p. José María CASTILLO, "CHI VIENE A ME NON AVRA’ FAME E CHI CREDE IN ME NON AVRA’ SETE MAI!"

XVIII TEMPO ORDINARIO – 5 agosto 2018 - Commento al Vangelo
CHI VIENE A ME NON AVRA’ FAME E CHI CREDE IN ME NON AVRA’ SETE MAI!
   

di p. José María CASTILLO

Gv 6, 24-35
[In quel tempo,] quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbi, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: "Diede loro da mangiare un pane dal cielo"». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mose che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
In questo vangelo è chiaro che (insieme al tema della salute) il cibo è ciò che per gli uomini è essenziale e desta preoccupazione. Per questo di nuovo cercano Gesù quelli che si erano saziati di mangiare. Le due prime preoccupazioni della vita sono l’essere in salute ed il poter mangiare il necessario. Per questo è così essenziale e logica la preoccupazione per il pane, cioè non trovarsi in stato di necessità. Ecco perché la crisi economica a quasi noi tutti sta preoccupando tanto, tranne quelli che con il proprio denaro stanno guadagnando una fortuna proprio adesso, quando c’è più fame nel mondo.
Quando Gesù si accorge che lo cercano spinti da quest’interesse, dice loro che c’è qualcosa di più importante, qualcosa che si addice di più a loro. C’è un alimento superiore, quello che dà “vita eterna”, che non si riferisce all’«altra vita», ma ad “una vita diversa dall’esistenza di prima” (J. Guhrt). Gesù dice loro che non basta l’interesse per il cibo e la sana economia, ma che ciò che è determinante è una vita nella quale si impongano, prima di nessun’altra cosa, la bontà, il rispetto, la solidarietà. Perché, quando si impone questo tipo di vita, si risolvono non solo il problema della fame, ma tanti problemi umani che ci rendono disgraziati o, se si risolvono, ci rendono felici.
Questa nuova vita si raggiunge per mezzo della fede, cioè per mezzo dell’adesione a Gesù, al suo messaggio, alla sua maniera ed al suo stile di vita. Quando il Vangelo in noi diventa convinzione, allora iniziamo a vivere questa vita diversa, la “vita eterna”, che ci cambia e che cambia il mondo.

Fonte:www.ildialogo.org

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