MACHETTA Domenico SDB "Tu sei il Cristo".

13 settembre 2015 | 24a Domenica Tempo Ordinario B | Appunti per la Lectio
1ª LETTURA: Is 50,5-9
Terzo carme del Servo, opera del Deutero-Isaia. Questo servo è perseguitato a causa della parola. La sua missione è ascoltare e annunciare. Parla a un popolo di scoraggiati, ma è contestato violentemente. È oltraggiato, deriso, flagellato. Gli sputano addosso e gli strappano la barba.
Ma ecco l'annuncio rivoluzionario: la sofferenza, sempre considerata segno di rigetto e di sconfitta, improvvisamente diventa segno di elezione e di vittoria.


VANGELO: Mc 8,27-35
Scena centrale del Vangelo di Marco. Inizia la parte che culminerà nella passione. Il "Vangelo della passione" come è stato chiamato il Vangelo di Marco è ormai ad una svolta decisiva. Vangelo provocatorio, Vangelo delle domande. Più domande ci sono, meglio è. Ed è pericoloso voler dare risposte affrettate. La risposta verrà alla fine, ma sarà ancora provocatoria.
Marco si rifiuta di fare della risurrezione di Cristo un fatto passato, accaduto. È un fatto che deve avvenire, perché riguarda me. Per me forse deve ancora realizzarsi, perché sono ancora nella paura, nel turbamento. Cristo per me forse non è ancora risorto. Bisognerebbe leggere Marco senza conoscere gli altri evangelisti! Sconvolgente. Allora torniamo alla pagina di oggi: "Chi dice la gente che io sia?...". "E voi?". Pietro risponde: "Tu sei il Cristo". Ma che cos'ha veramente capito Pietro? Gesù non corrispondeva all'idea corrente del Messia (restauratore del regno di David).
"Impose severamente di non parlare di lui a nessuno". Gesù, soprattutto in Marco, impone il silenzio. È il famoso "segreto messianico". "E cominciò...". Cominciò a smontarli, a farli andare in crisi, una crisi tremenda che finirà in tragedia: molti discepoli lo abbandoneranno; dei Dodici, uno lo tradirà e poi si impiccherà; tutti gli altri lo seguiranno, ma alla fine fuggiranno. Pietro, che qui è così deciso, lo rinnegherà per tre volte. Sta per iniziare qualcosa di molto serio. Un disorientamento tremendo nel quale, a turno, siamo coinvolti tutti.
Allora leggiamo attentamente: "E cominciò ad insegnar loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto...". "Doveva": c'è una necessitas passionis ribadita più volte nei Vangeli. Ricordiamo con quale forza, per esempio, Gesù insisterà con i discepoli di Emmaus su questa necessità: "Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze...?".
"Soffrire molto": in greco e latino non c'è un avverbio, ma un neutro plurale ("molte cose"), che indica sofferenze di ogni tipo, non solo fisiche. Nella prima lettura è presentata la figura del "servo" che "non si tira indietro" davanti alla sua missione di sofferenza.
Questa necessitas passionis aveva già turbato i primi cristiani. Il Vangelo di Marco era stato un "colpo" per la mentalità dei primissimi tempi, tutta incentrata sulla risurrezione. La Chiesa nasce per un atto di fede nella risurrezione; sarà una conquista vedere la passione come fatto di salvezza, come "fatto divino". Gesù si consegna dunque "volontariamente" alla morte.
"Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte...". Una scena gustosissima ed estremamente importante. Gesù spedisce Pietro al suo posto: Vade retro me (opís¯o mu)! Pietro stia al posto del discepolo, altrimenti pensa secondo gli uomini e non secondo Dio. Con estrema solennità Gesù si rivolge ora a tutta la folla ("Convocata la folla"): "Se qualcuno vuol venire dietro a me (opís¯o mu), rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua".
Rinnegare se stessi significa dire di sé ciò che Pietro ha detto di Gesù nella passione: "Non lo conosco". Prendere la croce significa accogliere il proprio strumento di morte.
"Prenda": in greco c'è il verbo air¯o, di cui il vocabolario dà questi significati: sollevo, alzo, levo in alto, esalto.

MACHETTA Domenico

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