Clarisse Sant'Agata, Lectio"E’ GIUNTA L’ORA"

5 Domenica di quaresima -B
Antifona d'Ingresso
Fammi giustizia, o Dio, e difendi la mia causa contro gente senza pietà; salvami dall'uomo ingiusto e
malvagio, perché tu sei il mio Dio e la mia difesa.
Colletta

Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso, perché possiamo vivere e agire sempre in quella carità, che
spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi. Egli è Dio...
Oppure:
Ascolta, o Padre, il grido del tuo Figlio che, per stabilire la nuova ed eterna alleanza, si è fatto
obbediente fino alla morte di croce; fa' che nelle prove della vita partecipiamo intimamente alla sua
passione redentrice, per avere la fecondità del seme che muore ed essere accolti come tua messe nel
regno dei cieli. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Prima Lettura
Ger 31, 31-34
Dal libro del profeta Geremia.
Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore -, nei quali con la casa d'Israele e con la casa di Giuda concluderò un'alleanza
nuova. Non sarà come l'alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra
d'Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore. Questa sarà l'alleanza che
concluderò con la casa d'Israele dopo quei giorni - oracolo del Signore -: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul
loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non dovranno più istruirsi l'un l'altro, dicendo:
"Conoscete il Signore", perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande - oracolo del Signore -, poiché io
perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato.
Salmo
Salmo 50
Crea in me, o Dio, un cuore puro.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Insegnerò ai ribelli le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.
Seconda Lettura
Eb 5, 7-9
Dalla lettera agli Ebrei.
Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da
morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza da ciò che patì e, reso
perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.
Canto al Vangelo
Gloria e lode a te, o Cristo!
Se uno mi vuol servire, mi segua, dice il Signore, e dove sono io, la sarà anche il mio servitore.
Gloria e lode a te, o Cristo.
Vangelo
Gv 12, 20-23
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c'erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a
Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: "Signore, vogliamo vedere Gesù". Filippo andò a dirlo ad
Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: "È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia
glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore,
produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la
vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo
onorerà. Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a
quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome". Venne allora una voce dal cielo: "L'ho glorificato e lo glorificherò ancora!". La
folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: "Un angelo gli ha parlato". Disse
Gesù: "Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo
sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me". Diceva questo per indicare di quale morte
doveva morire.
Sulle Offerte
Esaudisci, Signore, le, nostre preghiere: tu che ci hai illuminati con gli insegnamenti della fede,
trasformaci con la potenza di questo sacrificio. Per Cristo nostro Signore.
Comunione
"Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto".
Dopo la Comunione
Dio onnipotente, concedi a noi tuoi fedeli di essere sempre inseriti come membra vive nel Cristo,
poiché abbiamo comunicato al suo corpo e al suo sangue. Per Cristo nostro Signore.

E’ GIUNTA L’ORA

“Vogliamo vedere Gesù”. E’ questa la domanda con la quale si apre il brano evangelico di
oggi, una domanda che esprime un desiderio ardente che attraversa l’esperienza di coloro che seguono
il Signore da sempre. Questo desiderio ha accompagnato Israele lungo tutto il suo pellegrinaggio nel
deserto e per questo stesso desiderio non esaudito nell’immediato, Israele spesso si è consegnato agli
idoli: “Facci un dio che cammini alla nostra testa, perché a quel Mosè, l'uomo che ci ha fatti
uscire dal paese d'Egitto, non sappiamo che cosa sia accaduto”. Aronne rispose loro: “Togliete
i pendenti d'oro che hanno agli orecchi le vostre mogli e le vostre figlie e portateli a me”. Tutto
il popolo tolse i pendenti che ciascuno aveva agli orecchi e li portò ad Aronne. Egli li ricevette
dalle loro mani e li fece fondere in una forma e ne ottenne un vitello di metallo fuso. Allora
dissero: “Ecco il tuo Dio, o Israele, colui che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto!”. Ciò
vedendo, Aronne costruì un altare davanti al vitello e proclamò: “Domani sarà festa in onore
del Signore.” (Es 32,2-5)
L’evangelo di oggi ci accompagna da questo desiderio (“vogliamo vedere Gesù”) al luogo
dove è possibile vederlo (“quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”), attraverso un modo
in cui ci è concesso di vedere (“Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in
questo mondo, la conserverà per la vita eterna”).
Il Signore infatti risponde al nostro desiderio di vederlo e si mostra a noi, ma davanti al suo vero
mostrarsi, a noi è chiesta una conversione (parola con la quale si è aperto il nostro cammino
quaresimale), un cambiamento di cuore di pensieri. Se questo non avviene, Colui che a noi si mostra
negli eventi dell’Amore, gli eventi pasquali, diventa per noi “come uno davanti al quale ci si copre la
faccia”(Is 53).
Gesù stesso nella parola ascoltata in questa domenica ci dice quale sia il suo mostrarsi: “se il
chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto
frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la
conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il
mio servitore”. Solo entrando in questa logica inaudita, eppure profondamente vera, è possibile per
noi vedere.
All’inizio dell’evangelo di Giovanni, ai due discepoli del Battista che lo seguono per vedere dove
rimaneva, Gesù rivolge l’invito: “venite e vedete”. Essi “andarono, videro e rimasero con Lui”, ma
“non era ancora giunta la sua ora”. Così è iniziata l’esperienza della sequela e del discepolato, con il
desiderio di vedere e questo stesso desiderio conduce i discepoli a riconoscere nell’“assente” il risorto, il
mattino di Pasqua: “videro e credettero”.
Quale è dunque questa “ora” di cui parla il Signore nel vangelo di oggi? E’ l’ora attraverso la
quale è necessario passare se si vuole vedere Gesù. E’ l’ora verso cui tende tutta la vita del Signore e
che, quando giunge, trova anche Lui turbato: “Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre,
salvami da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo
nome”. E’ l’ora in cui Gesù passa, attraverso la preghiera, dal turbamento alla consegna di sé. E’ l’ora
che trasforma di nuovo e per sempre l’uomo, l’ora che smentisce e distrugge una volta per tutte il
peccato di Adamo e che riconsegna a noi e all’umanità la possibilità di vivere non conservando o
rubando la vita, ma donandola.
Davanti all’albero della conoscenza del bene e del male, Adamo ed Eva, ingannati dal serpente,
videro che “che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare
saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò” (Gn 3,6). In questa ora Gesù sceglie la strada inversa:
Lui, il frutto attraverso il quale si accede alla vita, diventa colui che non attira: “Non ha apparenza né
bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto. Disprezzato e
reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si
copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.”(Is 53,2-3)
Questa è la via che Gesù ritrova e attraverso la quale finalmente si compie il vero “giudizio del
mondo” che “getta fuori il principe del mondo”. L’albero torna ancora ad attirare i nostri sguardi e
a coinvolgere il nostro desiderio con la stessa forza con cui ha attirato Adamo. Ma questo albero non
conduce alla morte, perché in questa “ora”, attraverso la morte, si giunge alla vita: “quando sarò
elevato da terra attirerò tutti a me”.
Preghiamo
Signore Gesù Cristo, tu sei il nuovo Adamo inviato dal Padre per amore
a restituirci il sogno con il quale Egli ci ha creati.
Noi ti preghiamo: donaci il tuo Spirito.
Plasmi in noi un cuore nuovo capace di vivere ogni morte
come la strada che la povertà ci dona per restituire a te e ai fratelli tutto quanto ti appartiene.
E noi saremo uomini liberi e troveremo la vita
nel consegnarla a quel quotidiano “morire” che ci restituisce
alla nudità di Adamo, quella senza vergogna.
Così vedremo e conosceremo con quale grande amore siamo stati amati, cercati e salvati.
Esaudiscici ora e per tutti i secoli dei secoli. Amen

Fonte:http://www.clarissesantagata.it

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