fra Damiano Angelucci, "CIÒ CHE SAZIA LA NOSTRA DOMANDA"
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CIÒ CHE SAZIA LA NOSTRA DOMANDA
TESTO (Gv 6,41-51)
In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo»
COMMENTO
Anni fa’ nella città di Bologna per divulgare una missione di evangelizzazione per i giovani furono affissi in giro per la città dei manifesti con una scritta provocatoria: “Gesù è la risposta”. Notte-tempo qualcuno scrisse su uno di questi manifesti una scritta altrettanto provocatoria: “…e la domanda qual è?”
Proprio così: “la domanda qual è?” Inutile offrire risposte di senso a chi non ha domande. Inutile, e veniamo al contesto del discorso di Gesù, parlare di un cibo che viene dal cielo se uno rimane sempre imprigionato nelle cose della terra e non alza mai lo sguardo del cuore alla ricerca delle cose eterne, alla ricerca della sua radice, della sua origine, della sua più radicale appartenenza.
Per capire la persona di Gesù bisogna aver fame di senso, aver fame di eternità, aver desiderio di conoscere il Padre, cioè Colui che ci ha generato e che ci ha messo nel cuore la sete di felicità, di eternità, insieme alla capacità di conoscerlo.
Solo Cristo, lui che è la via, la verità, la vita; lui che è l’unico che ha abitato prima di ogni tempo il cielo, cioè la Santa Trinità, può riaprirci l’accesso alla vera terra promessa, quella pienezza di vita che potremo godere solo quando in Cristo abiteremo nella più perfetta unità comunione col Padre e lo Spirito Santo, ma che possiamo anche pregustare in questa terra, vivendo nell’amore gratuito di Cristo e dei fratelli.
Fonte:http://fradamiano.blogspot.com/