#PANEQUOTIDIANO, «Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell'uomo»

La Liturgia di Domenica 02/ Dicembre 2018 VANGELO (Lc 21,25-28.34-36) COMMENTO:Rev. D. Antoni CAROL i Hostench (Sant Cugat del Vallès, Barcelona, Spagna)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il
fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Parola del Signore
«Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell'uomo»

Rev. D. Antoni CAROL i Hostench 
(Sant Cugat del Vallès, Barcelona, Spagna)

Oggi, cominciando un nuovo anno liturgico, ci riproponiamo di rinnovare il nostro entusiasmo e la nostra lotta personale che ha come scopo la santità, propria e di tutti. A questo ci invita la Chiesa stessa, ricordandoci, attraverso il Vangelo di oggi, la necessità di essere costantemente preparati, di essere sempre “innamorati” del Signore: «State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita» (Lc 21,34).

Però notiamo un dettaglio che è importante fra innamorati: questa attitudine di allerta —di preparazione— non può essere intermittente, ma deve essere permanente. Per questo il Signore ci dice: «Vegliate e pregate in ogni momento» (Lc 21,36). In ogni momento! Questa è la giusta dimensione dell’amore. La fedeltà non si basa su un “adesso sì, adesso no”. È pertanto molto importante che l’esercizio della pietà e della nostra formazione spirituale sia fondato su un ritmo abituale (di giorno in giorno, di settimana in settimana). Se solo potessimo vivere ogni giorno della nostra vita come se fosse il primo; se solo ogni mattino, al risveglio, potessimo dire: Oggi sono nato (grazie Dio mio!); oggi ricevo il Battesimo; oggi ricevo la mia Prima Comunione; oggi mi sposo… Per poter perseverare nell’allegria è necessario questo ricominciare, questo rinnovarsi.

In questa vita non possediamo una dimora permanente. Verrà il giorno in cui anche «Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte» (Lc 21,26). Ottimo motivo per perseverare nell’attenzione e nella veglia! Però in questo avvento, la Chiesa aggiunge un altro buon motivo per la nostra gioiosa preparazione: un giorno gli uomini «vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande» (Lc 21,27), però Dio oggi arriva sulla terra con mansuetudine e discrezione; in forma di neonato, al punto che «il Cristo fu avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia» (San Cirillo di Gerusalemme). Solo uno spirito attento scopre in questo bambino la grandezza dell’amore di Dio e della sua salvezza (cf. Sal 84,8).


Risultati immagini per Paolo VICon la solita grandezza di fede Paolo VI affermava: "Oggi gli uomini tendono a non cercare più Dio. Tutto si cerca, ma non Dio. Anzi, si nota quasi il proposito di escluderlo, di cancellare il Suo Nome e la Sua memoria da ogni manifestazione della vita, dal pensiero, dalla scienza, dalle attività della società: tutto deve essere laicizzato, non solo per assegnare al sapere e all'azione dell'uomo il campo loro proprio, ma per rivendicare all'uomo un'autonomia assoluta, una sufficienza paga dei soli limiti umani, fiera di una libertà resa cieca di ogni principio obbligante. Tutto si cerca, ma non Dio; Dio è morto - si dice - non ce ne occupiamo più. Ma Dio non è morto, è semplicemente perduto, perduto per tanti uomini del nostro tempo. Non varrebbe la pena di cercarlo? Ecco il grande momento dell'Avvento!  (agosto 1970).

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