MACHETTA Domenico SDB "Egli infatti è la nostra pace"

19 luglio 2015 | 16a Domenica Tempo Ordinario B | Appunti per la Lectio
1ª LETTURA: Ger 23, 16
Geremia, profeta sensibilissimo, ci dà una pagina sui pa stori, dentro cui si scorge uno dei temi di fondo della sua predicazione: la speranza. Geremia è il profeta della spe ranza, chiamato a predicare in un tempo senza speranze. Chiamato a sradicare, a demolire, ad abbattere, pronuncia oracoli carichi di ottimismo in momenti di tragedia. Gere mia è il profeta della Nuova Alleanza. C'è aria di novità nel le pagine di Geremia: nel buio pesto della storia della sua na
zione, questo profeta parla di luce, di Alleanza nuova. Non che l'Alleanza del Sinai fosse sorpassata; l'Alleanza di Dio con il suo popolo era definitiva, completa, ma la novità è rappresentata dal modo con cui Dio sta per rivelarsi.
Dio scriverà la sua legge nel cuore dell'uomo. I pastori d'Israele hanno disperso le pecore, non si sono occupati di esse. Dio stesso se ne occuperà, suscitando "un germoglio giusto, che regnerà da vero re". Sarà il vero pastore, il "buon pastore", che guiderà le pecore per sentieri di giu stizia: lo chiameranno "Signorenostragiustizia". La "giu stizia" è il progetto di Dio sul mondo. Israele starà sicuro.
"Il tuo bastone e il tuo vincastro", dice il salmo del pasto re, "mi danno sicurezza". Quando il "Germoglio giusto" mette la tenda tra gli uomini, si commuove per loro, per ché sono "pecore senza pastore".
Viene per radunare, per mettere pace, per fare dei due un popolo solo. "Egli infatti è la nostra pace" (Ef 2, 2ª let tura). È lo scopo dell'Incarnazione. Questo tema emerge nell'appassionata preghiera sacerdotale di Gv 17, quando Gesù chiede ripetutamente al Padre che i suoi siano
"uno", perfetti nell'unità (ut sint consumati in unum!).

VANGELO: Mc 6, 3034
Nel Vangelo di questa domenica troviamo i discepoli di ritorno dal faticoso viaggio apostolico. Gesù li accoglie offrendo loro un po' di riposo, "in disparte in un luogo deserto". Lontano dalla folla, a tu per tu con Gesù, loro so li, per un riposo necessario come il pane, per poter ritro vare energie nuove. La stanchezza può giocare brutti scherzi nei rapporti con Dio e con i fratelli.
Ma qual è il riposo di cui parla Gesù? Non è certo per dere tempo, non è un riposare secondo le categorie della società del benessere. Riposare per Gesù è ricrearsi, tro vare forze nuove dal contatto con lui, rinfrancarsi alla mensa della sua parola, ristorarsi nell'esperienza della co munione fraterna. Il "buon pastore", nei momenti di inti mità, comunica i suoi segreti, parla delle sue ansie pasto rali... Riposarsi è prendere coscienza che il mondo lo por ta avanti Dio, che nessuno di noi è necessario. Non si trat ta di passività, ma di fede, di ascolto.
Il progetto di Gesù è di farli riposare un po'. Ma ecco, la folla manda all'aria tutto. "Una grande folla", dice Marco. Gesù si commuove. Il verbo greco è molto forte: le viscere di Gesù fremono. Questa folla affamata sconvolge Gesù. Di fronte alla morte, alla sofferenza, alla miseria, Gesù fre me. Non è secondo i piani del Padre che l'umanità sia co sì affranta. Marco sta preparando il terreno alla moltipli cazione dei pani, ma l'evangelista vuole andare alla radice della miseria. Di che cosa ha fame questa folla? Sono "pecore senza pastore". Per questo Gesù freme. C'è un unico pane che può saziare la gente. Riusciranno a scoprire il ve ro cibo che può saziare l'uomo?
Il Vangelo di Marco è il Vangelo delle domande. Do mande che mettono in crisi il discepolo, per provocare l'atto di fede. Come usciamo dalle nostre messe domenicali? Che effetto produce la parola ascoltata? Ci lascia tranquilli o provoca una benefica inquietudine?

MACHETTA Domenico

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