Abbazia Santa Maria di Pulsano Letture patristiche1 DOMENICA «DELLA TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE»

Letture patristiche1
DOMENICA «DELLA TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE»
II di Quaresima C
Luca 9,28b-36; Genesi 15,5-12.17-18; Salmo 26; Filippesi 3,17-4,1
1. Cristo si trasfigura, ma non tutti vedono la Trasfigurazione


Mi domandi se, quando si trasfigurò innanzi a quelli che aveva condotto sul monte, apparve loro nella sua precedente forma divina, come appariva in forma di servo a quelli che erano a piè del monte...
Guarda che non fu detto semplicemente "si trasfigurò"; Matteo e Marco aggiungono un particolare significativo, ambedue dicono: "Si trasfigurò innanzi a loro" (Mt 17,2; Mc 9,2). E potresti dire che Gesù si sia trasfigurato innanzi ad alcuni e non innanzi ad altri. Ma se vuoi vedere la Trasfigurazione di Gesù che avvenne innanzi a quelli che salirono con lui sul monte, sappi che nei Vangeli trovi un Gesù conosciuto, si potrebbe dire, secondo la carne, da quelli che non salgono il monte attraverso i suoi miracoli e i suoi sermoni, e un Gesù conosciuto teologicamente, attraverso tutti i Vangeli, e visto, attraverso la loro conoscenza, in forma divina; innanzi a questi Gesù si trasfigura, non innanzi a quelli che sono a piè del monte, in basso.
Dopo che il suo volto trasfigurato sarà diventato simile al sole, per rivelarsi ai figli della luce, che si saranno spogliati delle opere delle tenebre e si saranno rivestiti delle armi della luce (Rm 13,12) e non saranno piú figli delle tenebre e della notte, ma del giorno (1Ts 5,5) e cammineranno nello splendore del giorno (1Ts 4,12), allora egli si manifesterà ai loro occhi, non solo come un sole, ma come il sole di giustizia (Rm 13,13).
Ma non è solo il suo volto che si trasforma innanzi a tali discepoli; i suoi vestiti diventano bianchi come la luce, agli occhi di coloro che egli condusse con sé sul monte. Ma i vestiti di Gesù sono le parole e le lettere dei Vangeli, di cui egli è vestito. Anche le lettere degli apostoli, che espongono le cose che riguardano Gesù, penso che siano quelle vesti di Gesù fatte bianche agli occhi di coloro che salirono con Gesù sul monte... Quando, dunque, incontrerai uno che cerca non solo la teologia di Gesù, ma che studia anche il testo dei Vangeli, puoi dire che per lui i vestiti di Gesù son diventati bianchi come la luce.

(Origene, Comment. in Matth., 12, 37 s.)


2. L`insegnamento della Trasfigurazione

[Il Salvatore] insegnò che coloro che avessero in mente di seguirlo debbono rinunciare a se stessi e tenere in poco conto la perdita dei beni materiali in vista di quelli eterni; infatti, salverà sicuramente la propria anima chi non avrà avuto paura di perderla per Cristo (cf. Mt 16,25).
Era per altro necessario che gli apostoli concepissero davvero nel loro cuore quella forte e beata fermezza, e non tremassero di fronte alla rudezza della croce che dovevano assumersi occorreva che non arrossissero minimamente del supplizio di Cristo, né che stimassero vergogna per lui la pazienza con la quale doveva subire gli strazi della sua Passione senza perdere la gloria della sua potestà. Cosi, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello (cf. Mt 17,1), e, dopo aver salito con essi l`erta di un monte appartato, si manifestò loro nello splendore della sua gloria; infatti, benché avessero compreso che la maestà di Dio era in lui, ignoravano ancora la potenza detenuta da quel corpo che celava la Divinità. Ecco perché aveva promesso in termini netti e precisi "che alcuni dei discepoli non avrebbero gustato la morte prima di aver visto il Figlio dell`uomo venire nel suo regno" (Mt 16,28), cioè nello splendore regale che egli voleva rendere visibile a quei tre uomini, in modo conveniente alla natura umana da lui assunta. Infatti, in ciò che attiene la visione ineffabile e inaccessibile della Divinità in sé, visione riservata ai puri di cuore (cf. Mt 5,8) nella vita eterna, esseri ancora rivestiti di carne mortale non avrebbero potuto in alcun modo né contemplarla né vederla.
Il Signore svela dunque la sua gloria alla presenza di testimoni scelti e illumina questa comune forma mortale di splendore tale che il suo viso diviene simile al sole e le sue vesti sono paragonabili al bianco della neve (cf. Mt 17,2). Senza dubbio, la Trasfigurazione aveva soprattutto lo scopo di rimuovere dal cuore dei discepoli lo scandalo della croce, affinché l`umiltà della Passione volontariamente subita non turbasse la fede di coloro ai quali sarebbe stata rivelata l`eccellenza della dignità nascosta.
Con eguale previdenza, egli dava però nel contempo un fondamento alla speranza della santa Chiesa, in modo che il corpo di Cristo conoscesse di quale trasformazione sarebbe stato gratificato, e i membri si sforzassero da sé di partecipare all`onore che aveva rifulso nel Capo. A tal proposito, il Signore stesso aveva detto, parlando della maestà del suo avvento: "Allora i giusti risplenderanno come il sole nel regno del loro Padre" (Mt 13,43); e il beato apostolo Paolo afferma la stessa cosa in questi termini: "Stimo, infatti, che le sofferenze del tempo presente non siano da paragonare con la gloria di cui saremo rivestiti" (Rm 8,18); e ancora: "Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio; quando Cristo sarà manifestato, egli che è la vostra vita, anche voi sarete manifestati con lui nella gloria" (Col 3,3-4)...
Animato da questa rivelazione dei misteri, preso da disprezzo per i beni di questo mondo e da disgusto per le cose terrene lo spirito dell`apostolo Pietro era come rapito in estasi nel desiderio dei beni eterni; pieno di gioia per quella visione, si augurava di abitare con Gesù in quel luogo in cui la sua gloria si era così manifestata, costituendo tutta la sua gioia; così disse: "Signore è bello per noi restar qui; se vuoi facciamo qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia" (Mt 17,4). Ma il Signore non rispose a quella proposta, volendo dimostrare non certo che quel desiderio fosse cattivo, bensì che era fuori posto il mondo, infatti, non poteva essere salvato se non dalla morte di Cristo e l`esempio del Signore invitava la fede dei credenti a comprendere che, senza arrivare a dubitare della felicità promessa, dobbiamo tuttavia, in mezzo alle tentazioni di questa vita, chiedere la pazienza prima della gloria; la felicità del Regno non può, in effetti, precedere il tempo della sofferenza.

(Leone Magno, Sermo 38 [51], 2-3.5)


3. Il sole della Trasfigurazione

"La sua faccia divenne come il sole" (Mt 17,2).
Che meraviglia che la sua faccia sia diventata come il sole, se egli è il Sole? Che c`è di strano che la faccia del Sole diventi come il sole? Era il Sole, ma nascosto sotto una nube; rimossa la nube, ecco che splende. Che cosa è questa nube che viene rimossa? Non proprio la carne, ma la debolezza della carne, che viene rimossa per un istante. E` la nube della quale il Profeta disse: "Ecco il Signore sale sopra una nube leggera" (Is 19,1). La nube-carne che cela la divinità; leggera, perché non appesantita da colpe. Nube che cela lo splendore divino; leggera, sollevata anch`essa agli eterni splendori. Nube, perché come si legge nel Cantico: "Alla sua ombra, cui anelavo, mi siedo" (Ct 2,2); leggera, perché è la carne dell`Agnello che porta via i peccati del mondo. Portati via questi! il mondo s`innalza fino al cielo. Coperto da questa nube della carne il Sole, non questo sole che sorge per i buoni e per i cattivi, ma il Sole di giustizia, che sorge solo per quelli che temono Dio. Oggi però, sebbene coperta da questa nube di carne la luce che illumina ogni uomo ha manifestato il suo splendore, glorificando anche la sua carne e mostrandola deificata agli apostoli e, attraverso gli apostoli, a tutto il mondo. Della contemplazione di questo Sole anche tu, Città beata, godrai in eterno, quando, discesa dal cielo, sarai ornata come sposa preparata da Dio per il suo sposo. Questo Sole non tramonterà più per te, esso ti stende un eterno mattino sereno. Questo Sole non sarà più coperto di nubi, ma rifulgendo sempre ti ravviva di luce incessante. Questo Sole non ti acceca, ma ti aiuta a vedere, t`invade di divino fulgore. Questo Sole non conosce eclissi, perché il suo fulgore non viene interrotto da nessun tuo dolore; perché "non ci sarà più né morte, né lutto, né dolore, né grida" che possano oscurare lo splendore a te dato da Dio perché, come fu detto a Giovanni: "Queste cose ormai sono passate" (Ap 21,4). Questo è il Sole del quale il Profeta disse: "Non sarà il sole a farti luce di giorno, né la luna t`illuminerà di notte, ma il Signore tuo Dio sarà la tua luce eterna" (Is 60,19). Questa è la tua luce eterna, che viene dalla faccia del Signore. Senti la voce del Signore, senti la fulgente faccia del Signore; nella faccia, per cui uno è riconosciuto, riconoscete la sua illuminazione. Qui lo credi per fede, lì lo vedrai. Qui vien compreso per intelligenza, lì lo vedrai in se stesso.
Qui vedi attraverso uno specchio e in immagini, li lo vedrai a faccia a faccia (1Cor 13,12). Allora davvero, com`egli ti conosce, sarai irraggiato dal suo eterno splendore, ne sarai felicemente illuminato, gloriosamente illustrato. Allora sotto lo splendore del volto di Dio, si avvererà ciò che il Profeta desiderava: "Faccia risplendere il suo volto sopra di noi" (Sal 66,2).

(Pietro il Vener., Sermo 1, passim)


4. Lui solo è la luce vera ed eterna

Fu lo stesso Signore Gesù a volere che salisse sul monte il solo Mose per ricevere la legge, e tuttavia non senza! Gesù. Anche nell’evangelo leggiamo che, fra i suoi discepoli, egli rivelò la gloria della sua risurrezione solo a Pietro, Giovanni e Giacomo. Così volle che il suo mistero rimanesse nascosto, e li ammoniva frequentemente di non parlare a chiunque di quel che avevano visto, affinché qualcuno più, debole, non essendo in grado di penetrare la forza delle cose sacre per la sua indole incostante, non ne fosse scandalizzato.
Del resto, Pietro stesso non sapeva quel che diceva, credendo di dover preparare tre tende per il Signore e i suoi servi. Quindi non poté resistere al fulgore della gloria del Signore trasfigurato, ma cadde a terra; e caddero anche i figli del tuono Giacomo e Giovanni, e una nube li avvolse; e non furono in grado di rialzarsi finché non venne Gesù che, toccatili, glielo ordinò esortandoli a deporre ogni timore.
Entrarono nella nube per conoscere le cose nascoste e occulte, e udirono la voce di Dio che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto: ascoltatolo» (Mt 17,5). Che significa «questi è il Figlio mio prediletto»? Vuol dire: Non Ingannarti, Simone, col credere che si possa attribuire il titolo di Figlio di Dio ai suoi servi. Questi è il Figlio mio: non di Mose, non di Elia, quantunque l'uno abbia aperto il mare e l'altro abbia chiuso il cielo. Nella parola del Signore tutt'e due vinsero gli elementi della natura, ma essi furono solo strumenti: è invece questi che consolidò le acque, chiuse il cielo con la siccità, e quando volle lo sciolse con le piogge. Quando si richiede la testimonianza della risurrezione, è consentito il ministero dei servi, ma quando la gloria del Signore risorto si manifesta, allora rimane nascosto lo splendore dei servi. Infatti il sole che sorge copre la moltitudine delle stelle, e tutta la loro luce svanisce dinanzi al sole che illumina il mondo. Come dunque si potevano vedere ancora le stelle umane sotto l'eterno sole di giustizia e in quel fulgore divino? Dove sono andate a finire quelle luci che per miracolo rifulgevano ai vostri occhi? Sono tutte tenebre, paragonate alla luce eterna. Si affrettino altri a piacere a Dio coi propri servigi: lui solo è la vera ed eterna luce nella quale il Padre si compiace. E anch'io mi compiaccio in lui, come se fosse mia qualunque cosa egli abbia compiuto, e che giustamente si creda opera del Figlio ciò che ho fatto io. Uditelo, mentre dice: «lo e il Padre siamo una cosa sola» (Gv 10,30). Non disse io e Mose siamo uno. Non disse che lui ed Elia erano partecipi della stessa gloria divina.
Perché preparare tre tende? La sua tenda non è sulla terra, ma in cielo. Gli Apostoli udirono e caddero intimoriti. Venne il Signore, li fece rialzare, e gli ordinò di non dire a nessuno quanto avevano visto.

(Dal «Commento sui salmi» di sant'Ambrogio, vescovo)


5. La legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

Il Signore manifesta la sua gloria alla presenza di molti testimoni e fa risplendere quel corpo, che gli è comune con tutti gli uomini, di tanto splendore, che la sua faccia diventa simile al fulgore del sole e le sue vesti uguagliano il candore della neve.
Questa trasfigurazione, senza dubbio, mirava soprattutto a rimuovere dall'animo dei discepoli lo scandalo della croce, perché l'umiliazione della Passione, volontariamente accettata, non scuotesse la loro fede, dal momento che era stata rivelata loro la grandezza sublime della dignità nascosta del Cristo.
Ma, secondo un disegno non meno previdente, egli dava un fondamento solido alla speranza della santa Chiesa, perché tutto il Corpo di Cristo prendesse coscienza di quale trasformazione sarebbe stato soggetto, e perché anche le membra si ripromettessero la partecipazione a quella gloria, che era brillata nel Capo.
Di questa gloria lo stesso Signore, parlando della maestà della sua seconda venuta, aveva detto: «Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro» (Mt 13, 43). La stessa cosa affermava anche l'apostolo Paolo dicendo: «Io ritengo che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi» (Rm 8, 18). In un altro passo dice ancora: «Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria» (Col 3, 3. 4).
Ma, per confermare gli apostoli nella fede e per portarli ad una conoscenza perfetta, si ebbe in quel miracolo un altro insegnamento. Infatti Mosè ed Elia, cioè la legge e i profeti, apparvero a parlare con il Signore, perché in quella presenza di cinque persone di adempisse esattamente quanto è detto: «Ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni» (Mt 18, 16).
Che cosa c'è di più stabile, di più saldo di questa parola, alla cui proclamazione si uniscono in perfetto accordo le voci dell'Antico e del Nuovo Testamento e, con la dottrina evangelica, concorrono i documenti delle antiche testimonianze?
Le pagine dell'uno e dell'altro Testamento si trovano vicendevolmente concordi, e colui che gli antichi simboli avevano promesso sotto il velo viene rivelato dallo splendore della gloria presente. Perché, come dice san Giovanni: «La Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo» (Gv 1, 17). In lui si sono compiute le promesse delle figure profetiche e ha trovato attuazione il senso dei precetti legali: la sua presenza dimostra vere le profezie e la grazia rende possibile l'osservanza dei comandamenti.
All'annunzio del Vangelo si rinvigorisca dunque la fede di voi tutti, e nessuno si vergogni della croce di Cristo, per mezzo della quale è stato redento il mondo.
Nessuno esiti a soffrire per la giustizia, nessuno dubiti di ricevere la ricompensa promessa, perché attraverso la fatica si passa al riposo e attraverso la morte si giunge alla vita. Avendo egli assunto le debolezze della nostra condizione, anche noi, se persevereremo nella confessione e nell'amore di lui, riporteremo la sua stessa vittoria e conseguiremo il premio promesso.
Quindi, sia per osservare i comandamenti, sia per sopportare le contrarietà, risuoni sempre alle nostre orecchie la voce del Padre, che dice: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo» (Mt 17, 5).

(Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa»)


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