Clarisse Sant'Agata, Lectio Divina "..voi, chi dite che io sia?"

XII Domenica TO - C
Antifona d'Ingresso
Il Signore è la forza del suo popolo e rifugio di salvezza per il suo Cristo. Salva il tuo popolo,
Signore, benedici
la tua eredità, e sii la sua guida per sempre.
Colletta
Dona al tuo popolo, o Padre, di vivere sempre nella venerazione e nell'amore per il tuo santo nome, poiché tu
non privi mai della tua guida coloro che hai stabilito sulla roccia del tuo amore. Per Cristo, nostro Signore.
Prima Lettura
Dal libro del profeta Zaccaria. (Zc 12, 10-11; 13, 1)
Così dice il Signore: "Riverserò sopra la casa di Davide e sopra gli abitanti di Gerusalemme uno spirito di
grazia e di consolazione: guarderanno a me, colui che hanno trafitto. Ne faranno il lutto come si fa il lutto per
un figlio unico, lo piangeranno come si piange il primogenito. In quel giorno grande sarà il lamento a
Gerusalemme, simile al lamento di Adad-Rimmon nella pianura di Meghiddo. In quel giorno vi sarà per la
casa di Davide e per gli abitanti di Gerusalemme una sorgente zampillante per lavare il peccato e l'impurità".
Salmo
Salmo 62 (63)
Ha sete di te, Signore, l'anima mia.
O Dio, tu sei il mio Dio,
dall'aurora io ti cerco,
ha sete di te l'anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz'acqua.
Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria.
Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode.
Così ti benedirò per tutta la vita:
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Come saziato dai cibi migliori,
con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.
Quando penso a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all'ombra delle tue ali.
A te si stringe l'anima mia:
la tua destra mi sostiene.
Seconda Lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati. (Gal 3, 26-29)
Fratelli, tutti voi siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo
vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è Giudeo né Greco; non c'è schiavo né libero; non c'è maschio e femmina,
perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi
secondo la promessa.
Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.
Vangelo
Dal vangelo secondo Luca. (Lc 9, 18-24)
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa
domanda: "Le folle, chi dicono che io sia?". Essi risposero: "Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno
degli antichi profeti che è risorto". Allora domandò loro: "Ma voi, chi dite che io sia?". Pietro rispose: "Il Cristo
di Dio". Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. "Il Figlio dell'uomo - disse - deve soffrire
molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo
giorno". Poi, a tutti, diceva: "Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni
giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la
salverà".
Sulle Offerte
Accogli, Signore, la nostra offerta: questo sacrificio di espiazione e di lode ci purifichi e ci rinnovi, perché tutta
la nostra vita sia bene accetta alla tua volontà. Per Cristo nostro Signore.
Comunione
Gli occhi di tutti, Signore, si volgono a te fiduciosi, e tu provvedi loro il cibo a suo tempo.
Dopo la Comunione
O Dio, che ci hai rinnovati con il corpo e sangue del tuo Figlio, fa' che la partecipazione ai santi misteri ci
ottenga la pienezza della redenzione. Per Cristo nostro Signore.
...voi, chi dite che io sia?
L’evangelista Luca ci sta guidando all’incontro con il vero volto di Gesù e in questa domenica il nostro
cammino sta giungendo a un punto di svolta: chi è veramente Colui che l’angelo ha annunciato a Maria come
“Figlio dell’Altissimo” e “Figlio di Dio” (Lc 1,31.35), che gli angeli alla nascita hanno proclamato “Salvatore, Cristo
Signore” (Lc 2,11), che la voce dal cielo nel battesimo presenta come “il Figlio mio, l’amato” (Lc 3,22) e che
iniziando il suo ministero pubblico presenta se stesso come il “consacrato con l’unzione” dallo Spirito e l’inviato a
compiere le promesse di bene di Dio (cfr. Lc 4,18-19.21)? Lungo il corso del vangelo in molti cercano di
definire la sua identità: i demoni che “sapevano che lui era il Cristo” lo proclamano sfacciatamente “Tu sei il Figlio
di Dio” (Lc 4,41); le folle lo riconoscono “un grande profeta” (Lc 7,16), oppure lo pensano come “uno degli antichi
profeti risorto dai morti” (Lc 9,8) o come “Giovanni” il battezzatore, tornato dalla morte, o come “Elia” (Lc 9,7), il
profeta di cui era attesa il ritorno…
Chi è Gesù? E’ la domanda che percorre i vangeli e che interroga le nostre vite: "Ma voi, chi dite che io
sia?" (Vangelo). Arriva il momento in cui Gesù pone a ciascuno dei suoi questo interrogativo cercando la
nostra risposta personale: chi sono io PER voi? Chi sono io PER te? Comprendiamo bene che la risposta di
Pietro e degli apostoli (come anche la nostra) non aggiunge nulla a Gesù, non è per Lui. Se Gesù chiede è per
sollecitare una risposta che metta in movimento la nostra vita, che porti ognuno di noi a scoprire la nostra
identità in rapporto a Lui. Il Signore infatti ci rivolge parole (e la Parola fondamentale che ci rivolge è Gesù!)
perché la nostra vita ne divenga risposta. L’uomo è sempre e solo risposta alla Parola che lo chiama. Per questo
il Vangelo di oggi è idealmente sviluppato in due momenti: nel primo si sofferma sull’identità di Gesù (Lc
9,18-22) mentre nel secondo sull’identità del discepolo (Lc 9,23-26).
Entrando nel Vangelo di oggi scopriamo che Gesù interroga i suoi dentro l’esperienza della preghiera,
in un luogo isolato dalle folle: “Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro
questa domanda…”. Molte volte l’evangelista Luca colloca gli eventi chiave della vita di Gesù nel contesto della
Sua preghiera: qui è possibile incontrare la Sua verità più profonda perché il Figlio è Colui che, ricevendosi
totalmente dal Padre, a Lui totalmente si affida. La domanda generica sull’opinione delle folle si fa più
stringente e viene posta agli apostoli perché a loro che lo stanno seguendo sulla via del compimento della
volontà del Padre è concesso di “intuire” qualcosa del Suo mistero, proprio a partire da quell’intimità con il
Padre “vista” nella Sua preghiera. Luca ci sta anche dicendo che non è possibile rispondere alla domanda di
Gesù se non collocandoci nel luogo della Sua adesione alla volontà del Padre, là dove Lui accoglie come amore
che “il figlio dell’uomo debba soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire
ucciso” (cfr. Vangelo e Lc 23,39-46).
La risposta di Pietro (“Il Cristo di Dio”) corrisponde a verità, ma deve essere “completata” per non
identificare il Messia con il “liberatore” politico atteso da Israele. Gesù stesso introduce i suoi alla
comprensione di chi sia l’Unto del Signore, il Cristo, presentando il cammino della croce. La necessità della
passione, croce e morte del Messia sono la coerente conseguenza di una vita donata nell’amore. L’inviato del
Signore è Colui che liberamente accoglie la volontà del Padre, che vive l’amore fino all’estremo: questo
implica una vita di amore portato fino alle sue ultime conseguenze, accettando anche la morte pur di
continuare ad amare.
Questa identità del Figlio che solo sotto la croce sarà pienamente svelata, corrisponde all’identità del
discepolo. Noi siamo coloro che “seguono l’Agnello ovunque vada” (cfr. Ap 14,4), che comprendono chi sono
proprio a partire dalla logica di Colui che, perdendo la propria vita, la ritrova, ossia la riceve nuova da un
Altro.
Seguirlo significa “rinnegare se stessi e prendere la propria croce ogni giorno” (Vangelo). E “rinnegare se stessi”
vuol dire cessare di mettere se stessi al centro della vita e come unica misura della realtà, significa compiere
quell’esodo vitale di uscita dal proprio egoismo per diventare liberi di vivere per gli altri. L’amore è la sola
forza che permette di “prendere la propria croce”, cioè accettare di portare lo strumento della propria esecuzione,
facendo di ogni evento dove sperimentiamo anche l’ingiusta violenza che si abbatte su di noi come occasione
per continuare ad amare tutti, anche i nostri nemici.
Questo non sarebbe umanamente possibile per noi senza Gesù e il Suo prendere la croce sulle spalle
come “rivelazione” dell’amore. Ma Gesù non chiede al discepolo ciò che non può fare! Ci sarà dato di vivere
in questa logica nuova di vita e amore solo seguendo Lui, ogni giorno, con perseveranza, con ostinata fiducia
in Colui che ci chiama! Sì, perché Colui che chiede, ci dona anche ciò che ci chiede!

Fonte:clarissesantagata.it

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