai Maghi di Oriente. Quei Maghi erano uomini di altre culture e praticavano altre religioni. La salvezza che si manifesta in Gesù non si riduce ad una cultura (Occidente), né si limita ad una religione (cristianesimo). In Gesù, si creda o non si creda in lui, la salvezza raggiunge tutte le culture e tutte le religioni del mondo.
Il Vangelo non dice che i Maghi di Oriente si convertiranno o cambieranno religione. Sicuramente quegli uomini hanno continuato a conservare le credenze ed i costumi che portavano dai loro paesi lontani. L’aspetto che rincresce è che la diversità di culture e di religioni è servita più per dividere e far scontrare i popoli e gli esseri umani che per unirci tutti. Per questo le religioni hanno causato tanta violenza. La festa dell’«Epifania» è la festa dell’«Accettazione» della diversità. Non possiamo abbandonare la nostra pelle culturale e religiosa. Né dobbiamo volere che altri abbandonino la loro. I Maghi non sono restati con Gesù, sono ritornati alla loro cultura ed alla loro religione e invece la Chiesa venera i Maghi come santi.
Il Dio di Gesù non è “escludente”, ma “includente”. Perché si definisce come amore (1Gv 4, 8.16). E sappiamo che l’amore non esclude, ma unisce tutto quello che è veramente umano. Perché Dio in Gesù si è fuso e confuso con l’umano. Il rispetto, la tolleranza, l’accettazione delle differenze….ecco i “regali dei re”, dei quali oggi abbiamo più bisogno in questo mondo così convulso e spaccato per tanti scontri, specialmente per gli scontri religiosi o nei quali interviene la religione.
Le consuetudini hanno fatto di questo ricordo dei vangeli il giorno dei Re, una festa di regali, soprattutto regali ai bambini. Ma anche agli adulti. È l’orgia degli interessi commerciali, che mediante la pubblicità gestiscono le nostre tasche e maltrattano le nostre economie. Ma soprattutto queste consuetudini possono essere origine, più che di espressioni di affetto, di manifestazioni di interessi spesso inconfessabili. Forse noi cristiani molto seriamente dovremmo ripensare questo punto capitale delle nostre abitudini comportamentali, nelle quali si mescolano l’aspetto religioso ed altri meccanismi strani che regolano la nostra vita. Con un regalo risolviamo il problema delle nostre relazioni interpersonali. Per questa strada non andiamo verso niente di buono. Tutto questo è un inganno che maschera la realtà.
Fonte:http://www.ildialogo.org
Commenti
Posta un commento