Don Paolo Zamengo, "Chi mi ha toccato il cuore? "

XIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO – ANNO B – 2018
Chi mi ha toccato il cuore?    Mc 5, 21- 43

Il vangelo di oggi ci racconta la storia di due persone che sono uscite allo scoperto. Si espongono per la disperazione in cui erano piombate e per la fede in Gesù. La prima è Giairo, il capo della sinagoga, che ha sua figlia in fin di vita. La seconda è una donna che soffre da molti anni di emorragie croniche. Entrambi devono esporsi e per esporsi a Gesù devono anche sfidare l’incredulità e l’ironia della gente.

I parenti più stretti di Giairo si erano resi conto che la bambina era ormai morta e tentano di impedire al padre di disturbare inutilmente. Anzi arrivano addirittura a deridere Gesù stesso quando sostiene che la ragazza era semplicemente addormentata. 

La donna, di coraggio ne aveva da vendere, e osa farsi strada nella segreta speranza di toccare, anche se di nascosto, il bordo della veste di Gesù. E deve pure affrontare l’incredulità degli apostoli che si stupiscono quando Gesù si mette a cercare chi lo aveva toccato. “Tu vedi la folla che ti stringe da ogni parte e dici: chi mi ha toccato?”.

Nella calca lo avevano toccato e urtato in molti ma una sola, a sua insaputa e discretamente, ha risvegliato nel corpo del Signore una forza di guarigione. Una sola aveva avuto potere su di lui perché lo aveva toccato con fede.

Sia a Giairo che a questa donna, Gesù parla solo di fede. Nulla è inverosimile, nulla è impossibile per chi crede. A Giairo che sta per crollare quando viene a sapere che sua figlia è ormai morta, Gesù si limita a dire: “Non temere, soltanto abbi fede”. E alla donna malata, piena di vergogna per essere stata scoperta, Gesù dà una conferma: “Figlia, la tua fede ti ha salvata”. 

Gesù non fa appello prima di tutto alla sua onnipotenza ma alla fede di Giairo. Non alla sua forza miracolosa che annienta la malattia ma alla fede di quella donna malata. 

È evidente la forza straordinaria di Gesù, è evidente che è onnipotente ma non usa mai questa forza per darsi gloria e compiacersi di sé stesso. La sua onnipotenza c’è, tutto qui, ed è disponibile per coloro che semplicemente gli toccano il cuore con la loro fede. Gesù è onnipotente certo, ma di fronte alla fede di un uomo o di una donna, Gesù si consegna. È come vulnerabile. Gesù abbandona la sua forza divina alla nostra fede. “Chi mi ha toccato il cuore?”.

È la novità sconvolgente dell’amore di Dio che trasforma la sua onnipotenza divina in assoluta prodigalità Gesù accetta che gli sia impossibile compiere un miracolo se manca la nostra fede. E la nostra fede è per Gesù motivo di gioia e costituisce anche la sua forza. “Non temere, soltanto abbi fede”. E ancora,” Tutto è possibile per chi ha fede” (Mc 9,23).

La fede non è proprietà dell’uomo che sa o che può o che giudica e condanna, ma dell’uomo che capitola, che abbassa le braccia e si consegna interamente all’amore. La fede è abbandono pieno d’amore, è fiducia imperturbabile di sapersi amati.

Anche a noi, qualsiasi sia il dolore o qualsiasi morte ci portiamo dentro, Gesù dice: “Talità kum”. Perché un padre vuole vita per i suoi figli e dice “Talità kum-anche tu risorgi, alzati e cammina”.

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