PANE QUOTIDIANO«VEDRETE IL CIELO APERTO E GLI ANGELI DI DIO SALIRE E SCENDERE SOPRA IL FIGLIO DELL’UOMO»

 La Liturgia di Martedi 29 Settembre 2018 VANGELO (Gv 1,47-51) COMMENTO:Cardinale Jorge MEJÍA Archivista e Bibliotecario di S.R. Chiesa (Città del Vaticano, Vaticano)
Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo. 

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui:
«Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
Parola del Signore

«Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo»
Cardinale Jorge MEJÍA Archivista e Bibliotecario di S.R. Chiesa 
(Città del Vaticano, Vaticano)
Oggi in questa festa dei Santi Arcangeli, Gesù manifesta ai suo Apostoli e a tutti noi, la presenza dei Suoi angeli e il rapporto che hanno con Lui. Gli angeli stanno nella Gloria celestiale dove perennemente lodano al Figlio dell’uomo, che è lo stesso Figlio di Dio. Lo circondano e stanno al Suo servizio.

«Salire e scendere» ci ricorda l’episodio del sogno del Patriarca Giacobbe, che dormiva su una pietra durante il viaggio verso la terra di origine della sua famiglia (Mesopotamia), vede gli angeli che «salgono e scendono» da una misteriosa scala che unisce cielo e terra, mentre Dio stesso si trova in piedi accanto a lui comunicandogli il messaggio. Notiamo la relazione esistente tra la comunicazione divina e la presenza attiva degli angeli.

Così Gabriele, Michele e Raffaele appaiono nella Bibbia come presenti in eventi terreni e portando agli uomini –come ci dice lo stesso San Gregorio il Grande- le comunicazioni, mediante la loro presenza e le loro stesse azioni, che cambiano in modo decisivo le nostre vite. Essi sono chiamati appunto “arcangeli”, cioè, principi degli Angeli, perché inviati per le più grandi missioni.

Gabriele fu inviato ad annunciare a Maria la concezione verginale del Figlio di Dio, che è l’inizio della nostra redenzione (cf. Lc 1). Michele lotta contro gli angeli ribelli espulsandoli dal cielo (cf. Ap. 12): ci annuncia, così, il mistero della giustizia divina, portato a termine anche tra gli angeli quando questi si ribellano, e ci dà la sicurezza della sua e nostra vittoria sul male. Raffaele accompagna invece Tobia “junior”, lo difende e consiglia, e cura infine suo padre (cf. Tob). In questo modo ci annuncia la presenza degli angeli accanto a ciascuno di noi: l’angelo che chiamiamo Custode.

Impariamo da questa celebrazione degli arcangeli che «salgono e scendono», che servono Dio, e che lo servono in beneficio nostro. Danno gloria alla Santissima Trinità, e lo fanno servendo noi. E in conseguenza esaminiamo quanta devozione dobbiamo loro e quanta gratitudine dobbiamo al Padre che li invia per il nostro bene.

La voce di un padre della Chiesa
ImmagineEssi sono sommamente puri, non solo nel senso che alcuna macchia, alcuna bruttura mai li deturpa e non sono sottoposti alle leggi delle nostre immaginazioni materiali, ma soprattutto perché inaccessibili ad ogni principio di degradazione. Egualmente sono anche contemplativi... Sono perfetti non per il possesso di misteri nascosti sotto la verità dei simboli, ma perché nella loro alta ed intima unione con la divinità acquistano, toccando le cose divine, l'alta intelligenza che domina gli Angeli.
Dionigi Aeropagita

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