#PANEQUOTIDIANO, «Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore»
Liturgia di Venerdi 27 Luglio 2018 VANGELO (Mt 13,18-23) Commento:P. Josep LAPLANA OSB Monje de Montserrat (Montserrat, Barcelona, Spagna)
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».
Parola del Signore
«Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore»
P. Josep LAPLANA OSB Monje de Montserrat
(Montserrat, Barcelona, Spagna)
Oggi, contempliamo Dio come un contadino buono e magnanimo, che semina a mani piene. Non è stata avaro nella redenzione dell'uomo, ma ha speso tutto nel suo Figlio Gesù Cristo, che come grano sepolto (morte e sepoltura) è diventato vita e risurrezione nostra grazie alla sua santa Risurrezione.
Dio è un contadino paziente. I tempi appartengono al Padre, perché solo Egli conosce il giorno e l'ora (cf. Mc 13,32), del raccolto e la trebbiatura. Dio aspetta. E anche noi dobbiamo aspettare sincronizzando l'orologio della nostra speranza col piano salvifico di Dio. Dice Giacomo: «Guardate l'agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge» (Gc 5,7). Dio aspetta la coltivazione e la fa crescere con la sua grazia. Noi non possiamo nemmeno addormentarci, ma dobbiamo collaborare con la grazia di Dio prestando la nostra collaborazione, senza presentare ostacoli all’azione trasformante di Dio.
La coltivazione di Dio che nasce e cresce qui sulla terra è reso visibile nei suoi effetti, possiamo vederli in veri e propri miracoli ed esempi clamorosi di santità di vita. Sono in molti quelli che, dopo aver ascoltato tutte le parole e i rumori di questo mondo, hanno fame e sete della Parola di Dio, vera, li dove è viva e incarnata. Ci sono migliaia di persone che vivono la sua appartenenza a Gesù Cristo e alla Chiesa con lo stesso entusiasmo che all'inizio del Vangelo, perché la parola di Dio "trova la terra dove germinare e portare frutto" (S. Agostino), quindi dobbiamo alzare la nostra morale e affrontare il futuro con occhi di fede.
Il successo della coltura non è nelle nostre strategie umane o di marketing, ma nell'opera salvifica di Dio "ricco di misericordia" e nell'efficacia dello Spirito Santo che può trasformare la nostra vita in modo che siamo capaci di dare gustosi frutti di amore e di gioia contagiosa.
Cerchiamo, allora, di far fruttificare la Parola, senza lasciarla soffocare dalle tante preoccupazione e senza farla diventare la moda di un periodo mistico della nostra vita. Come? Lo strumento che abbiamo in mano è un buon inizio: la lettura attenta delle letture del giorno, una piccola meditazione, l'apertura alla preghiera in comunione con tutta la Chiesa, l'approfondimento culturale della Bibbia ci aiutano, giorno dopo giorno, a crescere nella consapevolezza che la Parola non è solo pia esortazione, o santa devozione da aggiungere alle nostre preghiere, ma l'origine e il nutrimento della nostra fede...
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».
Parola del Signore
«Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore»
P. Josep LAPLANA OSB Monje de Montserrat
(Montserrat, Barcelona, Spagna)
Oggi, contempliamo Dio come un contadino buono e magnanimo, che semina a mani piene. Non è stata avaro nella redenzione dell'uomo, ma ha speso tutto nel suo Figlio Gesù Cristo, che come grano sepolto (morte e sepoltura) è diventato vita e risurrezione nostra grazie alla sua santa Risurrezione.
Dio è un contadino paziente. I tempi appartengono al Padre, perché solo Egli conosce il giorno e l'ora (cf. Mc 13,32), del raccolto e la trebbiatura. Dio aspetta. E anche noi dobbiamo aspettare sincronizzando l'orologio della nostra speranza col piano salvifico di Dio. Dice Giacomo: «Guardate l'agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge» (Gc 5,7). Dio aspetta la coltivazione e la fa crescere con la sua grazia. Noi non possiamo nemmeno addormentarci, ma dobbiamo collaborare con la grazia di Dio prestando la nostra collaborazione, senza presentare ostacoli all’azione trasformante di Dio.
La coltivazione di Dio che nasce e cresce qui sulla terra è reso visibile nei suoi effetti, possiamo vederli in veri e propri miracoli ed esempi clamorosi di santità di vita. Sono in molti quelli che, dopo aver ascoltato tutte le parole e i rumori di questo mondo, hanno fame e sete della Parola di Dio, vera, li dove è viva e incarnata. Ci sono migliaia di persone che vivono la sua appartenenza a Gesù Cristo e alla Chiesa con lo stesso entusiasmo che all'inizio del Vangelo, perché la parola di Dio "trova la terra dove germinare e portare frutto" (S. Agostino), quindi dobbiamo alzare la nostra morale e affrontare il futuro con occhi di fede.
Il successo della coltura non è nelle nostre strategie umane o di marketing, ma nell'opera salvifica di Dio "ricco di misericordia" e nell'efficacia dello Spirito Santo che può trasformare la nostra vita in modo che siamo capaci di dare gustosi frutti di amore e di gioia contagiosa.
Cerchiamo, allora, di far fruttificare la Parola, senza lasciarla soffocare dalle tante preoccupazione e senza farla diventare la moda di un periodo mistico della nostra vita. Come? Lo strumento che abbiamo in mano è un buon inizio: la lettura attenta delle letture del giorno, una piccola meditazione, l'apertura alla preghiera in comunione con tutta la Chiesa, l'approfondimento culturale della Bibbia ci aiutano, giorno dopo giorno, a crescere nella consapevolezza che la Parola non è solo pia esortazione, o santa devozione da aggiungere alle nostre preghiere, ma l'origine e il nutrimento della nostra fede...