don Mario Simula,"La Legge che libera"
La Legge che libera
don Mario Simula
XXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (02/09/2018)
Visualizza Mc 7,1-8.14-15.21-23
Libero non è chi fa ciò che vuole. Una persona che vive in questo modo è anarchica, capricciosa, in balia del bisogno immediato. Rassomiglia ad un oggetto elettronico impazzito che, dopo mille volteggi, colpisce chi lo manovra.
Gli slogan che vanno di moda oggi sono semplici e accattivanti: “Se questa cosa mi piace la faccio, perché non dovrei farla?”. Oppure: “Che male c'è? Lo fanno tutti”. Oppure: “La legge lo permette!”.
Sembra che quello che soddisfa, ciò che appaga, tutto quanto corrisponde ad un comportamento scelto dalla maggioranza, sia di conseguenza lecito, giusto e buono.
La coscienza si abitua talmente e talmente in fretta che, un po' alla volta, non si mette più il problema.
Che importanza ha, poi, se qualcuno subisce ingiustizia per il comportamento di comodo che noi assumiamo? Che cosa ci interessa se facciamo del male agli altri, se li danneggiamo, se li mettiamo in cattiva luce? Importa che io mi diverta, che la scelta sia di mio gradimento. Non mi metto per nulla il problema degli altri.
Le parole di Mosè al popolo sono completamente diverse: Dio chiede al suo Profeta che annunci le leggi e le norme da mettere in pratica e che portano con sè ogni benedizione del Signore e sono fonte di saggezza e di intelligenza umana e spirituale.
Il vanto del Popolo di Dio, il nostro vanto, è possedere questo meraviglioso tesoro di vita: la Legge, che ci permette un'esperienza di pace, di civiltà dell'amore, di benessere per tutti. Sapersi dare un limite, quello che Dio ha stabilito; riconoscere che la vera solidarietà consiste nel rispetto dell'altro nella sua dignità e nella sua bellezza, comprendere che non devo fare agli altri ciò che non piace che sia fatto a me, questa è la grandezza del nostro cuore, il segno evidente della nostra saggezza, la capacità di vivere con gli altri e per gli altri, e, assieme a loro, dare vita ad un mondo nuovo.
San Giacomo nella sua Lettera è categorico: “Accogliete con docilità la Parola di Dio che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza”.
Parola da prendere sul serio e da vivere con coerenza se non vogliamo essere ascoltatori vuoti, persone volubili come le nubi sospinte dal vento. La vera gioia del cuore, quella gioia che appaga la nostra vita e la rende degna di essere vissuta, scaturisce dall'ascolto della Legge del Signore. Una Legge di libertà vera, che stabilisce rapporti autentici con gli altri, che stabilisce relazioni costruttive.
La Legge, tuttavia, non può essere confusa con le esteriorità vuote e appariscenti. Non può essere una norma di galateo o di buone maniere. Diversamente diventa essa stessa una schiavitù che ci avvinghia e ci schiavizza, facendo di noi delle caricature dell'amore.
Dio non ama i formalismi. Dio non ci giudica e non ci salva se osserviamo le abluzioni e tutte le norme esteriori che ci fanno apparire come persone per bene quando, al contrario, siamo delle persone che fanno prevalere le maschere, le apparenze, le ipocrisie illusorie che gettano fumo negli occhi di chi ci vede, finché anche chi ci vede non apre gli occhi su di noi e scopre la verità.
Gesù è chiarissimo quando parla con gli scribi e con i farisei.
E non si accontenta. Aggiunge una considerazione che rassomiglia ad una scudisciata in pieno viso contro le nostre ostentate forme di giustizia e di onestà formali.
“Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro: i propositi di male, impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza”.
Abbiamo qualche dubbio sulla chiarezza disarmante di questo discorso?
E nessuno dica: “La cosa non mi riguarda”. Significherebbe che da molto non ci guardiamo dentro il cuore con onestà e serietà, fino a raggiungere la libertà che ci affranca da tutte queste sporcizie, mettendole a nudo e portandole a galla dentro la nostra coscienza.
La legge non ci lega. Ci libera. Ci porta verso la verità. Scopre le nostre finzioni. Sconfigge i nostri sotterfugi.
Ci fa creature autentiche, mature e veritiere. Che non hanno da nascondere nemmeno una briciola del male che ci corrode dentro il cuore. Ma sa mettere tutto nella mani di Dio e del Suo Spirito, senza dimenticare mai che “la Verità, ci fa liberi”.
Signore, come siamo affezionati ai sotterfugi dell'anima! Perché siamo affezionati a tutto ciò che, uscendo dal nostro cuore, lo contamina.
Donaci, Signore l'amore spietato alla verità di noi stessi. Quella verità che sappiamo tenere nascosta con insuperabile abilità. Questa scelta non ci impedisce di essere buoni con noi stessi e, soprattutto, consapevoli della tua misericordia viscerale.
Gesù, prendici per mano, e accompagnaci lungo i labirinti della nostra coscienza, perché non rimaniamo preda della paura. Tu puoi essere la nostra Luce. La Guida incoraggiante che ci svela ogni immondizia del cuore e ci aiuta a saperla affidare alle tue mani. Tu sai trasformare il nostro cuore di pietra in un cuore di carne. Tu sai creare in noi un cuore puro.
Tu conosci la delicatezza giusta perché non rimaniamo turbati, sconvolti, vittime dei sensi di colpa. Tu sai indicarci i sentieri nascosti per arrivare a comprendere che ogni peccato è un amore mancato, un'occasione di bene smarrita e da ritrovare.
Gesù siamo nelle tue mani. Affidati alla tua tenerezza, sconvolti dalla tua benevolenza, increduli davanti alla tua bontà dolcissima. Aiutaci a capire che soltanto l'esperienza del tuo Amore, può orientarci verso il Bene.
Sentirsi molto amati da Te, porta delicatamente ad amare come Te.
Fonte:www.qumran2.net
don Mario Simula
XXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (02/09/2018)
Visualizza Mc 7,1-8.14-15.21-23
Libero non è chi fa ciò che vuole. Una persona che vive in questo modo è anarchica, capricciosa, in balia del bisogno immediato. Rassomiglia ad un oggetto elettronico impazzito che, dopo mille volteggi, colpisce chi lo manovra.
Gli slogan che vanno di moda oggi sono semplici e accattivanti: “Se questa cosa mi piace la faccio, perché non dovrei farla?”. Oppure: “Che male c'è? Lo fanno tutti”. Oppure: “La legge lo permette!”.
Sembra che quello che soddisfa, ciò che appaga, tutto quanto corrisponde ad un comportamento scelto dalla maggioranza, sia di conseguenza lecito, giusto e buono.
La coscienza si abitua talmente e talmente in fretta che, un po' alla volta, non si mette più il problema.
Che importanza ha, poi, se qualcuno subisce ingiustizia per il comportamento di comodo che noi assumiamo? Che cosa ci interessa se facciamo del male agli altri, se li danneggiamo, se li mettiamo in cattiva luce? Importa che io mi diverta, che la scelta sia di mio gradimento. Non mi metto per nulla il problema degli altri.
Le parole di Mosè al popolo sono completamente diverse: Dio chiede al suo Profeta che annunci le leggi e le norme da mettere in pratica e che portano con sè ogni benedizione del Signore e sono fonte di saggezza e di intelligenza umana e spirituale.
Il vanto del Popolo di Dio, il nostro vanto, è possedere questo meraviglioso tesoro di vita: la Legge, che ci permette un'esperienza di pace, di civiltà dell'amore, di benessere per tutti. Sapersi dare un limite, quello che Dio ha stabilito; riconoscere che la vera solidarietà consiste nel rispetto dell'altro nella sua dignità e nella sua bellezza, comprendere che non devo fare agli altri ciò che non piace che sia fatto a me, questa è la grandezza del nostro cuore, il segno evidente della nostra saggezza, la capacità di vivere con gli altri e per gli altri, e, assieme a loro, dare vita ad un mondo nuovo.
San Giacomo nella sua Lettera è categorico: “Accogliete con docilità la Parola di Dio che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza”.
Parola da prendere sul serio e da vivere con coerenza se non vogliamo essere ascoltatori vuoti, persone volubili come le nubi sospinte dal vento. La vera gioia del cuore, quella gioia che appaga la nostra vita e la rende degna di essere vissuta, scaturisce dall'ascolto della Legge del Signore. Una Legge di libertà vera, che stabilisce rapporti autentici con gli altri, che stabilisce relazioni costruttive.
La Legge, tuttavia, non può essere confusa con le esteriorità vuote e appariscenti. Non può essere una norma di galateo o di buone maniere. Diversamente diventa essa stessa una schiavitù che ci avvinghia e ci schiavizza, facendo di noi delle caricature dell'amore.
Dio non ama i formalismi. Dio non ci giudica e non ci salva se osserviamo le abluzioni e tutte le norme esteriori che ci fanno apparire come persone per bene quando, al contrario, siamo delle persone che fanno prevalere le maschere, le apparenze, le ipocrisie illusorie che gettano fumo negli occhi di chi ci vede, finché anche chi ci vede non apre gli occhi su di noi e scopre la verità.
Gesù è chiarissimo quando parla con gli scribi e con i farisei.
E non si accontenta. Aggiunge una considerazione che rassomiglia ad una scudisciata in pieno viso contro le nostre ostentate forme di giustizia e di onestà formali.
“Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro: i propositi di male, impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza”.
Abbiamo qualche dubbio sulla chiarezza disarmante di questo discorso?
E nessuno dica: “La cosa non mi riguarda”. Significherebbe che da molto non ci guardiamo dentro il cuore con onestà e serietà, fino a raggiungere la libertà che ci affranca da tutte queste sporcizie, mettendole a nudo e portandole a galla dentro la nostra coscienza.
La legge non ci lega. Ci libera. Ci porta verso la verità. Scopre le nostre finzioni. Sconfigge i nostri sotterfugi.
Ci fa creature autentiche, mature e veritiere. Che non hanno da nascondere nemmeno una briciola del male che ci corrode dentro il cuore. Ma sa mettere tutto nella mani di Dio e del Suo Spirito, senza dimenticare mai che “la Verità, ci fa liberi”.
Signore, come siamo affezionati ai sotterfugi dell'anima! Perché siamo affezionati a tutto ciò che, uscendo dal nostro cuore, lo contamina.
Donaci, Signore l'amore spietato alla verità di noi stessi. Quella verità che sappiamo tenere nascosta con insuperabile abilità. Questa scelta non ci impedisce di essere buoni con noi stessi e, soprattutto, consapevoli della tua misericordia viscerale.
Gesù, prendici per mano, e accompagnaci lungo i labirinti della nostra coscienza, perché non rimaniamo preda della paura. Tu puoi essere la nostra Luce. La Guida incoraggiante che ci svela ogni immondizia del cuore e ci aiuta a saperla affidare alle tue mani. Tu sai trasformare il nostro cuore di pietra in un cuore di carne. Tu sai creare in noi un cuore puro.
Tu conosci la delicatezza giusta perché non rimaniamo turbati, sconvolti, vittime dei sensi di colpa. Tu sai indicarci i sentieri nascosti per arrivare a comprendere che ogni peccato è un amore mancato, un'occasione di bene smarrita e da ritrovare.
Gesù siamo nelle tue mani. Affidati alla tua tenerezza, sconvolti dalla tua benevolenza, increduli davanti alla tua bontà dolcissima. Aiutaci a capire che soltanto l'esperienza del tuo Amore, può orientarci verso il Bene.
Sentirsi molto amati da Te, porta delicatamente ad amare come Te.
Fonte:www.qumran2.net