padre Paul Devreux “Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore...”
Commento su Giovanni 10,11-18
padre Paul Devreux
IV Domenica di Pasqua (Anno B)
Visualizza Gv 10,11-18
Gesù dice: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore...”
Io ammiro chi fa il pastore, perché è un mestiere duro e che non consente né tregue né vacanze. Il buon pastore è colui che sta sempre con le pecore, dorme poco e vive per loro, sta male se stanno male e sta bene se stanno bene. Vive isolato, ai margini della vita sociale, perché non può abbandonarle mai; è veramente una vita di sacrificio tant'è vero che non fa parte delle nostre aspirazioni, ma per le pecore è molto importante. Gesù manifesta questo tipo di disponibilità nei nostri confronti.
Ma io, ho bisogno di un pastore? Lo voglio? Lo desidero o preferisco farne a meno?
E’ importante rifletterci. Io mi rendo conto che sono il frutto di un condizionamento molto più di quanto penso o vorrei. Il mio pensare, pregare e agire è conseguenza di ciò che ho ricevuto dal mondo in cui vivo, dalle persone che frequento. Se faccio fatica a vedere e accettare questa realtà, per convincermi basta che cerco di vedere se nella mia vita sono riuscito a elaborare un pensiero nuovo o ad inventare qualche cosa.
Ciò che riesce a condizionarmi corrisponde ai miei “pastori”, che io li voglia o no, e non ammetterlo equivale a non sapere a chi sono sottomesso e a vivere come un burattino, in balia di non so chi. Signore pietà! Aprimi gli occhi.
Per esempio, quanto tempo ascolto la televisione ogni giorno? Quanto condiziona il mio pensiero e le mie scelte? Queste cose sappiamo, ma quanto sono cosciente che è vero?
Il tempo che dedico alla preghiera e all'ascolto della Parola, condiziona positivamente il mio pensiero e le mie scelte. Tutto è proporzionato al tempo che do ai vari pastori che ascolto. Riconoscerli è già tanto, perché “uomo avvertito, mezzo salvato”.
Ma io mi domando ancora: “Dov’è la mia libertà?”
Forse la mia libertà sta nel poter scegliere il pastore che preferisco.
Gesù dice: “Io sono il Buon pastore”, pronto a dare la vita per le pecore. Questo significa che è uno che dà, e non chiede niente in cambio. Trovatemi un pastore meglio di questo e cambio subito.
padre Paul Devreux
IV Domenica di Pasqua (Anno B)
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Gesù dice: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore...”
Io ammiro chi fa il pastore, perché è un mestiere duro e che non consente né tregue né vacanze. Il buon pastore è colui che sta sempre con le pecore, dorme poco e vive per loro, sta male se stanno male e sta bene se stanno bene. Vive isolato, ai margini della vita sociale, perché non può abbandonarle mai; è veramente una vita di sacrificio tant'è vero che non fa parte delle nostre aspirazioni, ma per le pecore è molto importante. Gesù manifesta questo tipo di disponibilità nei nostri confronti.
Ma io, ho bisogno di un pastore? Lo voglio? Lo desidero o preferisco farne a meno?
E’ importante rifletterci. Io mi rendo conto che sono il frutto di un condizionamento molto più di quanto penso o vorrei. Il mio pensare, pregare e agire è conseguenza di ciò che ho ricevuto dal mondo in cui vivo, dalle persone che frequento. Se faccio fatica a vedere e accettare questa realtà, per convincermi basta che cerco di vedere se nella mia vita sono riuscito a elaborare un pensiero nuovo o ad inventare qualche cosa.
Ciò che riesce a condizionarmi corrisponde ai miei “pastori”, che io li voglia o no, e non ammetterlo equivale a non sapere a chi sono sottomesso e a vivere come un burattino, in balia di non so chi. Signore pietà! Aprimi gli occhi.
Per esempio, quanto tempo ascolto la televisione ogni giorno? Quanto condiziona il mio pensiero e le mie scelte? Queste cose sappiamo, ma quanto sono cosciente che è vero?
Il tempo che dedico alla preghiera e all'ascolto della Parola, condiziona positivamente il mio pensiero e le mie scelte. Tutto è proporzionato al tempo che do ai vari pastori che ascolto. Riconoscerli è già tanto, perché “uomo avvertito, mezzo salvato”.
Ma io mi domando ancora: “Dov’è la mia libertà?”
Forse la mia libertà sta nel poter scegliere il pastore che preferisco.
Gesù dice: “Io sono il Buon pastore”, pronto a dare la vita per le pecore. Questo significa che è uno che dà, e non chiede niente in cambio. Trovatemi un pastore meglio di questo e cambio subito.
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