Enzo Bianco, sdb "ORA SAPPIAMO: DIO E' AMORE"

10 maggio 2015 | 6a Domenica di Pasqua - Tempo di Pasqua B | Omelia
"Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi." Parole rivolte da Gesù agli apostoli il Giovedì santo, nell'Ultima Cena. C'era molta commozione. Amici in intimità. Era il commiato di Gesù prima dell'arresto, del processo, della morte in croce. Giovanni, uno dei dodici, era
presente, era testimone, e ricordava, e ha raccontato nel suo Vangelo.
Gesù confida agli apostoli che è amato dal Padre con un amore senza limiti. E li assicura: anch'egli ama i suoi apostoli, con lo stesso amore. E l'amore di Gesù si spinge fino al dono della vita: "Nessuno - dice - ha un amore più grande di questo: dare la propria vita per gli amici".

* Giovanni dovette meditare a lungo su tutte queste parole, una vita intera. E - vedi Seconda Lettura di oggi - ha maturato quella definizione nuova di Dio: "Dio è amore": semplice, e a un tempo di profondità abissale.
Così la "paternità di Dio" risulta la rivelazione che Gesù ci ha fatto, e "Dio è amore" è l'intuizione di Giovanni, il discepolo che Gesù amava.
Al centro di tutto c'è dunque questa scoperta sconvolgente, che Dio è Padre, e ama le sue creature. Al limite, l'uomo con un comportamento dissennato può rifiutare di essere figlio di Dio, ma Dio non può cessare di essere Padre.

* Su Dio-amore di potrà andare oltre, immaginare qualcosa di più? Pare di sì: un teologo antico, Clemente Alessandrino, ha scritto: "Per la sua misteriosa divinità, Dio è padre. Ma la tenerezza che ha per noi lo fa diventare madre. Amando, il Padre diventa femminile".
E due teologi moderni: "Dio possiede la forza dell'amore paterno insieme alla tenerezza dell'amore materno" (Jean Galot); "Dio è madre più di tutte le madri" (Maurice Zundel).
A mettere poi tutti d'accordo ci potrebbe essere quel teologo bambino che - ben ispirato dalla sua catechista - ha scritto nel quadernetto: "Dio è un papà che ama come una mamma".

DALL'UOMO UNA LIBERA RISPOSTA D'AMORE

Le conseguenze per la nostra vita di ogni giorno sono state da duemila anni a questa parte - e sono oggi per ciascuno - sconvolgenti. Gesù ha cambiato il mondo. L'amore è stato la sua rivoluzione. La vera rivoluzione. Non la presa della Bastiglia, o l'ottobre 1917 a Mosca, o la lunga marcia di Mao in Cina.

* Di fatto Dio si attende dall'uomo una libera risposta d'amore. Con un risvolto implicito, drammatico e inquietante per tutti gli uomini: ha osservato ancora l'apostolo Giovanni che "chi non ama rimane nella morte".
In realtà "Si vive solo il tempo che si ama" (Helvétius). "L'amore è l'ala che Dio ha dato all'uomo per salire fino a lui" (Michelangelo Buonarroti).

I CAMBIAMENTI OPERATI DALLA RIVOLUZIONE DI GESÙ

Un primo cambiamento vistoso introdotto da Cristo è il nostro modo di essere in società. Da allora Dio attende che ogni uomo guardi agli altri con amore intelligente, sapiente e attivo.

* Dunque come fare? I cristiani si guardano attorno, e considerano gli altri come compagni di viaggio con cui accompagnarsi nella vita. Tutti insieme incamminati verso Dio. Perciò diventa normale saper vedere, compatire, prendere per mano, caricarsi sulle proprie spalle. Accettare gli altri come sono, e aiutarli a diventare come dovremmo essere tutti.
Si dovranno compiere gesti clamorosi? Non occorre. Diceva Jean Vanier: "L'amore non è fare cose straordinarie o eroiche, ma fare cose ordinarie con tenerezza".
In sostanza si scopre che non la formidabile energia necleare, ma l'amore fraterno suscitato da Cristo sul pianeta Terra, è la vera grande potenza cosmica.

* Altro effetto a sorpresa della rivoluzione operata da Gesù è la gioia. Ecco le sue parole, rivolte quella sera agli apostoli, nell'Ultima Cena: "Questo vi ho detto, perché la mia gioia sia in voi, e la vostra gioia sia piena".
Una gioia potremmo dire festiva, domenicale, stando ai cristiani antichi che inventarono la domenica, e di domenica presero a recarsi in chiesa incontrandosi fra loro mentre incontravano il Signore. I primi cristiani hanno rilasciato riflessioni di questo tipo: "Colui che si affligge di domenica, commette peccato" (Didascalia dei dodici apostoli); oppure: "In questo giorno di festa non si deve digiunare, al servizio liturgico (cioè alla messa) neppure una volta ci si deve inginocchiare!" (Tertulliano).

* Quasi quasi per il cristiano la gioia diventa dovere. È il modo di vivere l'amicizia con Dio. E i giorni feriali diventano festivi.
Chesterton, un convertito, ha spiegato il perché dicendo: "La gioia è il gigantesco segreto del cristiano". In pratica, se siamo sempre tristi, imbronciati, brontoloni, è perché non siamo ancora cristiani. In pratica noi valiamo quanto vale la nostra gioia.

SAREMO GIUDICATI SULL'AMORE

Dunque Dio è amore.
Benedetto XVI appena eletto papa, volendo consegnare ai cristiani un messaggio fondamentale, ha scritto la sua prima enciclica assegnandole come titolo e contenuto proprio "Dio è amore". In questo modo ha fatto della definizione di Giovanni il punto di partenza del suo pontificato.
Papa Francesco per conto suo ha aggiunto all'idea dell'amore una sfumatura tutta sua: la tenerezza. Ci ha detto: "Lasciatevi riempire della tenerezza del Padre". Perché viviamo anche noi con tenerezza in mezzo agli altri.
Queste idee si sono perfezionate arricchite lungo i secoli. Ci ricordava un altro Giovanni, poeta e mistico del Cinquecento, san Giovanni della Croce: "La sera della vita noi saremo giudicati sull'amore". Logico, dal momento che Dio è amore.
L'essenziale è tutto lì, in quella definizione.
Enzo Bianco, sdb

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