Pane quotidiano«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato»

La Liturgia di Mercoledi 29 Aprile 2015  VANGELO (Mt 11,25-30) Commento: P. Julio César RAMOS González SDB (Mendoza, Argentina)
In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai
nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Parola del Signore
Commento: Oggi, Gesù grida come chi dice parole che devono essere ascoltate chiaramente da tutti. Il suo grido sintetizza la sua missione salvatrice, perché è venuto a «salvare il mondo» (Gv 12,47) ma non per se stesso, però, ma nel nome del «il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e annunziare» (Gv 12,49).

Non è ancora trascorso un mese da quando celebravamo il Triduo Pasquale. Quanto presente stette il Padre nell’ora estrema, l’ora della Croce! Come ha scritto Giovanni Paolo II, «Gesù, oppresso dalla previsione della prova che l’aspetta, solo davanti a Dio, lo invoca con la sua abituale e tenera espressione di fiducia: «`Abba, Padre’». Nelle ore seguenti si fa palese lo stretto dialogo del Figlio con il Padre: «Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34); «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46).

L' importanza di questo atteggiamento del Padre e del suo inviato, si merita una risposta personale di chi ascolta. Questa risposta è il credere, ossia, la fede (cf. Gv 12,44); fede che ci da —lo stesso Gesù— la luce per non seguire nelle tenebre. Invece, chi rifiuta tutti questi doni e manifestazioni, e non conserva queste parole «ha chi lo condanna: la parola» (Gv 12,48).

Accettare Gesù, allora, è credere, vedere, ascoltare il Padre, significa non trovarsi immerso nelle tenebre, ubbidire il mandato di vita eterna. Ci risulta opportuna l’ammonizione di san Giovanni della Croce: «[Il Padre] tutto ce lo disse insieme e in una sola volta, per questa sola Parola<< Gesù >>Per cui, chi adesso volesse chiedere a Dio, o volesse qualche visione o rivelazione, non solo farebbe una sciocchezza, ma offenderebbe Dio, al non porre gli occhi totalmente in Cristo, evitando di volere qualche altra cosa o novità».

La voce della santa patrona d'Italia

Tutti i vizi sono conditi dalla superbia, sì come le virtù sono condite e ricevono vita dalla carità.
Santa Caterina da Siena



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