Paolo Curtaz, "Natale del Signore"

Natale del Signore
Notte: Is 9,1-3.5-6; Tt 2,11-14; Lc 2,1-14
Benvenuto, Dio

I pastori sono storditi dal freddo e confusi dal sonno, spaventati e increduli davanti a tanta luce.
La loro vita si consuma nella sopravvivenza e nella rabbia contro un destino cinico e baro che li ha
spinti oltre i margini della società, ad esercitare un lavoro malvisto e malpagato, malsano e
disprezzato.
Pastori, cioè nulla.
Pastori, cioè dimenticati da tutti.
Erranti con i loro greggi nelle avare colline di Giudea, a due passi dal deserto che di giorno li
soffoca con il caldo e di notte li opprime con il gelo .
Obbligati a dormire all’addiaccio, scoraggiati nel farsi una famiglia, impossibilitati a rispettare le
minuzie della Legge o a frequentare una comunità.
Pastori, cioè dimenticati.
E se anche un qualche Messia dovesse mai salvare Israele dall’oppressione straniera, certamente
non verrebbe a cercarli, perduti come sono.
Non attendono salvezza, sono rassegnati alla vita, all’oggi, all’ineluttabile.
E invece.
Per voi
Per voi è nato un Salvatore.
Non per gli altri. Per voi.
Non per l’Imperatore che dalla lontana Roma impone ai sudditi un censimento come chi conta un
gregge.
Non per lo spietato e astuto Erode, che usa la religione come arma di propaganda e vede Dio come
un concorrente.
Non per i sacerdoti impegnati a celebrare la potenza del Dio di Israele e a vantarsi del ricostruito
tempio, che conoscono il luogo della venuta del Messia ma non escono a vedere.
Non per la brava gente di Gerusalemme turbata dalla visita dei magoi che vagheggiano di re e di
stelle.
E nemmeno per il rabbino di Betlemme che prima di addormentarsi, quella notte, ha invocato con
forza la venuta del Messia. Che nasceva a duecento metri da casa sua.
Per voi è nato un Salvatore.
Proprio perché non ve lo aspettavate.
Proprio perché conoscete bene la perdizione, avete bisogno di salvezza.
Proprio perché il desiderio di bene e di Dio, nel vostro cuore, è un abisso che non osate più
nemmeno guardare, per timore di scoppiare in lacrime.
Proprio perché la durezza della vita ha reso il vostro cuore pietra. E fango. E sterco.
Per voi è nato un Salvatore.
Perché Dio cerca le pecore perdute. E i pastori perduti.
Per noi
Per noi è nato un Salvatore.
Se ancora abbiamo l’onestà di riconoscerci persi in un mondo che non riconosciamo più, che non
ci appartiene. Se ancora il desiderio di pienezza e di infinito mozza il fiato, inumidisce gli occhi,
scuote l’anima nel profondo. Se ancora la speranza di un senso a tutto ci abita.
Per noi perché mendicanti, cercatori, lebbrosi.
Perché Dio viene per gli ultimi, per i perdenti, corre nei deserti a scovarli, invia truppe angeliche a
illuminarli e riempirli di gioia.
Questo accade, in questa notte santa. In questa nuova Creazione. In questo nuovo oggi.
Facendosi spazio fra i nostri inutili natali, fra le nostre usurate abitudini, fra emozioni imposte dai
pubblicitari e dal marketing.
In questo ridondare di zucchero e melassa, di atmosfera magica che esaspera il dolore dei tanti
che, in questi giorni, indossano la maschera della felicità d’ordinanza sperando che passino le
feste.
Ecco, qui, esattamente, qui, proprio oggi, proprio a me, Dio dice:
per te, Paolo, è nato il Salvatore.
Sì, Signore, salvami.
Salvami dalla tenebra che mi impedisce di vedere. Salvami dal non senso che attanaglia e incombe
sulla mia vita. Salvami dal vittimismo e dallo scoraggiamento, dall’arroganza e dal narcisismo.
Salvami, o Salvatore.
Fammi tuo.
Un segno
Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia.
Dio nasce ancora in me e mi invita a riconoscerlo nei segni.
Segni semplici: i pastori sanno bene cos’è una mangiatoia. Dio non si nasconde, non fa il difficile,
non si fa desiderare, né la sua conoscenza è riservata ai pochi.
Segni vitali: un neonato in braccio a sua madre, le persone che incontriamo per strada, un raggio
di luce che buca le nubi, un canto natalizio, una candela accesa, la telefonata che faccio o che
ricevo.
La vita è una caccia al tesoro, dirà quel neonato diventato grande.
E ho ancora voglia di cercarlo.
Perché quel bambino mi dice che Dio non si è ancora stancato dell’umanità. Di me.
Tenero.
Eccolo qui Dio.
Sonnecchia, stropiccia gli occhi, i pugni chiusi, la bocca a cercare il seno acerbo della madre.
Eccolo qui il Creatore di Tutto.
Eccolo qui il Dominatore dell’Universo.
Benvenuto, Dio.
• Conferenze di Paolo Curtaz: Torino 16/01 ore 21: La vita: una caccia al tesoro; Sant’Anna,
via Brione 40 - Genova 17/01 ore 18,30: Discepoli sullo sfondo: Malco e Barabba
Parrocchia dell’Annunziata a Sturla - 17/01 ore 21: Discepoli sullo sfondo: la folla e le
discepole Parrocchia dell’Annunziata a Sturla (È richiesta una partecipazione alle spese) -
Cuneo 23/01 ore 20,30 San Defendente di Cervasca
• Dieci anni dell’associazione Zaccheo: 650 conferenze, 87.000 persone presenti, 600 coppie
coinvolte nei week-end, 25 pellegrinaggi con 1000 pellegrini, 8 milioni di visualizzazioni sui
siti e sui social. E per il 2020 Webinar e E-lerning. PassaParola.

Fonte:https://www.tiraccontolaparola.it/


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