don Mauro Pozzi, "Cordata"

Ascensione del Signore (Anno B) 
Il Maestro sale al cielo e ci apre la via come un capo cordata.

San Paolo ci aiuta a capire meglio il mistero dell’Ascensione
quando dice: cosa vuol dire che ascese, se non che prima era
disceso qui sulla terra. Il momento della salita al cielo segna la
fine della missione terrena di Gesù e l’inizio di quella degli
apostoli che dovranno ora evangelizzare il mondo. Il Maestro
costituisce apostoli, evangelisti, profeti, pastori e maestri. In
una parola il suo mandato genera la chiesa, che ha il compito
di battezzare e divulgare la buona notizia, il vangelo della sua
incarnazione, morte e resurrezione per la salvezza di tutti
coloro che crederanno. I pochi anni della predicazione di Gesù
sulla terra hanno cambiato per sempre il corso della storia e la
sua Ascensione al cielo apre una prospettiva di eternità che
l’umanità sembrava avesse perduto. Lui è come la guida che in
cima alla cordata tira su tutti gli altri. Senza questo esito finale
la vita avrebbe davvero poco senso. La chiesa è la comunità dei
credenti e ciascuno ha la sua funzione, ma tutti hanno il dono
dello Spirito Santo, tanto è vero che i segni che Gesù promette
non sono per gli apostoli soltanto, ma per tutti i credenti. Il
primo è la possibilità di scacciare i demoni, cioè di combattere
il peccato in ogni sua forma e manifestazione. A questo siamo
chiamati tutti distinguendo sempre il peccato dal peccatore. La
chiesa non combatte gli uomini, ma si oppone a dei
comportamenti, se sono sbagliati. Parleranno lingue nuove,
infatti il vangelo è destinato al mondo intero, non solo agli
ebrei, è letto ogni domenica in moltissime nazioni e lingue
diverse. Questo ci conferma che la chiesa è cattolica, cioè
universale. Prenderanno in mano serpenti e il veleno non
recherà loro danno. Noi apparteniamo a una nazione essendo
soggetti a degli obblighi civili, viviamo e lavoriamo come tutti,
per cui siamo a contatto non solo col bene, ma anche col male,
con i peccati e le cattive abitudini del mondo, ma se crediamo
tutto questo non ci scalfisce. La nostra vera patria è il cielo.
Imporranno le mani ai malati e questi guariranno. Lo scopo della
nostra esistenza è di fare del bene agli altri, cercare di
contribuire alla loro salvezza, senza preoccuparci della nostra.
Saremo guariti se guariremo. È evidente che si parla della
salute dell’anima prima di tutto. Capita ancora oggi di aver
notizia di guarigioni miracolose, ma nessuno vive in eterno. È
l’anima che deve essere guarita e i sacerdoti possono sanarla
imponendo le mani. Adesso tocca a noi rispondere al mandato
di Gesù, come allora fecero gli apostoli.

Fonte:http://www.noidisantamonica.it/



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