GIOVANNINI Attilio sdb"Chi è il saggio? Il sole si oscurerà... la luna... le stelle...

15 novembre 2015 | 33a Domenica - Tempo Ordinario B | Appunti per la Lectio
Chi è il saggio?
 Il sole si oscurerà... la luna... le stelle... 
La storia ogni tanto si trova a una svolta, come nella crisi del 2008 col crollo delle banche, la
disoccupazione a 2 cifre, nazioni sull'orlo della bancarotta, catene di suicidi, migrazioni bibliche...
Quando succedono questi sconvolgimenti, da noi si moltiplicano le analisi socio-politiche ed economiche, si interpellano le università, si istituiscono commissioni di studio e governi di emergenza.
Nel mondo antico, prescientifico, si ricorreva invece ai filosofi e ai saggi, che davano sentenze morali e interpretazioni religiose. Il giudizio sugli eventi assumeva la forma di oracoli divini.
Dopo l'esilio del sesto secolo a. C. a trattare queste congiunture si presta un nuovo genere letterario: il racconto di visioni in cui un personaggio celeste rivela allo scrittore cosa accadrà.
Rivelazione si dice in greco apocalypsis. Il narratore viene identificato con un uomo importante del passato, come un patriarca o Enoch o Mosè o Baruch o Daniele... Le sue visioni simboliche sono per lo più profezie ex eventu, ovvero preannunci di ciò che è già avvenuto.
Attraverso questi artifici letterari si esprime l'affermazione della conduzione divina della storia, la certezza di un piano eterno sugli avvenimenti.
La storia, certo, è un susseguirsi di violenze e malvagità, di peccati ed orrori; ma il giudizio divino non mancherà. Alla fine Dio ristabilirà la giustizia.
Alla fine. Il quando e il come di questa fine - la fine di questo mondo perverso - sono descritti in modo sempre più grandioso e denso di immagini bibliche, a tutto conforto di quanti sono vittime degli oppressori di turno.
E proprio questa è la situazione del popolo di Dio nel tempo in cui è scritto il primo grande libro in stile apocalittico, il libro di Daniele: la persecuzione.
Esso data infatti al 163 a. C., cioè al culmine della persecuzione di Antioco IV di Siria, che tentava l'ellenizzazione forzata dei giudei. Ma gli unici a non lasciarsi omologare nel paganesimo greco sono stati proprio gli ebrei, che hanno difeso il loro monoteismo anche a costo della vita.
Il libro di Daniele celebra lo straordinario successo della resistenza ebraica e indica nei fedeli ebrei i salvatori delle società in cui vivono. Non esita nemmeno a prospettare la conversione dei re pagani al vero Dio, incoraggiando il proselitismo.
Nell'epoca in cui la monarchia davidica è fallita, il sacerdozio compromesso coi dominatori, il profetismo scomparso, il libro di Daniele si propone a sostenere la speranza e a spronare l'impegno attivo del popolo nel tutelare la propria identità religiosa. Assicura che Dio non abbandona.
Gli apocalittici amano prefigurare la nascita del mondo nuovo dalle macerie del vecchio che conflagra. Così Daniele vuole intanto assicurare che Antioco IV sarà sconfitto. Michele, il capo della milizia celeste e grande difensore di Israele, combatterà per loro e porterà il giudizio divino: quelli rimasti fedeli nella persecuzione saranno salvati: se vivi, liberati; se uccisi, risuscitati.
Nel nuovo Israele i saggi, che hanno incoraggiato la resistenza, risplenderanno come stelle nel firmamento; i giusti rimasti fedeli vivranno in eterno.
Da questa visione di fede attinge anche Gesù, per esortare a sua volta i discepoli alla costanza.
Anche per lui la fine della storia coincide con l'instaurarsi del Regno di Dio; la venuta del Figlio dell'uomo con la salvezza dei giusti; il raduno universale degli eletti con la costituzione del popolo unico su tutta la terra.
Dunque persecuzione e tribolazione non devono spaventare, perché la salvezza è vicina. È sicuro. Non passerà questa generazione!
Quale generazione? La mia! In ogni generazione Dio viene a salvare. Per tutti si tratta solo di farsi trovare fedeli. Sempre dobbiamo tenere lo sguardo fisso in alto, verso il Signore che viene. Egli non tarderà.
GIOVANNINI Attilio sdb

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