D. Gianni Mazzali SDB, "UN ALLEATO MAGNANIMO E PAZIENTE"

18 febbraio 2018   - 1a Domenica di Quaresima B  |  Letture - Omelie
UN ALLEATO MAGNANIMO E PAZIENTE
Per noi credenti (stupore anche per i non credenti!) vale davvero la pena meditare sulla grandezza d'animo e la pazienza di Dio in una società secolarizzata e, all'atto pratico, fondamentalmente atea.
Più spesso Dio viene ignorato dall'opinione pubblica, dalle istituzioni civili in nome della loro laicità e indipendenza da ogni religione, dai mezzi di comunicazione e dal ritmo ordinario di vita del cittadino medio. Ma ci sono persone che lo bestemmiano, che lo insultano, che lo disprezzano anche con gesti privi di ogni ritegno e ostentatamente maleducati e boriosi.
Infinita è la magnanimità di Dio che non fulmina nell'atto stesso il bestemmiatore più sfacciato e vile, che consente all'uomo di negarlo e di cancellarlo da ogni orizzonte, di vivere ed agire nella inflessibile determinazione che Dio non esista.
Per contro noi, in quanto credenti, siamo ammirati di questo paradossale rispetto di Dio per la nostra libertà e apprezziamo la Parola che ribadisce: "E nello spirito andò a portare l'annuncio anche alle anime prigioniere, che un tempo avevano rifiutato di credere, quando Dio, nella sua magnanimità, pazientava nei giorni di Noè". Ci conforta, nella nostra esperienza quotidiana fatta di luci e di ombre, di grandezza e di debolezza, essere rassicurati che Dio è il nostro alleato, sempre.

TRA DIO E LA TERRA

L'immagine dell'arcobaleno è presentata dal Libro del Genesi come segno visibile che Dio ha deciso, nonostante l'infedeltà e il peccato dell'uomo, di essere suo alleato: "Questo è il segno dell'alleanza, che io pongo tra me e voi (…) Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell'alleanza tra me e la terra". Dio vuole che sia la natura stessa, in uno dei suoi fenomeni più suggestivi, ad indicare il collegamento tra la terra, la realtà dell'uomo e il cielo, la realtà di Dio.
Non può non colpire chiunque non sia superficiale o soggetto a pregiudizi la volontà positiva di Dio nei confronti dell'uomo e del creato. Unilateralmente Dio sigla un'alleanza con l'uomo e l'ambiente in cui egli vive, ben consapevole del precedente traviamento che aveva richiesto la purificazione del diluvio. L'autore ispirato ci suggerisce di pensare che Dio in fondo si è ricreduto e decide di stipulare un nuovo patto, una alleanza perenne: "ricorderò la mia alleanza (…) e non ci saranno più le acque del diluvio per distruggere ogni carne".
E' una verità fondamentale che la Bibbia trasmette anche all'uomo del nostro tempo: la legittima autonomia delle realtà terrestri è vera e salutare se riconosce, nella sua autenticità, di non potersi scollegare dalla realtà di Dio, dal suo atto creatore, dalla sua presenza perenne, onnicomprensiva. Senza Dio l'uomo, insensibilmente, ma inesorabilmente si scollega sia dagli altri uomini che dal creato. C'è un'unità tra il creato e il Creatore che determina l'equilibrio tra autonomia e dipendenza.
L'anfora è altro rispetto al vasaio che l'ha creata, ma sarebbe assurdo negare che non vi sia più alcuna relazione tra l'anfora stessa, l'argilla da cui è stata tratta e il delicato lavoro dell'artigiano che l'ha creata.
Lasciamoci catturare dalla contemplazione dell'arcobaleno, percependo sulla nostra pelle e nell'intimo dell'animo, una sintesi, un'unità che ci lega a Dio ed egualmente ci fa sentire originali e liberi abitatori di questa terra.

UN ANNUNCIO DI LIBERAZIONE

Pietro parla di "anime prigioniere" a cui viene recato l'annuncio; anime che avevano rifiutato di credere. E' decisamente di grande conforto questa affermazione di Pietro, rivolta a quanti nel passato non hanno creduto o la cui fede è venuta meno, al punto da stancare la pazienza di Dio. Eppure la grandezza di Dio e la sua pazienza hanno avuto il sopravvento e Cristo Gesù è stato il diluvio di grazia che ha portato la salvezza per tutti: "Quest'acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi (…) in virtù della risurrezione di Gesù Cristo". E' una certezza che viene consegnata a noi, in questo nostro tempo che vorrebbe esorcizzare ogni salvezza che non sia umana. Nonostante questa orgogliosa pretesa, Dio ci offre la salvezza di Cristo, non un diluvio che distrugge, ma un lavacro che salva, che disintegra la superbia e la ribellione e ci segna con il sigillo indelebile della figliolanza. Nonostante tutto, non solo Dio è nostro alleato. In Gesù è nostro Padre!

NELLA BUONA NOTIZIA DEL VANGELO

Non possiamo non cogliere, nella sua urgenza e immediatezza, l'invito di Gesù, la sua buona notizia, registrata in modo estremamente scarno e diretto da Marco: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo".
La storia dell'uomo e la storia di Dio (se così possiamo umanamente definirla) si congiungono, si incontrano, si fondono insieme. Il nuovo arcobaleno è Gesù stesso, pienezza di Dio e vera carne umana, che inaugura il Regno di Dio. Come possiamo pensare che Dio sia una minaccia per l'autonomia e la libertà dell'uomo? Gesù realizza in sé stesso e ci proclama la liberante verità che il Regno non avrebbe senso se non fosse Regno di Dio e Regno dell'uomo. La verità di Dio, così' come Cristo l'ha testimoniata e proclamata, ci rende veramente liberi, autenticamente uomini.

"Noi siamo "proprietà" di Dio
non nel senso del possesso che rende schiavi,
ma di un legame forte che ci unisce a Dio e tra noi,
secondo un patto di alleanza che rimane in eterno".

(Papa Francesco)


Don Gianni MAZZALI SDB

Fonte:http://www.donbosco-torino.it

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