Umberto DE VANNA SDB"Amore, amicizia, gioia"

10 maggio 2015 | 6a Domenica di Pasqua - Anno B | Omelia
6a Domenica di Pasqua - 2015
Per cominciare
"Amore, amicizia, gioia": sono i messaggi che Gesù ci consegna in questa sesta domenica del tempo pasquale. Sono le parole centrali dell'annuncio cristiano, tra le più affascinanti del vangelo.
La parola di Dio
Atti 10,25-27.34-35.44-48. L'apostolo Pietro battezza la famiglia del pagano Cornelio. È l'inizio della chiesa universale e cattolica. Il
dono dello Spirito scende a sorpresa anche sui pagani. Da questo momento per la chiesa non ci saranno più divisioni di popoli, di razze, di culture: "Dio non fa preferenza di persone".
1 Giovanni 4,7-10. Gesù ci rivela che "Dio è amore", scrive Giovanni. Per questo solo chi ama può conoscere Dio. Dio ci ha amati per primo, di un amore senza misura, donandoci suo Figlio che si è offerto come "vittima di espiazione per i nostri peccati".
Giovanni 15,9-17. Gesù afferma che siamo coinvolti nell'amore trinitario di Dio, in un gioco d'amore che ci rende suoi amici, ci fa vivere nella gioia e ci rende testimoni e promotori di amore tra i fratelli.

Riflettere...
o Anche in questa domenica del tempo pasquale un brano del vangelo di Giovanni sostituisce il vangelo di Marco, che è quello che leggiamo nelle domeniche dell'anno B. Non c'è infatti un anno dedicato al vangelo di Giovanni, che viene in soccorso di Matteo, Marco e Luca soprattutto nelle domeniche dei tempi "forti". Tanto più che quello di Marco è il vangelo più breve.
o Nelle letture di questa domenica è evidente e centrale il tema dell'amore. Questo, che è un argomento ricorrente nella prima lettera di Giovanni, lo è anche nel brano del vangelo dello stesso Giovanni che ci viene proposto oggi. Il testo riporta una parte delle parole confidenziali che il maestro dice ai suoi apostoli durante la cena pasquale, parole di amore e di amicizia dal sapore caldo ed esplicito come non mai.
o Giovanni, nella sua lettera (seconda lettura) rivela che Dio è amore. Tra le tante definizioni di Dio (essere perfettissimo, motore immobile, colui che è…), questa è certamente la più singolare, sorprendente e consolante. Dio non è estraneo e indifferente alla nostra vita, Dio non è responsabile del male che c'è nel mondo, Dio non manda i terremoti e le inondazioni, così come noi non siamo consegnati a un destino cieco e senza speranza, perché Dio è amore e ci ama.
o "Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore", precisa Giovanni, e chi vuole conoscere Dio deve cominciare ad amare. "Chi non ama rimane nella morte", dice altrove Giovanni (1Gv 3,14); e ancora: "Noi amiamo perché egli ci amati per primo" (1Gv 4,19). Dio ci ha consegnato il suo amore anzitutto nel miracolo della creazione, e soprattutto nel volto misericordioso e amichevole dell'uomo Gesù. "Se vedrete Dio nel prossimo", dice Madre Teresa, "riuscirete ad amare come Dio ama voi".
o Nel vangelo Gesù si pone sulla stessa lunghezza d'onda. Ma questa volta l'identikit di Dio passa attraverso la persona di Gesù. Egli dice: "Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore". Ogni cristiano è invitato a entrare in questo vortice d'amore. Dal momento che tra Padre e Figlio c'è amore condiviso e il Figlio ama noi, noi possiamo e dobbiamo sentirci coinvolti. Non solo: se il Padre ama il Figlio e il Figlio ci ama, anche noi dobbiamo amarci l'un l'altro.
o L'espressione "rimanere in" ritorna molte volte in questo capitolo di Giovanni. Lo ricordavamo domenica scorsa parlando della vite e dei tralci: "Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto", dice Gesù. Che ci invita ad avere nei suoi confronti un rapporto di intimità e di amicizia profondo, come quello che c'è - per tornare alle similitudini delle ultime due domeniche -, tra il pastore e le sue pecore, tra la vite e i tralci.
o "Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena". Gesù che parla così si trova alla vigilia della sua passione. Eppure parla di gioia e di una gioia piena. Gioia che nasce dall'amore: dal sentirsi amati e dall'amare a nostra volta. "Senza l'amore, a che serve esistere?", diceva Roger Schutz. "Perché vivere ancora? Con che scopo? In questo consiste il senso della nostra vita: essere amati per sempre, fino nell'eternità, perché, a nostra volta giungiamo fino a morire d'amore. Sì, felice colui che muore d'amare".
o Dice ancora Gesù: "Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore… e questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi". Gesù ha riassunto tutti i comandamenti nell'amore e ha proposto come pietra di paragone il buon samaritano, cioè uno che ama anche chi non è della sua famiglia, della sua terra, della sua razza. Uno che ama senza attendersi nulla.
o Aggiunge Gesù: "Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi". Ancora una volta si parla di amore e di amore di amicizia. Spesso pensiamo che l'amore di amicizia sia meno profondo e vero, meno importante. Quello che noi chiamiamo amore spesso è vestito di istinto e infatuazione, di stordimento e di intossicazione. L'amicizia vera invece nasce spesso da un amore più raffinato e alto; genera rapporti di libertà, di rispetto, di condivisione. Ogni amore genuino dovrebbe colorarsi di amicizia per diventare più autentico e profondo, anche nel rapporto di coppia, anche in quello tra le persone di una stessa famiglia.
o "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici". Gesù pensa sicuramente a se stesso, che tra breve si consegnerà alle sofferenze più atroci per dimostrare il suo amore senza misura. L'amore vero è quello che costa, non è solo qualcosa di romantico e di poetico, e talora ti chiede il martirio: "Amatevi come io ho amato voi" (Gv 13,34).
o "…tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda". Altrove Giovanni dice: "Qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui" (1Gv 3,22), e questo perché Dio ci ama e ci è amico. Ed è difficile dire di no a un amico.
o "Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri". L'amore può essere comandato? Sì, perché esprime e arricchisce la mia personalità. Perché l'amore è il valore più alto dal quale dipendono tutti gli altri.

Attualizzare
* Gesù dicendo che Dio è amore e dando a noi il comando dell'amore, ha rivelato - se ce ne fosse bisogno - che l'amore è uno dei valori assoluti della nostra vita. L'amore non ha bisogno di spiegazioni, di giustificazioni, non deve portare ragioni. L'amore è come la libertà: esiste, deve esserci, non se ne può fare a meno. Dice acutamente san Bernardo: "L'amore é sufficiente per se stesso, piace per se stesso e in ragione di sé. Non cerca ragioni. Amo perché amo, amo per amare" (Discorso sul Cantico dei Cantici).
* Quando si parla di amore nella nostra società si parla più comunemente di qualcosa di ambiguo. Più spesso ci si mette al centro della relazione. Pochi pensano di dover fare il primo passo, amare per primi. Non c'è scambio, non c'è la disponibilità a costruire la felicità di un altro. Ma senza questo atteggiamento di apertura, di amore vero, si rischia di diventare insopportabili gli uni agli altri.
* L'amore "ha i suoi comandamenti", come dice una popolare canzone. Gesù in questa conversazione con gli apostoli ne traccia le regole. Amore non è abbandonarsi agli istinti, è "amarsi gli uni gli altri, come Gesù ha amato noi". Obbedire alla legge dell'amore è impegnarsi a far felici le persone che amiamo.
* L'amore non si ferma di fronte alle difficoltà, non si arrende, fino a dare la vita per coloro che amiamo. La frase del Cantico dei Cantici "Forte come l'amore è la morte" (8,6) è spesso usata come una frase ad effetto, una metafora. In realtà è stato così sicuramente per Gesù, e anche per molti altri che ne hanno seguito l'esempio.
* Questo amore, anche se costa fatica, non è mai inutile. Anche quando lì per lì non si vedono i risultati, c'è da essere sicuri che qualcosa rimane e trasforma l'animo di tutti: di colui che ama, ma anche dall'altro, che resta sorpreso dai miei gesti di amore. Anche i cattivi possono cogliere la generosità e la dignità di un atto d'amore. Si racconta che un ebreo ogni volta che saliva sull'ascensore, un tizio gli si metteva accanto e gli sputava addosso. Qualcuno gli disse: "Ma perché non reagisci, perché non difendi la sua dignità?". E l'ebreo a rispondere: "Non è un problema mio, è un suo problema". Forse l'ebreo non sopportava per amore, ma anche in questo caso limite, è inevitabile che col passare dei giorni il prepotente sia rimasto colpito dalla dignità di chi subiva quell'umiliazione.
* L'amore non teme le difficoltà, le resistenze, le incomprensioni. La chiesa delle origini ha dovuto resistere alla sinagoga e al mondo romano. Oggi le difficoltà sono altre: la derisione, l'emarginazione, la persecuzione vera e propria in alcuni paesi di missione. "Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi (Gv 15,20).
* L'amore ha come effetto la gioia. L'amore è accompagnato dalla gioia, una gioia di natura diversa da quella sguaiata del mondo. Non è la risata insulsa, ma la gioia che dimora nella profondità dell'anima.
* L'amore è fedele, non è capriccioso e incostante. Accetta la fatica di costruirlo, perché duri e si purifichi. L'amore si sforza di apprezzare l'altro, di vederne gli aspetti positivi, di apprezzarne la dignità.
* L'amore si fa comunicazione, confidenza, intimità, dialogo, amicizia. Dove non c'è scambio di doni, di parola, di gesti di affetto, non c'è amore. L'amore va manifestato, un amore inespresso non può durare a lungo.
* L'amore porta a condividere la vita. È per amore che Gesù sceglie gli apostoli. Li sceglie personalmente uno per uno e ha verso di loro un rapporto affettuosamente amichevole. Poi li invia, affidando a loro il compito per cui si è incarnato, l'evangelizzazione dei popoli.
* L'amore diventa fecondo, ed è sempre generatore di vita. Nel figlio, quando si parla dell'amore condiviso nel matrimonio. Nella fecondità apostolica quando ci si riferisce alla vita condivisa nella comunità cristiana.
aL'amore richiede infine la "reciprocità": "Amatevi gli uni gli altri", dice Gesù. Non si può amare a lungo in una sola direzione. E l'esperienza ci dice che l'effetto di un amore donato è spesso proprio questo, perché chi ama ottiene facilmente amore.
* Oggi siamo chiamati a scoprire il "Dio che è amore". E prima di tutto a lasciarci amare da lui, "riposare in lui", come dice Gesù.

L'amore secondo il Maestro Eckhart (1260-1327)
"Se qualcuno fosse in estasi come san Paolo e un ammalato aspettasse che gli si porti un po' di minestra, riterrei preferibile che, per amore, egli uscisse dalla sua estasi e servisse il bisognoso con un amore più grande".
"Colui che ama Dio per il proprio interesse, lo ama come ama la sua mucca, per il latte e il formaggio che gli dà. Così fanno tutte quelle persone che amano Dio per la ricchezza esteriore o la consolazione interiore, e non amano veramente Dio, amano il proprio tornaconto"..

Due facce della stessa medaglia
"Gli uomini credono che prima si debbono amare gli uomini e poi amare Dio. Anche io ho fatto così, ma è stato tutto inutile. Quando ho cominciato ad amare Dio più di tutto, allora in questo amore per Dio ho trovato anche il mio prossimo; nel cuore di Dio c'è un amore per gli altri di cui non sarò mai capace" (Spiridione, monaco della chiesa greca).

Da questo vi riconosceranno
"In una società come la nostra, è chiaro che l'importante non sta nel fatto che la Chiesa sia in primo luogo visibile attraverso un tempio che domina gli edifici circostanti. Da quale segno Gesù ha detto che i suoi discepoli sarebbero stati riconosciuti? Dall'amore che avrebbero avuto gli uni per gli altri. In questo senso, perché la chiesa riesca a porsi in stato di missione e di evangelizzazione, i battezzati non hanno altra scelta che quella di consolidare il loro progetto di fraternità" (mons. Bernard Hubert).


 Umberto DE VANNA

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