#PANEQUOTIDIANO, «Non parlava ad essa se non in parabole»

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La Liturgia di Lunedi 30 Luglio 2018 VANGELO (Mt 13,31-35) Commento:Rev. D. Josep Mª MANRESA Lamarca (Valldoreix, Barcelona, Spagna)

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».

Parola del Signore

«Non parlava ad essa se non in parabole»

Rev. D. Josep Mª MANRESA Lamarca 
(Valldoreix, Barcelona, Spagna)

Oggi, il Vangelo ci presenta Gesù predicando ai Suoi discepoli. E lo fa nella Sua forma abituale con parabole, impiegando, cioè, immagini semplici e comuni per spiegare i grandi misteri occulti del Regno. Così potevano capire tutti, da quelli più preparati fino a quelli che avevano meno talento.

«Il Regno dei cieli è simile a un granello di senape...» (Mt 31,31). I chicchi di senape sono così piccoli che quasi non si vedono, ma se si ha cura di loro e si innaffiano... finiscono col diventare un grande albero. «Il Regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina...» (Mt 13,33): Il lievito non si vede, ma se non stesse lì, la pasta non crescerebbe. Così pure è la vita cristiana, la vita della grazia: esternamente non si vede, non fa rumore, ma... se la lasciamo che si introduca nel nostro cuore, la grazia divina fa fruttificare il chicco e trasforma le persone da peccatrici in sante.

Questa grazia divina ci vien data dalla fede, dalla preghiera, dai sacramenti, dalla carità. Ma questa vita di grazia è soprattutto un dono che bisogna aspettare e desiderare con umiltà. Un dono che i sapienti e gl’intellettuali di questo mondo non sanno apprezzare, ma che Dio Nostro Signore vuole far arrivare agli umili ed ai semplici.

Voglia il Cielo che quando Dio cerchi noi, non ci trovi nel gruppo degli orgogliosi, ma in quello degli umili che si riconoscono deboli e peccatori, ma molto riconoscenti e fiduciosi nella bontà del Signore. Così il granello di senape diventerà un albero grande; così il lievito della Parola di Dio produrrà in noi frutti di vita eterna. Perché, «quanto più si ribassa il cuore per l’umiltà, più s’innalza verso la perfezione». Sant’Agostino.


Paolo Curtaz  
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Il Regno è una realtà piccola, insignificante, modesta che pure, come il lievito nella farina, come il granello di senapa, può crescere fino a diventare una realtà importante e significativa. Non si tratta di far diventare lievito tutta la pasta, ma di fare lievitare la realtà, di darle spessore. Non guardiamo alla nostra pastorale con criteri mondani, non scimmiottiamo logiche che assomigliano più al marketing che al Vangelo: grazie al cielo, nella Chiesa, non ci sono ancora i premi di produzione!

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