DON PaoloScquizzato, Omelia X domenica del tempo ordinario. Anno B

Omelia X domenica del tempo ordinario. Anno B

«Entrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo. 21Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: “E’ fuori di sé”. Ma gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: “Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni”.23Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: “Come può satana scacciare satana? 24Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; 25se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi.26Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire. 27Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l’uomo forte; allora ne saccheggerà la casa. 28In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; 29ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna”. 30Poiché dicevano: “E’ posseduto da uno spirito immondo”. Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. 32Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: “Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano”. 33Ma egli rispose loro: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”.34Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli! 35Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre”. (Mc 3, 20-35)



Gesù è considerato fuori di testa sia da sua madre, sia dai suoi fratelli che vanno a prenderlo per riportarselo a casa (vv. 21. 31).

Non essendo allineato alla religione di famiglia, al ‘si è sempre fatto così’, a quella ‘tradizione’ con la quale i suoi si son sempre identificati, Gesù viene considerato ‘fuori di sé’.

Ma Gesù dice no. Rema contro, ‘in direzione ostinata e contraria’. Un disobbediente, un sovversivo, perché non può accettare una tradizione fatta da uomini (cfr. Mc 7, 8) e spacciata come proveniente dal Cielo e proprio per questo capace di legittimare i suoi atroci crimini verso l’umano. E se questa avversione si evince già ora, all’inizio della sua attività pubblica, col tempo si accentuerà tanto da condurlo alla morte in croce: prezzo da pagare per chiunque osi mettere in dubbio verità di un potere costituito.

I suoi dunque lo prendono per pazzo, i professionisti della religione per un indemoniato (v. 30).

Gesù in realtà ci aiuta a comprendere che la religione è la vera pazzia e i suoi seguaci i veri indemoniati, perché con la loro pretesa di definire Dio, di regolare la relazione con lui mediante leggi, precetti e prestazioni, da una parte trasformano il tutto in ideologiae dall’altra ne decretano la morte.



Ora, se è pazzia andare contro la “tradizione” smerciata per Legge di Dio perché fermamente convinti che l’uomo non può essere discriminato in base al suo stato di purità, al peccato commesso, al popolo di appartenenza o alle scelte alimentari che fa; perché  ritiene che l’uomo è più importante di ogni affermazione di principio -religiosa o politica che sia -, perché crede che prima di tutto e sopra a tutto vi sia l’uomo, allora Gesù sì è un folle, e i cristiani dei pazzi.

Ma la religione, che si prende il lusso di dichiarare ‘fuori’tutto ciò che non rientra nei propri deliri, è dura a morire, e finché resiste sacrificherà sull’altare della propria ‘verità’ – che altro non è che dottrina incancrenita – tutti coloro che si lasciano muovere dallo Spirito santo, che sempre nuovo, soffia dove vuole (cfr. Gv 3, 8) e non lo si può imbrigliare, imbavagliare o dirigere, perché sarebbe solo un fargli perdere tempo, e questo equivarrebbe, in ultima analisi, a bestemmiarlo (v. 29).

Gesù è un folle perché finalmente uomo libero, e libero perché vero, e vero perché aperto alla fecondità, al futuro, all’imprevedibile, alla fantasia dello Spirito e non alla graniticità della verità definitiva, perché ha compreso che il suo Dio coincide col massimo dell’umanità che un uomo può raggiungere. Per questo ha guarito i lebbrosi impuri che la Legge divina considerava maledetti; ha perdonato l’adultera che la Legge di Dio reputava meritevole di morte; ha violato il sabato – il più alto comandamento divino – a favore del bene dell’uomo; ha dichiarato puri tutti gli alimenti quando la Legge di Dio proibiva l’uso di una miriade di cibi; ha toccato una donna mestruata – quando la Legge divina la considerava inavvicinabile – perché profondamente convinto che il ‘suo’ Dio non reputava impuro o profano nessuno (cfr. At 10, 28); ha accolto pagani e stranieri – contro il Dio nazionalista ebraico – perché sempre il ‘suo’ Dio non può fare preferenza di persona, a qualunque nazione appartenga (cfr. At 10, 35). Gesù è libero perché è vero, e vero perché mosso dallo Spirito che altro non è che Amore (cfr. Gal 5, 22). Non si entrerà nella casa di Dio, non ci si riconoscerà dunque tra i suoi famigliari più stretti perché si ‘crede’ ad una dottrina, o si osservano leggi e precetti propri di una tradizione umana, ma solo perché si ‘farà’ la volontà del Padre (v. 35), ossia si cercherà di mettere sempre prima l’uomo, il suo bene e la sua dignità, usandogli – per quanto è possibile – misericordia e perdono.

Fonte:www.paoloscquizzato.it/

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