don Roberto Seregni "Sulla tua Parola"

Sulla tua Parola
don Roberto Seregni  

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) 

  Visualizza Lc 5,1-11
E' un giorno di lavoro, uno qualsiasi, uno dei tanti. I pescatori per tutta la notte hanno cercato il loro bottino nel lago Genesaret, ma le reti sono rimaste vuote. Niente da fare. I pesci non sono saltati nella rete. Tanta fatica, tanti sacrifici per nulla. Si ritorna a casa a mani vuote.

Ma in questa delusione, in questa quotidianità della vita dei pescatori di Cafarnao, si presenta Gesù e chiede a Simone di usare la sua barca come un pulpito per parlare alle folle. La fama del Rabbì di Nazaret era già diffusa, tutti avevano sentito parlare dei suoi miracoli, esorcismi e guarigioni. Simone stesso era stato testimone della guarigione di sua suocera (Lc 4,38-39) e accetta volentieri la richiesta di Gesù.

Simone lo ascolta dalla sua barca e così pure i suoi soci. Ma alla fine del suo discorso, Gesù - figlio del falegname - dà un ordine inatteso al futuro ignaro apostolo: "Prendi il largo e calate le reti per la pesca" (v.4).

Ogni volta che leggo e medito su questo brano mi viene spontaneo pensare alla faccia di Simone davanti all'ordine di Gesù: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma..." (v. 5)

Vi devo confessare che mi piace tantissimo questo "ma" di Simone.

E' vero, il comando di Gesù appare assurdo e insensato, ma...

L'ordine dato dal Rabbì è contrario a tutte le regole della pesca, ma...

Gesù è figlio di un falegname, non se ne intende di pesci, ma...

Simone e i suoi compagni hanno lavorato tutta la notte senza prendere nulla, ma...

"...ma sulla tua parola getterò le reti". (v.5)

Simone lo sa che la Parola di Gesù è potente ed efficace, sa che quella Parola fa la differenza, lo ha sentito e lo ha visto. Simone si fida, issa l'ancora e prende il largo. Le reti si riempiono a dismisura, devono chiamare in soccorso l'altra barca. Mai vista una cosa simile.

Simon Pietro si sente indegno di stare sulla stessa barca con Gesù, si riconosce peccatore, tutti i suoi limiti gli rimbalzano davanti agli occhi, ma il Signore lo rassicura, "non temere", dice. Il Suo amore è più grande della povertà che Simon Pietro si scopre addosso. Le reti sono state gonfiate dal peso della Sua Parola, dalla fecondità della fiducia consegnata all'insensata richiesta del Rabbì di Nazareth.

Hanno lasciato tutto. Hanno seguito Lui. Quella Parola che ha riempito le reti vuote, riempirà pure la loro vita.

Coraggio, cari amici, se pure voi come Simone guardate con amarezza le reti vuote dei vostri insuccessi, affidatevi alla Sua Parola; se fate esperienza del vostro peccato e della vostra miseria, non temete, il Suo amore è più grande, più forte e più ostinato; se vi sembra che il Vangelo sia una follia, che la proposta di vita di Gesù sia insensata, che camminare dietro a Lui sia una pazzia, fate un bel respiro e lasciate spazio nel cuore alle parole di Simon Pietro: "Sulla tua parola getterò le reti".


Buona settimana
don Roberto

Fonte:www.qumran2.net/


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