FRA.Andrea Vaona, "pietra d’inciampo o testata d’angolo?"


Domenica XIV del tempo ordinario – anno B

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando. (Mc 6,1-6)

Domenica XIV del tempo ordinario – anno B – E’ difficile credere al valore di un persona della quale si conoscono le origini modeste. Difficile per gli abitanti di Nazaret credere che questo carpentiere, che conoscono fin dalla sua infanzia, sia un profeta. Difficile per chi ha colto il realismo dell’umanità di Gesù credere che è veramente Dio. Questa difficoltà chiuderà definitivamente la porta alla fede?

La scena che Marco riporta qui è raccontata in maniera analoga da Matteo (13,54-58). Luca invece (4,16-30) la tratta in modo diverso. Ne fa il solenne episodio dell’inaugurazione della missione di Gesù. I suoi concittadini lo accolgono dapprima favorevolmente, poi dimostrano stupore e perplessità, e infine lo respingono con violenza. Questa lenta trasformazione degli abitanti di Nazaret è presentata in luca come il preannuncio dell’accoglienza e poi del rifiuto di Gesù da parte dei suoi, lungo tutto il corso della sua vita apostolica. Come Matteo, Marco riporta soltanto le reazioni di stupore e scetticismo dei concittadini di Gesù. Così pone la questione fondamentale dell’origine di Gesù, della sua saggezza e potenza.

Gesù non può fare miracoli senza la fede degli uomini (vd. 9,14-29: guarigione di un ragazzo posseduto): la salvezza non è imposta, deve essere avvolta nella fede. D’altronde che senso avrebbe il miracolo fuori della fede? Non si tratta di un legame psicologico, quasi che la fiducia del malato condizionasse il successo della sua cura: al di fuori di un contesto di fede un miracolo sarebbe privo di qualsiasi significato e non si potrebbe nemmeno parlare di miracolo. Del resto il potere della fede non si ferma nemmeno alla guarigione dei malati (11,22-24).

Ma Gesù diventa occasione di scandalo! la TOB traduce: “Egli era per loro occasione di caduta”. Questo perché credono di conoscerlo ma rimangono senza fede (v. 6): la “fede in sé stessi” e quanto “sanno” impedisce la fede. Gesù diventa per loro pietra di inciampo contro cui urtano! Gesù pietra di inciampo oppure «pietra che i costruttori hanno scartato è diventata testata d’angolo» (Mt 21,42)?

Allo stupore della folla (6,2) corrisponde quello di Gesù (6,6); perché, in nome di una pretesa conoscenza, i suoi concittadini rifiutano la potenza divina manifestata dalla sua saggezza e dalle sue azioni? Come riuscire a vincere questo rifiuto e trasformarlo in fede? La cosa che conta è che impossibilitato ad agire a Nazaret, Gesù senza scoraggiarsi parte per andare più lontano. Allo stesso modo raccomanderà ai suoi discepoli di scuotersi la polvere dai piedi prima di partire dalle località che rifiutano di accogliere e ascoltare il suo messaggio.

Come è difficile accogliere la novità anche nel proprio ambiente familiare e sociale. Bibbia francescana ci ricorda come anche Francesco all’inizio della sua conversione profonda fosse oggetto di stupore e perplessità:

«Il nuovo soldato di Cristo [=Francesco] si avvicinò alla chiesa e, mosso a pietà di quella miserevole condizione, vi entrò con timore reverenziale; incontrandovi un povero sacerdote, con grande fede gli baciò le mani consacrate, gli offrì il denaro che recava con sé e gli manifestò il suo proponimento. Stupito, e più di quanto si possa credere meravigliato dell’improvviso mutamento, il sacerdote non volle credere a quello che sentiva e, temendo una burla, ricusò di prendere quei soldi. Infatti lo aveva visto, per così dire, il giorno innanzi a far baldoria tra parenti e amici, superando tutti in vanità. Ma Francesco insisteva e lo supplicava ripetutamente di credere alle sue parole, e lo pregava di accoglierlo con lui per amore del Signore. E finalmente il sacerdote gli permise di rimanere con lui, ma non volle accettare il denaro, per paura dei parenti. Allora Francesco, vero dispregiatore della ricchezza, lo gettò sopra una finestra, incurante di esso quanto della polvere. Bramava, infatti, possedere la sapienza che è migliore dell’oro e ottenere la prudenza che è più preziosa dell’argento» (Tommaso da Celano, Vita prima, 9 : FF 335).

Fonte:http://bibbiafrancescana.org

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