don Fabio Rosini"Gesù Cristo Re dell’Universo "(Anno C)


Gesù Cristo Re dell’Universo (Anno C) - 24 novembre 2019


Uno dei malfattori appesi alla croce
lo insultava: «Non sei tu il Cristo?
Salva te stesso e noi!». L’altro invece
lo rimproverava. E disse: «Gesù, ricordati
di me quando entrerai nel tuo regno».
Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi
con me sarai nel paradiso».
Luca 23,35-43

E la croce diventa porta del paradiso
Per celebrare la regalità universale di Gesù la Chiesa proclama un Vangelo paradossale, quello in cui Gesù viene crocifisso. Sulla croce c’è un epitaffio: “Re dei Giudei”. Sarebbe questo, dunque, il trono del Re dell’universo? In questo frangente Gesù viene insultato in vari modi. I capi religiosi gli dicono: «Ha salvato altri! Salvi sé stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Non negano i miracoli di Gesù, anzi. Sono pronti ad avallare una religione plausibile, conveniente, che procuri benessere. Così si comporta un “eletto”.

I soldati, dal canto loro, rappresentano il potere romano. Il loro insulto, infatti, parla del suo potere dicendo: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso!». Facci vedere che sei un re, comportati da potente. Gesù non dà alcuna risposta a questi signori. Uno dei malfattori interviene. Rappresenta l’umanità sofferente, appesa con Cristo alla croce, con tutti i suoi problemi e la sua amarezza. «Non sei tu il Cristo?». Va notato che questo ladro afferma che Gesù è il Messia e continua: «Salva te stesso e noi!». Avanti, agisci da Messia! Tiraci tutti fuori da questo massacro! Non è così cattivo questo poveruomo: accade a tutti, nei momenti di difficoltà, di gridare al cielo dicendo: “Fa qualcosa per noi! Perché non ci aiuti? Che Dio sei se non mi salvi?”. Gesù non risponde. L’altro malfattore entra in scena, e rimprovera il compagno: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». Quest’uomo sa almeno due cose: da una parte di aver fatto del male e dall’altra di essere di fronte a un innocente che non merita quel che loro si sono procurati. Non è poco. Ma poi dice molto di più: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno».

RICORDATI DI ME
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Quindi Gesù, quel tizio straziato accanto a lui, è proprio un Re. Alcuni hanno chiesto che scenda, altri di essere salvati, ma costui non chiede di essere tolto dalla croce. Lui dice: «Ricordati di me nel tuo Regno». Vorrei che tu non mi dimenticassi. Mi basterebbe. Chiede di avere spazio nella sua memoria. Niente altro. E Cristo, finalmente, parla. Ma che curiosa la sua risposta! «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso». Hai chiesto un posto nel mio cuore? Hai chiesto una relazione con me? Stare con me vuol dire entrare nel paradiso. Oggi. La frase di Gesù questo significa: stare in paradiso vuol dire stare con me. E questo accade comunque oggi. Oggi insieme in croce, oggi insieme in paradiso. Il punto è che siamo insieme. Per questo malfattore reo confesso la tenebra diventa un tunnel con una luce alla fine. La sofferenza è ancora lì, ma c’è anche la luce. Ora sa dove sta andando. Perché sa con chi ci sta andando. Infatti, dice Paolo, «se moriamo con lui, con lui anche vivremo; se perseveriamo, con lui anche regneremo» (2Tm 2,11s). Il vero problema è stare con lui. Con lui la croce diventa la porta del paradiso. Questo è il suo potere.

Fonte:https://www.famigliacristiana.it/

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