Alessandro Cortesi op, Giovedì santo – Cena del Signore – 2018

Giovedì santo – Cena del Signore – 2018
Es 12,1-14; 1Cor 11,23-26; Gv 13,1-15

Segni, parole, silenzi, musica in questo ritrovarsi del giovedì santo accompagnano e introducono nel mistero della pasqua.

E’ il centro da cui trae origine la vita dei credenti. Il giovedì santo ci fa rivivere il gesto della lavanda dei piedi di Gesù la sera dell’ultima cena, ma di più ci fa cogliere due lavande: nella messa crismale del mattino, la messa celebrata dal vescovo con tutta la chiesa locale nella cattedrale, al centro sta il segno dell’olio profumato: sono consacrati l’olio dei catecumeni, il crisma e l’olio degli infermi e si legge la pagina dell’unzione di Betania (Gv 12,1-11). Nella cena del Signore, la sera, riviviamo il gesto di Gesù che lava i piedi ai suoi. Al mattino il gesto dell’unzione dei piedi con olio profumato da parte di Maria a Gesù, alla sera la lavanda dei piedi da parte di Gesù ai suoi discepoli con l’acqua.

Gesù era a Betania, ad un banchetto in cui anche Lazzaro era uno dei commensali. Il IV vangelo narra che Maria prese trecento grammi di profumo assai prezioso e cosparsi i piedi di Gesù. E’ una prima lavanda dei piedi, nei confronti di Gesù. Marco nel suo vangelo - dopo aver presentato questo gesto, di una donna senza nome, che unge il capo di Gesù - vi aggiunge una parola di Gesù stesso: “In verità vi dico che dovunque, in tutto il mondo, sarà annunziato il vangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che ella ha fatto” (Mc 14,9). L’annuncio del vangelo sarà per sempre connesso alla memoria di questo gesto di gratuità, di cura, di tenerezza. Un gesto di donna. E’ un gesto che rinvia alla morte di Gesù, ma anche alla speranza connessa al suo corpo che non resterà prigioniero della morte.

I gesti di Maria portano le caratteristiche di quelli dell’amata del Cantico dei cantici: “Mentre il re è sul suo divano, il mio nardo spande il suo profumo” e l’accoglienza di Gesù è presentata come la risposta dell’amore: “un re è stato preso dalle tue trecce” (Ct 7,6).

Maria conosce l’amore e ama vivendo la gratuità, la mancanza di misura propria dell’amore. Non teme di perdere, né di mettere in gioco tutta la vita nei confronti di Gesù. Offre qualcosa di bello, di prezioso. Quell’olio è indicazione di un dono, del suo amore versato, che non segue la logica del dare e dell’avere, ma si offre, spendendosi. E’ anche simbolo del rivolgersi a Cristo nell’abbandono pieno di fiducia. Ma è anche un segno profetico, che racchiude la vita stessa di Gesù, una vita donata. Proprio la delicatezza del gesto dell’unzione esprime anche l’attesa di una novità, l'evento del primo giorno dopo il sabato: Gesù, il crocifisso è rialzato da Dio. L’unzione del suo corpo è promessa e attesa che quel corpo non verrà abbandonato nel buio della morte ma sarà il corpo glorioso del Risorto.

Maria di Betania si affida oltre ogni speranza a Cristo nel suo amore. La lavanda dei piedi di quel giorno è segno della libertà nuova di poter ‘sprecare’ le cose più preziose nel rapporto con Gesù, è segno del suo saper vedere oltre, della custodia di una promessa. Maria coltiva la speranza che la vita e l’amore non possono essere sconfitti.

Questo gesto di spreco e perdita, diviene movimento che si effonde e che porta profumo a tutta la casa: ‘tutta la casa si riempì del profumo d’unguento’. E’ la comunione che nasce da un incontro di amore, di dono senza riserve, in questo clima di affetto profondo per Gesù. Ed è la bellezza di un modo nuovo di vivere insieme, per tutta la casa, un modo di vivere nella fraternità, centro del messaggio stesso di Gesù che parlava del ‘regno’.

Alla sera del giovedì il vangelo propone la lavanda dei piedi, il gesto di Gesù rivolto ai suoi, a Pietro e agli altri. E’ gesto che racchiude tutta l’esistenza di Gesù. E’ la chiave per comprendere la sua morte. Questa è conseguenza di ostilità e complotto del potere politico e religioso. Ma Gesù anche di fronte all’ingiustizia e al male non viene meno alla fedeltà nel fare della sua vita un dono, per dare liberazione e vita a tutti: una vita donata nell’amore.

“Li amò sino alla fine”: l’acqua e l’asciugatoio sono un altro genere di unzione. Ora è Gesù colui che lava i piedi ai suoi, vi versa acqua e li asciuga sollevando ogni stanchezza. E mostra la sua pazienza di fronte all’incomprensione e all’incapacità: “Quello che io faccio tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo... se io, il Signore e il maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi.” Il gesto di lavare i piedi è unito ad un invito alla felicità: “Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica”. Gesù indica uno stile di vita per la sua comunità: solamente nel chinarsi si potrà ‘aver parte a Gesù’. L’incontro con lui passerà per questo incontro con l’altro.

Camminiamo così in questi giorni verso la Pasqua, respirando del profumo che si effonde per tutta la casa e lasciandoci lavare i piedi per accogliere l’invito ‘come ho fatto io fate anche voi’.

Alessandro Cortesi op

Fonte:alessandrocortesi2012.wordpress.com

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