FIGLIE DELLA CHIESA, LECTIO XIV Domenica Del Tempo Ordinario

XIV Domenica Del Tempo Ordinario
 Lun, 02 Lug 18  Lectio Divina - Anno B

Oggi è il giorno del Signore, Signore dei giorni. Oggi il giorno della santa convocazione dove il popolo di Dio si raduna per celebrare la cena del Signore e ascoltare la sua Parola e per fare memoria È il giorno che celebra il Cristo risorto e vivente, il Cristo Signore presente nell’assemblea riunita per l’ascolto della Parola e la cena eucaristica: per questo al centro della visione-audizione di Giovanni sta il Cristo risorto, colui che dice «Io sono il Primo e l’Ultimo e il Vivente: Io ero morto ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi» (Ap 1,17-18), colui che è presente in mezzo all’assemblea come è presente, in mezzo a noi, nelle nostre assemblee eucaristiche. È importante questa annotazione di Giovanni sul giorno del Signore perché ci testimonia una prassi ormai consolidata: c’è un giorno che la chiesa chiama giorno del Signore. Entriamo in questo giorno con la fede della chiesa che così prega, ascolta, invoca, intercede. Ci facciamo aiutare dai fratelli più saggi ed esperti ed illuminano la strada.

Colletta
O Padre, togli il velo dai nostri occhi e donaci la luce dello Spirito, perché sappiamo riconoscere la tua gloria nell'umiliazione del tuo Figlio e nella nostra infermità umana sperimentiamo la potenza della sua risurrezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

O Padre, togli il velo dai nostri occhi …
La santa Chiesa in questo giorno, quattordicesima domenica del Tempo ordinario, ci orienta sulla via per la comprensione del mistero che si celebra. Ci orienta con una richiesta ben precisa: Padre, togli il velo dai nostri occhi.

In antico Mosè, sul monte, doveva velarsi gli occhi per udire la voce di Dio. Ora, invece la chiesa chiede che sia tolto il velo dai nostri occhi.
Di quale velo si tratta?
Marco, l'Evangelista che ci fa da guida nell'anno "B", ci dà chiavi per scorgere la risposta.
La santa Chiesa, madre e maestra, conosce quel velo che può essere l'ignoranza, cioè la non conoscenza del Figlio di Dio, che può essere la dimenticanza di ciò che Dio ha operato nella storia personale e soprattutto il comando: "Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l'uomo sulla terra e da un'estremità dei cieli all'altra, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l'hai udita tu, e che rimanesse vivo? O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un'altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore vostro Dio in Egitto, sotto i vostri occhi? Tu sei diventato spettatore di queste cose, perché tu sappia che il Signore è Dio e che non ve n'è altri fuori di lui. Dal cielo ti ha fatto udire la sua voce per educarti; sulla terra ti ha mostrato il suo grande fuoco e tu hai udito le sue parole di mezzo al fuoco. Perché ha amato i tuoi padri, ha scelto la loro posterità e ti ha fatto uscire dall'Egitto con la sua stessa presenza e con grande potenza".(cf Dt 4)

Certo che il togliere il velo dagli occhi è potatura delicatissima del Padre. Nella liturgia di oggi il Padre è al lavoro per togliere il velo, antico e nuovo.
"Ma guardati e guardati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno viste: non ti sfuggano dal cuore, per tutto il tempo della tua vita. Le insegnerai anche ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli." (cf Dt 4)

Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Ed ora seguiamo Gesù, sta ritornando nella sua Patria.
Se al popolo ebraico è detto di non dimenticare, Gesù che compie le Scritture, non dimentica certo di fare memoria degli anni vissuti in quella patria.

Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga: è sabato, Gesù entra nella sinagoga e insegna, ha tra le mani la Torah.
La Torah è la melodia sulla quale il bambino ebraico fa i primi passi nella vita. Egli cresce giorno dopo giorno al ritmo della lettura cantilenata dei testi sacri, che a suo tempo imparerà a leggere e a memorizzare. Io sono nato in una famiglia ebraica fedele alle tradizioni d'Israele - testimonia André Chouraqui. Fin dalla mia nascita ho sentito cantare il Poema dei poemi sui ritmi antichi che hanno ispirato il canto gregoriano. Ancora bambino, ogni venerdì ero penetrato dal fervore che riempiva la nostra bella sinagoga all'ufficio della sera, quando sfociava nella recita del Poema, introduzione alle liturgie dello Sabbat. Gli uomini, le donne, e i fanciulli cantavano questo testo o l'ascoltavano come in un'estasi.
A ogni tappa della sua crescita, il fanciullo ebreo attinge la preghiera direttamente dalle Scritture, che egli approfondisce ascoltando i commenti dei Maestri, letti nella sinagoga.
Preghiera e studio convergono in un'attuazione della Parola al fine di una conversione al Dio d'Israele rinnovata ogni giorno.
Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi, ricorda il salmista, non indugia nelle vie dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti, ma si compiace della legge del Signore, la sua legge medita giorno e notte (cf Sal 1).
Origene si basa su Genesi 24 per dimostrare che è necessario essere fedeli ogni giorno all'ascolto della Parola se vogliamo che questa porti frutto. Ogni giorno Rebecca veniva ai pozzi, ogni giorno attingeva acqua; e poiché ogni giorno andava ai pozzi, per questo poté essere trovata dal servo di Abraham ed essere unita in matrimonio ad Isacco. Pensi che siano favole, e che lo Spirito Santo nelle Scritture racconti delle storie?
Questo è un ammaestramento per le anime e una dottrina spirituale, che ti insegna e ammaestra a venire ogni giorno ai pozzi delle Scritture, alle acque dello Spirito Santo e ad attingere sempre, e a portare a casa il recipiente pieno, come faceva anche la santa Rebecca. Essa non avrebbe potuto sposare Isacco, un patriarca tanto grande.

E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose?
Ora la Scrittura si può spiegare solo con la Scrittura, ci aiuta certamente Luca. Nel suo Vangelo racconta.

Si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore.
Stupiti e scandalizzati. All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio.
Anche Gesù rimane scandalizzato, perché i suoi uditori non credono, anzi tengono consiglio per farlo morire.
Un velo scende nei loro occhi. Dice bene Marco: Poi domandò loro: è lecito in giorno di sabato fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla? Ma essi tacevano. E guardandoli tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell'uomo: Stendi la mano! La stese e la sua mano fu risanata. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

Ma Gesù disse loro: Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua.
Ad introdurci nel mistero dello stupore- scandalo ci orienta l'esperienza del profeta Ezechiele, che già aveva parlato nella prima lettura.

Ezechiele dice: Gli Israeliti non vogliono ascoltar te, perché non vogliono ascoltar me: tutti gli Israeliti sono di dura cervice e di cuore ostinato. Ecco io ti do una faccia tosta quanto la loro e una fronte dura quanto la loro fronte. Come diamante, più dura della selce ho reso la tua fronte. Non li temere, non impaurirti davanti a loro; sono una genia di ribelli.
Cristo Gesù, uomo Dio ancora ripercorre le strade dell'umanità, entra nelle profondità della cecità e della violenza, accosta il dramma e lo trasfigura annullando il male. E noi osiamo ancora farci invocazione cosi:

Padre, donaci la luce dello Spirito, perché sappiamo riconoscere la tua gloria nell'umiliazione del tuo Figlio e nella nostra infermità umana sperimentiamo la potenza della sua risurrezione.

Fonte:figliedellachiesa.org

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