Paolo Curtaz, "Folle d’amore"

Commento al Vangelo del 10 Giugno 2018 – Folle d’amore
Folle d’amore
Gesù raduna un sacco di gente accanto a sé.

Parla di Dio in maniera straordinaria, ascolta tutti, rende tutto semplice e possibile.

Alcuni sostengono di essere stati guariti dalle sue parole. Altri dal suo abbraccio.

È divorato dalla folla. Ascolta tutti. Salta i pasti. Non chiede denari. Non ambisce a posizioni di privilegio. Qualcosa non torna, decisamente.

Quando mai si è visto qualcuno che opera in quel modo? Senza averne un tornaconto? E nel mondo religioso?

Anche se la Galilea, terra meticcia, è lontana e molti Giudei preferirebbero abbandonarla al proprio destino paganeggiante, da Gerusalemme alcuni scribi sono inviati per analizzare la situazione e redigere un rapporto. Il ricostituendo tempio e la rinata classe sacerdotale si arrogano il diritto di rilasciare patentini.

Anche oggi, purtroppo, qualcuno nella Chiesa preferisce fare il carabiniere e controllare i documenti piuttosto di gioire per la fantasia dello Spirito.

Ai controllori basta un’occhiata.

Non fanno domande, non chiedono, non parlano nemmeno all’indagato.

Giudicano e basta.

Certamente Gesù è un ossesso. Un indemoniato.

Certo: uno che parla di Dio e guarisce gratis dev’essere fuori di testa.

Bravi.

Argomentazioni

Gesù scaccia i demoni perché egli stesso un demonio.

Carina come analisi.

E Gesù, immenso, invece di mandarli a quel paese, cerca di argomentare, di ragionare, di farli rinsavire. Ma che idiota sarebbe Satana che caccia Satana? Che interesse avrebbe il demonio a combattere se stesso? Se Satana fugge è perché arriva qualcuno più forte di lui, superiore alle tenebre. Satana fugge perché irrompe Dio nella vita caliginosa della persona ammalata.

Giusto, semplice ed ovvio.

Ma l’ovvietà raramente trascende il pregiudizio ostinato, specie quello di coloro che si sentono inviati da Dio.

Allora Gesù affonda: non riconoscere nelle sue azioni l’opera di Dio, non cogliervi l’agire del Signore è una bestemmia imperdonabile.

Se davvero siete sulle tracce di Dio preparatevi a non essere capiti dai vostri famigliari, ad essere resi per bizzarri perché lo Spirito vi ha acceso di passione. E, anche se fa tristezza, a non essere seriamente accolti proprio da coloro che magari lavorano nella Chiesa da tanto tempo.

Ma non abbiate paura: l’uomo forte, il Signore Gesù, invocato e pregato, seguito e amato, accolto e ascoltato, caccia ogni tenebra, ogni demone, ogni giudizio.

E pazienza se qualcuno ci prende per matti.

Siamo discepoli di Gesù che, per primo, è stato preso per matto.

Da Nazareth

La fama di Gesù subisce un pesante contraccolpo, ovviamente.

Se da Gerusalemme i capi hanno decretato che non solo Gesù non è autorizzato a fare ciò che fa ma che, anzi, è figlio del demonio, molta gente si allontana.

Potere del potere che semplifica e si impone con autoritarismo, che impedisce alle persone di ragionare, che si sostituisce nel giudizio.

Sarà Gesù stesso ad insegnarci ad essere figli, liberi, capaci di capire. A darci dignità senza delegare ad altri le scelte, senza appaltare ad altri la nostra coscienza.

Fra le montagne arriva la notizia della “scomunica”.

È imbarazzante per la famiglia di Gesù che si precipita sul lago per portarlo via.

Gesù è diventato la vergogna della famiglia. Non scherziamo, va riportato a casa dopo la delirante parentesi mistica.

E, per avere più forza, il clan porta anche Maria.

Ma Gesù nemmeno li riceve e manda a dire loro che ora ha una famiglia: i discepoli e le discepole che vivono con lui il Regno di Dio.

Ecco, Gesù ha scelto. E anche Maria.

Lo ha concepito e cresciuto. Ora diventa discepola, abbandonando la logica del clan.

Se seguite il Nazareno, preparatevi a compiere scelte coraggiose, che superano la visione familista che portiamo nel cuore. Gesù è più di ogni affetto, di ogni famiglia, di ogni ruolo che dobbiamo interpretare.

Dove sei?

Gesù ci parla di Dio come nessuno prima di lui.

Un Dio che si è raccontato sin dai primordi, se abbiamo il coraggio e l’onestà di approfondire la Scrittura.

Un Dio che passeggia sul fare della sera cercando l’umano e la sua donna e, non trovandolo, lo chiama.

Dove sei?

Dove siamo? Dove sono in questo momento della vita? Dove sto andando?

San Paolo, nella seconda lettura, ci suggerisce un percorso: fissare lo sguardo sulle cose invisibili, ascoltare ed accogliere i moti dell’anima che ci portano alla verità tutta intera.



No, Gesù non è matto. O forse lo è, ancora oggi, per la logica del mondo.

Ma per noi che siamo stati toccati dal suo mantello, è più saggio di tutti i saggi.

 E se anche passiamo per matti perché amiamo, bene così.

Dove siamo?

Dietro un folle d’amore.

Fonte:http://www.tiraccontolaparola.it


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