padre Alvise Bellinato"SENTIRE INSIEME"III Domenica del Tempo Ordinario

Commento su Luca 1,1-4; 4,14-21
III Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (24/01/2016)
Commento a cura di padre Alvise Bellinato
SENTIRE INSIEME
"L'empatia è la capacità di comprendere a pieno lo stato d'animo altrui, sia che si tratti di gioia, che di dolore. Empatia significa "sentire dentro", ad esempio "mettersi nei panni dell'altro", ed è una capacità che fa parte dell'esperienza umana" (Wikipedia).
Osserviamo un aspetto interessante, comune alle tre letture odierne:
Nella prima lettura l'empatia si manifesta nel sentire la stessa commozione, la stessa sensazione intima: "tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge".
Nel Salmo la comunità ripete con gioia: "La legge del Signore è perfetta, rinfranca l'anima; i precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore". Viene espresso un sentire comunitario, basato sull'incoraggiamento e la gioia.
Nella seconda lettura invece si dice che "se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui". Anche qui sia il soffrire che il gioire sono affermati come esperienza comunitaria, come un "sentire insieme".
Nel Vangelo fa un certo effetto la frase "Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui". Possiamo immaginarci la scena: un senso di sacro ascolto e di profonda attenzione, nel silenzio, vibra nel cuore di tutti.
Esiste un fenomeno, nella fisica del suono, comune ad alcuni strumenti a corda, detto "risonanza per simpatia". Il fenomeno della risonanza è sfruttato in maniera singolare in alcuni strumenti musicali a corda come la viola di bordone, il sitar e la viola d'amore. Questi strumenti hanno un doppio ordine di corde: il primo - quello direttamente suonato dall'esecutore - funge da sorgente sonora, il secondo ordine di corde vibra "per simpatia", entrando in risonanza a determinate frequenze.
Una corda che ha la sua fondamentale su un LA, vibrando, farà partire il suono anche di un'altra corda, purché accordata sulla stessa frequenza.
In questa terza Domenica del tempo ordinario riceviamo un primo insegnamento importante: perché è necessario trovarci insieme, una volta alla settimana, ad ascoltare la Parola di Dio?
Alcuni pensano che sia sufficiente pregare per conto proprio, a casa. Perché pregare insieme, in chiesa?
La risposta che riceviamo oggi è importante: ascoltare la Parola di Dio insieme serve a sviluppare un "sentire comune", aiuta la comunione. Avviene spiritualmente ciò che accade ad alcuni strumenti musicali: le corde della Parola di Dio, con le loro vibrazioni, mettono in moto "per simpatia" le corde dei cuori della comunità. Una comunità che ascolta la Parola insieme, diventa più unita e sviluppa un "sentire cum Ecclesia", una comunione spirituale intensa.
Con un linguaggio un po' più tecnico, del magistero della Chiesa potremmo dire: "La Parola di Dio è grazia di comunione". È questo il titolo del Capitolo 8 (il più bello) del documento "La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa" (XII assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi).
L'ascolto della Parola di Dio è una parte importante della vita della chiesa insieme al culto, alla sana dottrina e alla comunione. La chiesa primitiva si riuniva regolarmente per imparare la dottrina degli apostoli, per spezzare il pane e pregare insieme (Atti 2, 42), a cominciare immediatamente dopo la risurrezione di Gesù (Atti 1, 14) e continuando fino a oggi.
Quando celebriamo la liturgia della Parola insieme con altri credenti, gli effetti possono essere assai positivi. L'ascolto collettiva ci edifica e ci unisce nel condividere la nostra comune fede. Lo stesso Spirito Santo, che dimora dentro ogni credente, fa vibrare le corde dei nostri cuori quando ascoltiamo la Parola del nostro Signore e Salvatore, legandoci insieme in un unico vincolo di comunione che non è dato trovare altrove nella vita.A quanti potrebbero trovarsi da soli a lottare con i fardelli della vita, l'ascolto attento della Parola e l'omelia del sacerdote, che spiega il pensiero di Dio, può essere un'esperienza di grande incoraggiamento.
Gesù ci rassicura: "Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro" (Mt 18, 20). L'ascolto comunitario dello "Spirito che parla alle Chiese" (cf Ap 2, 7) è un modo straordinario di celebrare la presenza del Signore Risorto in mezzo al suo popolo.
Riguardo al fatto che anche l'omelia, se è davvero in risonanza con le Scritture, possa toccare profondamente il cuore dei fedeli, basta ricordare l'esclamazione piena di gioia dei discepoli di Emmaus: " Non ci ardeva forse il cuore nel petto, mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?" (Lc 24, 32 ).
"Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e soprattutto nelle azioni liturgiche. É presente nel Sacrificio della Messa, nella persona del ministro. É presente nella sua Parola, giacché è lui che parla quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura" (SC 7).
Dio, quando parla, non comunica semplicemente un'idea, ma mette in comunione se stesso con l'uomo e gli uomini tra loro.
L'ADEMPIMENTO
Una seconda riflessione che facciamo è questa: la parola di Dio si compie oggi.
Ogni pagina della Bibbia non è parola morta ma viva che Dio dice a noi e deve realizzarsi oggi. La Bibbia non racconta solo la vita di Israele, di Gesù e della Chiesa, ma anche la mia vita. La Bibbia ci contiene, ci coinvolge. Per questo la liturgia della Parola non è una semplice lezione morale, o di storia del passato, né l'affermazione di una generica speranza futura; essa proclama l'adempimento del disegno del Padre nell'oggi della vita e della Chiesa.
Non si contempla qui un passato tramontato, né si sogna un avvenire straordinario, ma si vive il tempo presente come luogo privilegiato della venuta del Signore. Quindi non si cerca di applicare questo o quell'altro testo ispirato agli avvenimenti vissuti dai membri dell'assemblea, ma di indicare che l'evento vissuto oggi dagli uomini e dai cristiani è parte del disegno di Dio che si realizza in Cristo, nella storia.
In ogni pagina scopriremo presto o tardi di poter dire: "Qui si parla di noi. Noi siamo il popolo di Israele che ascolta il sacerdote Esdra, noi siamo membra del corpo di Cristo, noi sentiamo la voce del Padre che ci parla personalmente come a Gesù nella sinagoga". In tal modo, mediante la Parola di Dio, noi veniamo lentamente a scoprire qual è la nostra vita agli occhi di Lui, vale a dire nella sua dimensione profonda.

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