Don Paolo Zamengo, "Eroi o cristiani?"

VII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) 
Eroi o cristiani?    Lc 6, 27-38

Che differenza c’è tra un eroe e un discepolo di Gesù? Esistono modi di comportarsi in maniera esemplare che non fanno di noi dei discepoli di Gesù.  Molti si dedicano alle buone cause, compiono gesti di grande generosità da suscitare l’ammirazione. Tuttavia non tutti, pur agendo così, sono discepoli del Signore.

Dove passa il confine tra la virtù umana della pur pregevole qualità e il miracolo che Dio compie nei suoi santi? Dove sta la differenza?

È fuorviante pensare che la differenza sia quantitativa o che i meriti dei cristiani sono da attribuire alla carità, all’attenzione e alla sensibilità nel desiderio di comprendere e colmare le continue e sempre nuove esigenze della povertà.

Quanti benefattori dell’umanità conosciamo nel campo della ricerca scientifica, della medicina, dell’educazione, della cultura, dell’arte. Le opere di bene  non saranno mai uguagliate nemmeno dai santi. E i santi stessi non hanno mai avuto l’ambizione di fare meglio degli altri, in qualunque settore.

Allora quale è la caratteristica propria dei discepoli di Gesù? Cosa fa la differenza? La differenza sta in un incontro. È determinante aver incontrato Dio e avere sentito, sperimentato, dentro di sé, l’amore di Dio Padre. L’incontro con Dio può anche non cambiare la quantità o la grandezza visibile dei gesti di generosità ma trasforma radicalmente la qualità del nostro amore.

L’amore cristiano è diverso, deve essere diverso. L’amore del cristiano assomiglia a quello del Padre. “Amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.  Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro”.

Parole forti, parole nuove definiscono questo amore. Non ci sorprende che Dio sia buono per i buoni e accettiamo che muoia per i giusti. Ma che Dio sia buono e misericordioso verso i malvagi, che Gesù muoia per i peccatori e che il sole splenda tanto su chi lo ama quanto su chi lo disprezza, ecco questo ci pare inconcepibile.

Ma Dio fa così, Dio ama così.  E noi amiamo così? Amiamo fino a questo punto? Per arrivare a questo c’è un solo modo. Sentirsi amati così. Per amare tutti i nostri fratelli non esiste altra strada che quella che costata che siamo  stati amati dal Padre fino a questo punto.

Gesù non vuole eroi nel suo regno, non vuole fare di noi uomini di fuoco e di roccia, ma vuole ogni uomo vero. Ecco il criterio e ci dà la misura:  “Ciò che desiderate per voi, fatelo agli altri”. È una prodigiosa esemplificazione della legge. Io imparo ciò che devo fare ascoltando il mio desiderio.

Ciò che io desidero per me è essere amato, essere benedetto, voglio che non si tenga conto del male commesso,  voglio poter contare sull’abbraccio di un amico. Voglio fiducia e perdono. Voglio la stima per ciò che di buono ho e non la condanna per ciò che ho di cattivo. Questo desidero per me.

E questo, tutto questo, cercherò di farlo e questo cercherò di offrire agli altri. “Va’ e anche tu fa lo stesso”. Sarà mia la legge che allarga il cuore. Come grande è stato il cuore di Dio per me.

Padre misericordioso, rendici sempre attenti alla voce dello Spirito, perché possiamo conoscere ciò che è conforme alla tua volontà e attuarlo nelle nostre parole e nelle nostre opere.



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