Luca DESSERAFINO sdb"Vi guiderà a tutta la verità"

8a Domenica: Ss. Trinità - Anno C | Omelia
Vi guiderà a tutta la verità

"Credo in un solo Dio". Questa professione di fede è comune anche agli Ebrei e ai Musulmani. Sulla bocca dei cristiani ha però un significato molto diverso. Infatti i credenti in Cristo proseguono specificando: "Padre...Figlio...Spirito Santo". Il nostro Dio non è un Dio solitario, in compagnia soltanto di se stesso, nella sua beatitudine inaccessibile. Ma è una famiglia, una pluralità di persone unite nell'amore, una comunità d'amore.

Il mistero del Dio unico in tre Persone è il principio, la sorgente da cui deriva tutta la realtà creata.
Ce l'ha richiamato velatamente il brano del Libro dei Proverbi. La Sapienza creatrice di Dio si presenta quasi come una persona, che lo assiste nel "fare" il mondo, è "con Lui come architetto", è la sua "delizia ogni giorno", "si rallegra davanti a Lui in ogni istante...e pone le sue delizie tra i figli degli uomini". Questa descrizione non evoca soltanto la gioia che Dio prova nel creare ma ci fa intendere una pluralità di persone in Dio e la presenza di una di loro in mezzo agli uomini. Nel Nuovo Testamento Gesù sarà presentato come la "sapienza" di Dio.

Dalla pietra al filo d'erba, al fiore, alle galassie, all'uomo, agli altri esseri spirituali, tutto esiste perché le tre divine Persone lo hanno voluto, continuano a volerlo e quindi continuano a crearlo, cioè a mantenerlo nell'essere, nella vita. La creazione è sempre in atto, è sempre in corso.

L'opera della Trinità è la creazione, ma soprattutto la redenzione. Il Padre ci ha amati per primo e ci ha mandato il suo Figlio. Il Figlio ha condiviso integralmente la nostra condizione umana fino a morire. Una morte d'amore fedele supremo sfociata nella risurrezione. In tal modo ci ha salvati, riconciliandoci con Dio, riportandoci in braccio a Dio, ristabilendo la relazione perduta.

Nell'evento del Figlio che si fa uomo e nel dono dello Spirito la Trinità intera si immerge nell'umanità, tre Persone divine si impegnano e si affaccendano per innalzare l'uomo al loro livello, per introdurlo nella loro intimità, in quel posto che da sempre è preparato per lui.

Dio ci ha rivelato la struttura intima della sua vita, perché ci chiama a vivere un rapporto d'amore con Lui già da ora, per partecipare un giorno in modo pieno e definitivo alla sua infinita beatitudine.
In questa luce si comprende la parola di Gesù: "Lo Spirito di verità vi guiderà alla verità tutta intera".

Gesù è la verità, cioè ci ha rivelato pienamente Dio Padre e il suo amore per gli uomini. E' Lui stesso questa rivelazione. "Lo Spirito di verità" è chiamato così perché la rivelazione di Gesù la fa comprendere, interiorizzare, vivere. Porta gradualmente i discepoli di tutti i tempi a entrare ed inabitare in questa Rivelazione e in tal modo li trascina verso il cuore di Dio, verso la sua vita intima che è la "comunione d'amore", cioè la "comunione trinitaria", la più alta e profonda possibile ed esistente.

Se il Figlio può dire che tutto ciò che il Padre possiede è suo, è solo perché l'ha ricevuto: l'intima relazione fra il Padre e il Figlio è nell'ordine dell'amore e del dono, non della pretesa e del vanto. Il Padre non è accessibile che al Figlio e nel Figlio. In Lui, concretamente nella sua persona e nella sua esistenza storica, nelle sue opere, nelle sue parole, nella sua obbedienza, Dio ci è venuto vicino, raggiungibile e conoscibile e ha mostrato tutto il suo volto di Padre.

Gesù parla anche dello Spirito, della sua figura e della sua funzione. Soprattutto viene affermata la sua dipendenza da Gesù. Si direbbe che lo Spirito riprenda, nel suo venire tra noi, il medesimo atteggiamento assunto dal Figlio, che non è venuto a dire parole sue, né a cercare una gloria propria, ma a raccontare ciò che ha udito dal Padre: allo stesso modo si comporta lo Spirito nei confronti di Gesù. L'insegnamento dello Spirito è un "guidare verso e dentro la pienezza della verità". Dunque una conoscenza interiore, progressiva, e personale.

Ma è anche detto che lo Spirito rivelerà le cose future. Non significa che lo Spirito ci rivelerà la cronaca dell'avvenire, ma che ci aiuterà a fare una lettura della storia presente alla luce della sua conclusione, cioè alla luce della storia di Gesù, che è lo svelamento del futuro. Se leggessimo la storia chiusi nel presente, dovremmo concludere che l'amore è sconfitto. Daremmo ragione al mondo e torto a Gesù. Ma se leggiamo la storia alla luce della sua conclusione, cioè alla luce del giudizio di Dio già avvenuto in Gesù, allora possiamo concludere che la carta vincente, anche se ora è smentita e crocifissa, è proprio l'amore.

La Trinità è entrata nella storia degli uomini per chiamare tutti a far parte del mistero d'amore. All'origine e al termine della storia c'è questa comunione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. L'orizzonte trinitario ci avvolge tutti, sì che la "comunione" è il nome di Dio e la verità della creazione. Tale orizzonte è senza dubbio la sfida più grande oggi lanciata dalla Chiesa a tutte la religioni, a tutti gli uomini. E' la sfida a vivere nell'amore. Certi che là dove c'è amore, c'è Dio.

Luca DESSERAFINO sdb

Fonte:http://www.donbosco-torino.it

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