don Mario Simula "Facciamo la pelle all'amico di Dio"

Facciamo la pelle all'amico di Dio
don Mario Simula  

XXV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (23/09/2018)


  Visualizza Mc 9,30-37
Non esiste persona più scomoda di chi è amico di Dio e come Dio ama e dice la verità. La verità fa liberi. Per questo motivo le persone libere sono le più inquietanti che possano esistere. Sono imprevedibili. Incontrollabili. Riescono sempre a mettere in crisi coloro che tramano la menzogna, la falsità e l'ingiustizia. Non danno tregua alla corruzione e ai corrotti. Sanno mettere a nudo le magagne che cercano di nascondersi.
Il Libro della Sapienza sembra una scrittura per oggi. E' attuale e lo sarà anche domani.
Non va per il sottile. E' implacabile nella sua denuncia: il giusto è d'incomodo, si oppone alle azioni perverse dei disonesti, grandi e piccoli, rimprovera le colpe, rinfaccia le trasgressioni contrarie alla Legge del Signore Dio. Per questo, mettiamolo alla prova e così sfidiamo Dio, sfidiamo la presunta protezione di Dio. Se veramente è un profeta delle cose giuste e oneste, anche se noi lo aggrediamo, verrà pure Dio ad aiutarlo. Occorre triturarlo con la violenza e con i tormenti.
Questa strategia spesso non è appariscente. E' subdola, strisciante, sotterranea. Colpisce senza che si intravveda la mano. Sparla senza far comprendere dove sia la bocca perversa. Distrugge e copre la malignità degli atteggiamenti nascosti. Vincerà davvero la sua mitezza e il suo spirito di sopportazione?
Condanniamolo ad una morte infamante. Il “suo” Dio si prenderà cura di lui!
Quanti sono i peccati commessi contro gli altri, in nome di Dio e credendo di rendere gloria a Dio?
Innumerevoli. Nessuno di essi è percepito con chiarezza e con verità. E' slavato ad arte, perché non si noti.
Se entriamo in noi stessi, come ci invita a fare l'apostolo Giacomo, apprendiamo la sequenza del male che ci corrode e iniziamo a guardarla negli occhi, a riconoscere che abita anche in noi, a cercare di sconfiggerla con la grazia dello Spirito.
San Giacomo la descrive in questo modo: si parte dalla gelosia: malattia insopportabile e brutta, pericolosa e devastante, e dallo spirito di contesa: la voglia di primeggiare, di farsi notare, ronzando attorno e addosso a chi conta, in modo adulatorio. Ne scaturisce ogni discordia e la montagna delle cattive azioni, tanto amate e gratificanti. Ma noi siamo soltanto questo?
Esiste una strada alternativa di bene. La strada della sapienza, che viene dall'alto. “E' pura, pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia, di buoni frutti, imparziale e sincera. Nella pace porta frutti di giustizia”.
Giacomo, dopo averci indicato questa strada nuova, continua a scandagliare il nostro cuore.
Da dove vengono le liti e le guerre che sono in mezzo a noi? si domanda. Non vengono forse dalle nostre passioni guerrafondaie nel cuore e nelle relazioni?
Siamo pieni di desideri e non riusciamo a possedere. Da questa radice profonda e nascosta di noi stessi spuntano lentamente l'invidia e le brame inappagate.
Più siamo invidiosi e meno riusciamo ad ottenere. Allora uccidiamo e facciamo guerra.
Questa è l'istantanea di Giacomo. Attualissima. Sconvolgente per quanto è vera.
Ma Gesù che cosa pensa?
In quel tempo, mentre camminano per strada, sorprende i suoi dodici intenti a discutere animatamente. Oggetto della contesa: “Chi è il più grande fra noi?”. Proprio quello che stigmatizza l'apostolo Giacomo: invidie, desiderio di potere e di prestigio, privilegio agli occhi del maestro.
Chi è il più grande fra noi? Gesù dirime la questione dicendo: “Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti”. Viene capovolta la logica, senza orizzonti, del modo di pensare comune: dalla gente più semplice, fino all'uomo di grande arroganza e ricchezza.
Vuoi essere il primo? Diventa l'ultimo. L'ultimo posto è quello che maggiormente mette in luce la grandezza dell'uomo che appartiene a Dio. Voglio essere l'ultimo, come Gesù.
Vuoi essere servito? Mettiti al servizio. La regalità più autorevole e meravigliosa è servire. Voglio essere il servo che lava i piedi ad ogni sofferente, come Gesù.
Gesù insegna queste cose anche attraverso un gesto eloquente e pieno di tenerezza. Prende un bambino lo mette in mezzo al gruppo e, abbracciandolo con amore, lo addita come modello di vita: “Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome accoglie me”. Se vuoi incontrare il Signore Gesù e il Padre devi necessariamente passare attraverso la strada del “piccolo bambino”, simbolo del Regno che a lui appartiene. Voglio essere “bambino per il Regno”, come mi insegna Gesù.
Prima di questi fatti Gesù aveva fatto affermazioni sconcertanti agli occhi e alle orecchie dei discepoli: “Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà”. Gesù è il vero Giusto, la vittima generosa dell'amore più alto. Sarà stritolato dalla prova e sarà glorificato nella Pasqua. “Ma essi non capivano”. E tu? E noi?

Gesù, Tu sei il vero Giusto condannato al disprezzo e alla morte, soltanto per aver annunciato l'amore del Padre. Tu sei il vero fratello che ci mette davanti al nostro cuore, misterioso e incomprensibile, sotterraneo dal quale escono le malvagità che ci inquinano. Tu sei l'amico incondizionato della nostra mitezza, che si serve soltanto dell'arma pacifica dell'amore. Tu sei il compagno di strada che per primo ha percorso i sentieri della prova e della persecuzione, pagando di persona il prezzo della tenerezza di Dio che perdona.
Noi ci sentiamo veramente fatti male nel nostro modo di pensare, Gesù. Siamo assetati di potenza, di apparenza, di invidia, Signore, e non sappiamo come venir fuori dal groviglio di queste tentazioni. Signore Gesù abbiamo bisogno di Te. Senza il tuo aiuto moriamo, andiamo a fondo, perdiamo la nostra dignità. Ci perdiamo dietro discussioni interminabili e miserabili su chi conta di più tra noi. Mentre il mondo ci aspetta per sentire, dalla nostra vita, l'annuncio del tuo “Bel Vangelo” che salva. Gesù, diciamo tante parole di morte, mentre Tu sei soltanto la Vita. Quando verrai a liberarci e a soccorrerci mentre noi sprofondiamo nel baratro? Vieni, Gesù. Custodisci la nostra lingua, orienta i nostri pensieri, cambia la nostra vita. Il mondo attende, attraverso la nostra testimonianza, di poter contemplare il tuo Volto. Voglio diventare espressione limpida del Tuo Volto, Gesù.

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