DON PaoloScquizzato, "Ascolta. Ossia, taci!"

OMELIA 31a Domenica Tempo Ordinario. Anno B

«Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che li aveva uditi discutere e, visto come aveva ben risposto a loro, gli domandò: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?». 29Gesù rispose: “Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; 30amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. 31Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi». 32Lo scriba gli disse: “Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui;33amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».34Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: “Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo”». (Mc 12, 28b-34)



Il primo comandamento è: Ascolta. Ossia, taci!

Non è: fare, credere, obbedire, dire, ma ascolta. Fai spazio, crea un vuoto dentro te dove tutto possa divenire possibile, perché l’Essere ti possa raggiungere.

Non dobbiamo fare nulla per Dio – tanto meno ‘olocausti e sacrifici’ (v. 33) – se non accogliere ciò che lui desidera compiere in noi.

Dio non lo si raggiunge, non lo si attira, non lo si convince, non lo si fa felice, non lo si accontenta.

Lo si ama, certo, ma solo aprendoci al suo amore per poi prendersi cura dell’altro, perché ‘la strada più breve per Dio passa dal fratello’.



I verbi relativi all’amore sono sempre al futuro: amerai.

Certo, perché amare è cosa lunga, s’impara lentamente. Ad amare non si finisce mai. È sempre un apprendistato. Non si dà meta nell’amore.

Purtroppo nei secoli questo futuro s’è trasformato in imperativo: ama!

Amare non può essere un dovere, ma una possibilità in via di compimento.

E potrai amare solo ‘come te stesso’, non più di te stesso. Sarebbe la dittatura del bene.

Ama come puoi, con ciò che sei. Ama con la tua storia, i tuoi limiti, le tue ferite, le tue ombre. Insomma, prima di amare qualcuno comincia ad amare te stesso. Non cercare di diventare migliore, ma sentiti amato da un Amore più grande per ciò che sei.

Perdonati, accogliti tutto, abbracciati tutto. Fai voto di vastità!

Solo così, potrai cominciare ad amare chi ti sta accanto, riversandovi il balsamo del bene, come un guaritore ferito.

Fonte:www.paoloscquizzato.it

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