FIGLIE DELLA CHIESA, #LectioDivina "Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui "

XXIX Domenica del Tempo Ordinario
Antifona d'ingresso
Io t’invoco, mio Dio: dammi risposta,

rivolgi a me l’orecchio e ascolta la mia preghiera.
Custodiscimi, o Signore, come la pupilla degli occhi,
proteggimi all’ombra delle tue ali. (Sal 17,6.8)

Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
crea in noi un cuore generoso e fedele,
perché possiamo sempre servirti con lealtà
e purezza di spirito.

Oppure:
O Dio, che per le mani alzate del tuo servo Mosè
hai dato la vittoria al tuo popolo,
guarda la Chiesa raccolta in preghiera;
fa’ che il nuovo Israele cresca nel servizio del bene
e vinca il male che minaccia il mondo,
nell’attesa dell’ora
in cui farai giustizia ai tuoi eletti,
che gridano giorno e notte verso di te.

PRIMA LETTURA (Es 17,8-13)
Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva.
Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni, Amalèk venne a combattere contro Israele a Refidìm.
Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalèk. Domani io starò ritto sulla cima del colle, con in mano il bastone di Dio». Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalèk, mentre Mosè, Aronne e Cur salirono sulla cima del colle.
Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk. Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole.
Giosuè sconfisse Amalèk e il suo popolo, passandoli poi a fil di spada.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 120)
Rit: Il mio aiuto viene dal Signore.
Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore:
egli ha fatto cielo e terra. Rit:

Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenterà, non prenderà sonno
il custode d’Israele. Rit:

Il Signore è il tuo custode,
il Signore è la tua ombra
e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte. Rit:

Il Signore ti custodirà da ogni male:
egli custodirà la tua vita.
Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,
da ora e per sempre. Rit:

SECONDA LETTURA (2Tm 3,14-4,2)
L’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Figlio mio, tu rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. Conosci coloro da cui lo hai appreso e conosci le sacre Scritture fin dall’infanzia: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù.
Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento.

Canto al Vangelo (Ebr 4,12)
Alleluia, alleluia.
La parola di Dio è viva ed efficace,
discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
Alleluia.

VANGELO (Lc 18,1-8)
Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Preghiera sulle offerte
Donaci, o Padre, di accostarci degnamente al tuo altare,
perché il mistero che ci unisce al tuo Figlio
sia per noi principio di vita nuova.

Antifona di comunione
Gli occhi del Signore sono su quanti lo temono,
su quanti sperano nella sua grazia, per salvare la loro vita dalla morte,
per farli sopravvivere in tempo di fame. (Sal 33,18-19)

Oppure:
“Dio renderà giustizia ai suoi eletti”,
dice il Signore. (Lc 18,7)

Preghiera dopo la comunione
O Signore, questa celebrazione eucaristica,
che ci hai fatto pregustare la realtà del cielo,
ci ottenga i tuoi benefici nella vita presente
e ci confermi nella speranza dei beni futuri.

Lectio
Le letture di questa domenica insistono in modo particolare su due aspetti intimamente connessi: il testo dell’Esodo si sofferma sull’efficacia della preghiera di intercessione in tempo di aperto conflitto, il vangelo secondo Luca sull’urgenza di perseverare giorno e notte nel domandare la pronta giustizia di Dio in tempo di persecuzione. Il tema della perseveranza viene suggerito e sottolineato anche nella seconda lettura dove Paolo invita Timoteo a restare saldo nell’insegnamento ricevuto, nelle sacre Scritture, nell’annuncio della parola e nell’esortazione intrisa di sapienza e di larghezza di mente.

I LETTURA
Il brano dell’Esodo che la liturgia ci propone oggi lo abbiamo ascoltato molte volte. È uno dei più noti. Questo non ci esula dal fermarci ancora una volta per chiederci che cosa vuole dirci il Signore in questa domenica. Abbiamo già anticipato che il tema di fondo di oggi è la preghiera e qui in particolare la preghiera di intercessione. Capiamo subito l’importanza di quella che non è solamente una “pratica personale” ma è un’esigenza comunitaria. Mosè si fa intercessore, intermediario tra Dio e il suo popolo. È bello vedere come anche un uomo così grande abbia bisogno di altri che lo sostengono (qui Aronne e Cur). Senza questo aiuto reciproco il popolo sarebbe stato vinto dagli Amaleciti e Mosè non avrebbe assolto al suo ruolo. Pertanto questo testo ci dice che la nostra voce non può mai elevarsi a Dio dimenticandosi degli altri e dall’altro lato, gli altri sostengono la mia preghiera che sappiamo essere a volte faticosa e incostante. Ricordiamoci anche un altro particolare: la Chiesa si fa voce per tutti gli uomini, non solo per le esigenze sue. La Chiesa si deve fare intercessione per il mondo. “Quando Dio ti attira alla preghiera, non prende in considerazione unicamente la tua salvezza, ma desidera servirsi delle tue preghiere anche per la salvezza degli altri. Perciò la preghiera è una delle opere più preziose e fondamentali agli occhi di Dio” (Matta el Meschin, Consigli per la preghiera). Ora, se la Chiesa non è un’entità astratta ma è il popolo di Dio, fatto di persone concrete io mi devo chiedere: la mia preghiera è solo per le mie intenzioni intime, per quello che mi sta a cuore, ruoto attorno al raggio dei miei familiari o conoscenti o invoco la misericordia di Dio anche e soprattutto per i più lontani e i più soli, per quelli che hanno più bisogno e che io non conosco per nome ma il Signore sì? So “perdere” tempo in questa gratuità che ora non vede nessun contraccambio? Mosè si fa aiutare perché fa fatica a tenere le braccia alzate. Riconosco i “pesi” che non mi permettono di alzare le mie braccia, di dispormi in preghiera? Ciascuno ha i propri ostacoli (la mancanza di tempo, la poca fiducia in Dio che ci ascolti, la paura di perdere solo tempo inutile perché non vedo i risultati…) ma è importante chiamarli per nome e farsi aiutare da Cur e Aronne!

VANGELO
Il sottotitolo che possiamo dare a questo vangelo è “la necessità di pregare sempre”. La parabola raccontata dal Signore si trova al capitolo 18 del Vangelo di Luca e sottolinea un tema caro all’autore: la preghiera. Questo brano comprende la parte detta “piccola apocalisse” (Lc 17,20-18,8), inclusa in due frasi di Gesù sulla fede: “la tua fede ti ha salvato” (17,20) e “Il Figlio dell’uomo quando verrà, troverà ancora fede sulla terra?” (18,8). È una riflessione sulla fine dei tempi, non in senso cosmico quanto personale. Parla del senso della mia vita e della presenza del Regno nel mio decidere per il Signore. Ciascuno è chiamato in causa, non solo all’ultimo giorno, ma già da ora, giorno dopo giorno, nella perseveranza, costruisce il suo futuro. Il brano di oggi ci parla dell’atteggiamento da adottare nella nostra quotidianità, mentre aspettiamo di raggiungere la Meta della nostra vita.
Addentrandoci un po’ nel testo rimaniamo colpiti dalla prima frase lapidaria di Gesù: “Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai”. Pare strano che il Signore sia così fermo e deciso. Pare proprio che il bisogno che esprime Cristo sia una questione vitale per l’uomo, vitale non nella vita secondo la carne quanto nella vita secondo lo Spirito. “La preghiera è la regola più importante nella vita spirituale, è il segreto di una crescita spirituale feconda ed è il coronamento di ogni sforzo nel cammino secondo Dio; il valore della preghiera consiste nell’acquisizione dello Spirito Santo, senza il quale l’uomo non vale nulla”. Lo sappiamo bene questo perché Egli stesso è stato di esempio per noi. Ricordiamo quante volte nel vangelo di Luca, il Signore si ritira a pregare e ci parla della preghiera (4,16-30.5,16. 9,28-36. 10,13-16. 21-24. 11,1-4.11, 5-13. 22,39-46. 23,34).
Forse una domanda previa è: ma che cosa intendiamo con “preghiera”? Spesso pensiamo alle cose che dobbiamo dire a Dio. Il Signore Gesù ci insegna che la preghiera è anzitutto una relazione da coltivare più che un insieme di cose da dire, è stare, non fare. Il “pregare senza stancarsi” è un invito non certo a stare 24 h in chiesa: Dio ci chiederebbe l’impossibile! Quanto piuttosto di vivere ogni nostra attività alla presenza di Dio, nello Spirito.
È interessante vedere che il protagonista che il Signore prende non è un dotto dottore della legge, un esperto commentatore o teologo ma una povera vedova. Sappiamo bene quanto le donne e per di più vedove non contassero nulla nella società del tempo. Pertanto se il giudice, per di più disonesto, ascolta lei, vuol dire che tutti abbiamo la possibilità, lo spazio per essere ascoltati!
Questa donna ha bisogno di giustizia, di una terza persona super partes che metta a posto quello che gli uomini da soli non riescono. Lei, riconoscendo la sua debolezza e impotenza, mette la sua battaglia davanti al giudice e lo fa con la piena fiducia di essere esaudita, altrimenti al primo rifiuto avrebbe desistito, o sarebbe andata a risolvere il problema altrove. Ma lei no! Persevera. Insiste. Già qui ci possiamo chiedere: qual è il volto di Dio che ho ne cuore? Di Colui che mi manda il male che vivo, che mi punisce per gli errori commessi? O so che è un Padre che mi ascolta e che fa di tutto per aggiustare quello che va storto per colpa mia o degli altri? Quando stiamo in preghiera dobbiamo liberarci dai dubbi, dalle paure ed essere certi che le nostre parole vengono ascoltate. Dobbiamo anche avere la certezza che Dio non è incostante come gli uomini: il Suo amore è stabile, la Sua promessa fedele.
Un altro aspetto che cattura l’attenzione è che noi non sappiamo per che cosa chiede giustizia la vedova. Il testo non ci dice se le cose per le quali implora con tanta insistenza sono buone o no. Sentiamo solo che è per “fare giustizia contro il suo avversario”. Magari era per problemi di vicinato o di eredità, o erano pretese assurde. Non lo sappiamo. Questo però ci dice una cosa ancora più grande: anche se ci accostiamo a Dio per questioni “egoistiche” o non limpide o che forse possono nuocere agli altri oltre che a noi stessi, Lui non disdegna di ascoltarci, anzi! E’ Lui stesso che purifica le nostre intenzioni e le guida alla Sua Giustizia che è decisamente e sicuramente più equa e corretta rispetto alla nostra. È ben più grande perché è puro Amore per ogni creatura, per l’accusatore e per l’accusato. Lui è l’unico vero “super partes”. Ecco allora che capiamo un altro motivo della “preghiera senza stancarsi”. Essa diventa il luogo della purificazione del nostro cuore: più stiamo a contatto e in contatto con Dio più il nostro cuore si fa simile al Suo e impariamo ad assumere i Suoi stessi atteggiamenti e sentimenti di compassione e misericordia. Non è quindi l’occasione per chiedere a Dio ciò che concerne la carne, ciò che ottiene il benessere e facilita il lavoro o le iniziative temporali ma è l’occasione per accedere al Regno. “È necessario chiedere a Dio che purifichi le nostre attività dallo spirito di egoismo e amor proprio, … e che ispiri la rettitudine del mente e del cuore, affinché nel nostro operare non usiamo malizia, doppiezza, disonestà, inganno, menzogna. Dobbiamo chiedere a Dio di farci stimare i valori spirituali al di sopra di ogni nostra attività e iniziativa, per tessere l’elogio della rettitudine e dell’integrità, donare con generosità e preoccuparci di conservare la pazienza e la carità più di qualsiasi interesse materiale” (Matta el Meschin, Consigli per la preghiera).
La fede è la perseveranza in ciò che si spera, è la manifestazione del desiderio che abbiamo di Dio. Se ci teniamo veramente non desistiamo. La perseveranza è attendere il Regno nella vigilanza. Il frutto grande della preghiera non è tanto l’essere esauditi, come Aladino con la lampada magica, quanto quello di tenerci, mantenerci in costante relazione con Dio, mettendo al centro non il nostro IO bensì DIO (cf Il magnificat, Lc 1, 39-56). Il fine della preghiera continua non è quello di manipolare Dio secondo le nostre esigenze ed insistere fino a sfinirlo ma è il luogo in cui il nostro cuore viene convertito, nella luce nuova, alla volontà di Dio. Quello che Lui vuole donarci non sono cose o doni, ma la Sua stessa vita, il Suo Santo Spirito!

Appendice
Non molte parole nella preghiera, ma pregare sempre
Credete, o fratelli, che Dio non sappia di che abbiamo bisogno? Conosce e prevede i nostri desideri, lui che conosce bene la nostra povertà. Perciò, quando insegnò a pregare, disse anche ai discepoli di non essere verbosi nelle loro preghiere: "Non dite molte parole; il Padre vostro sa già di che avete bisogno, prima che glielo chiediate" (Mt 6,7). Ma se il Padre nostro sa di che abbiamo bisogno già prima che glielo chiediamo, che bisogno c`è di chiederglielo, sia pur brevemente? Che motivo c`è per la stessa preghiera, se il Padre sa di che abbiamo bisogno? Par che dica: Non chiedere a lungo; so già che cosa ti serve. Ma, Signore mio, se lo sai, perché dovrei chiederlo? Tu non vuoi ch`io faccia una lunga preghiera. Ma, mentre in un luogo si dice: "Quando pregate, non usate molte parole" (Mt 6,7), in un altro si dice: "Chiedete e vi sarà dato" (Mt 7,7), e perché non si pensi che sia una frase detta casualmente, viene anche aggiunto: "Cercate e troverete (ibid.)". E poi ancora, perché si capisca che la cosa è detta di proposito, dice a modo di conclusione: "Bussate e vi sarà aperto (ibid.)". Vuole, dunque, che tu chieda, perché possa ricevere; che cerchi, per trovare; che bussi, per entrare. Ma se il Padre sa già di che abbiamo bisogno, perché chiedere perché cercare, perché bussare? Perché affaticarci a chiedere, a cercare, a bussare? Per istruire colui che sa tutto? In altro luogo troviamo le parole del Signore: "Bisogna pregare sempre, senza venir mai meno" (Lc 18,1). Ma se bisogna pregare sempre, perché dice di non usar molte parole nella preghiera? Come faccio a pregar sempre, se devo finir presto? Da una parte mi si dice di pregar sempre, senza venir mai meno, e dall`altra di essere breve. Che cosa è questo? E per capire questo, chiedi, cerca, bussa. E` astruso, ma per allenarti. Dunque, fratelli, dobbiamo esortare alla preghiera noi e voi. In questo mondo, infatti, non abbiamo altra speranza che nel bussare con la preghiera tenendo per certo che, se il Padre non dà qualche cosa, è perché sa che non è bene. Tu sai che cosa desideri, ma lui sa che cosa ti giova. Pensa di essere malato - e siamo malati, perché la nostra vita è tutta una malattia e una lunga vita non è che una lunga malattia. Immagina, allora, che vai dal medico. Ti vien di chiedere che ti faccia bere del vino. Non t`è proibito di chiederlo, purché non ti faccia male. Non esitare a chiedere, non indugiare; ma se te lo nega, non ti scomporre. Se è così col medico della tua carne, quanto più con Dio, Medico, Creatore e Redentore della carne e anima tua? (Agostino, Sermo 80, 2)

Valore della preghiera
La preghiera è il sacrificio spirituale, che annulla gli antichi sacrifici. "Che mi serve la moltitudine dei vostri sacrifici? Ne ho fin troppo dei sacrifici dei vostri arieti e sono stanco del grasso di agnelli e del sangue di tori e di capri. Chi vi ha chiesto queste cose?" Ciò che Dio chiede, lo dice il Vangelo: "Verrà il tempo che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità. Dio infatti è spirito" e così vuole i suoi adoratori (cf. Gv 4,21.23). E noi siamo veri adoratori, se preghiamo in spirito e in spirito offriamo in sacrificio la nostra preghiera, come dono a Dio, appropriato e gradevole: il dono ch`egli vuole, il dono ch`egli va cercando. Questa è l`offerta che dobbiamo portare all`altare di Dio, nata dall`intimo del cuore, nutrita di fede, accomodata dalla verità, piena d`innocenza, pura di castità, coronata dall`agape fraterna, accompagnata dallo splendore delle buone opere, allietata da canti e inni; ed essa ci otterrà tutto da Dio.
Che cosa infatti Dio potrà negare a una preghiera che nasce dallo spirito e dalla verità, come lui la vuole? Quante testimonianze possiamo leggere e sentire della sua efficacia! L`antica preghiera liberava dal fuoco, dalle bestie e dalla fame, eppure non aveva ricevuto forma da Cristo. Quanto più, dunque, può ottenere la preghiera cristiana! Non ferma l`angelo della rugiada in mezzo alle fiamme, non chiude la bocca dei leoni, non porta agli affamati il pranzo dei contadini, non porta via la sensazione del dolore; ma istruisce nella sofferenza coloro che sentono il dolore, accresce la grazia, perché la fede, comprendendo che cosa soffra per il nome di Dio, conosca che cosa riceve da Dio.
Nel Vecchio Testamento la preghiera infliggeva piaghe, disperdeva eserciti nemici, sospendeva l`irrorazione delle piogge. Ora invece la preghiera allontana ogni ira di Dio, veglia per i nemici, supplica per quelli che perseguitano. E` strano che strappi acque celesti, quella preghiera che poté far venire fuoco dal cielo? Solo la preghiera vince Dio; ma Cristo non volle che operasse alcun male, le diede solo la virtù di fare il bene. Perciò non sa far altro che richiamare i defunti dal cammino della morte, rinforzare i deboli, restaurare i malati, liberare gl`indemoniati, aprire le carceri, sciogliere le catene degli innocenti. E` la preghiera che cancella i delitti, allontana le tentazioni, pone fine alle persecuzioni, consola i pusillanimi, dà gioia ai forti, guida i pellegrini, doma le tempeste, blocca i ladri, nutre i poveri, consiglia i ricchi, rialza coloro che son caduti, sostiene quelli che stanno per cadere, consolida quelli che stanno in piedi.
La preghiera è la fortificazione della fede, armatura contro il nemico che ci aggredisce da ogni parte. Ricordiamola quando siamo di sentinella di giorno e quando vegliamo di notte. Sotto le armi della preghiera custodiamo lo stendardo del nostro imperatore, aspettiamo in preghiera la tromba dell`angelo.
Pregano anche tutti gli angeli, prega ogni essere creato, pregano le greggi e le bestie feroci e s`inginocchiano, e uscendo dalle stalle e dalle tane si voltano al cielo e a loro modo muovono il loro spirito. Anche gli uccelli, appena svegli, s`innalzano verso il cielo, stendono le ali in forma di croce e dicono qualcosa che sembra una preghiera. Che volete di più per il valore della preghiera? Anche il Signore pregò, e a lui sia lode e benedizione nei secoli dei secoli. (Tertulliano, De oratione, XXVIII, 1-4; XXIX, 1-4 )

La preghiera di Cristo
«E passò la notte in preghiera a Dio». Ecco che ti viene indicato un esempio, ti viene offerto un modello da imitare. Cosa non dovrai tu fare per la tua salvezza, mentre per te Cristo passa la notte in preghiera? Cosa ti conviene fare, quando vuoi intraprendere qualche opera buona, se consideri che Cristo, al momento di inviare gli apostoli, ha pregato, e ha pregato da solo? Se non mi sbaglio, in nessun luogo si trova che egli ha pregato insieme con gli apostoli: ovunque egli prega da solo. Il disegno di Dio non può essere disturbato da desideri umani, e nessuno può essere partecipe dell`intimo pensiero di Cristo. (Ambrogio, In Luc., 5, 43)

Perseveranza nella preghiera
"Benedetto il mio Dio, che non ha allontanato da me né la mia preghiera né la sua misericordia". Sono in relazione con quel passo ove ha detto: "Venite, ascoltate, e vi racconterò, tutti voi che temete Dio, quante cose egli ha fatte all`anima mia" (Sal 65,16). Dette le cose che avete ascoltate e giunto alla fine, così ha concluso: "Benedetto il mio Dio, che non ha allontanato da me né le mie preghiere né la sua misericordia". In questo modo colui che parla giunge alla risurrezione, dove per la speranza siamo anche noi; o, meglio, chi pronunzia questa invocazione siamo anche noi, e tale voce è anche la nostra voce. Finché dunque siamo qui in terra, preghiamo Dio affinché non rimuova da noi la nostra preghiera né la sua misericordia: cioè, affinché con perseveranza noi preghiamo e con perseveranza egli abbia misericordia di noi. Molti infatti stentano a pregare; e, mentre all`inizio della loro conversione pregano con fervore, dopo pregano svogliatamente, poi con freddezza, e quindi con frequenti omissioni: quasi fossero divenuti sicuri! E` sveglio il nemico, e tu dormi? Il Signore stesso ci ha ordinato nel Vangelo: "E` necessario pregare sempre e non venir meno" (Lc 18,1). E propone la parabola di quel giudice ingiusto che non temeva Dio né aveva rispetto per gli uomini e al quale ogni giorno si rivolgeva, per essere udita, quella vedova. Fu vinto dalla importunità il giudice cattivo che non era stato piegato dalla compassione; e dentro di sé cominciò a dire: "Io, veramente, non temo Dio né ho rispetto per gli uomini; tuttavia, per la noia che ogni giorno mi arreca questa vedova, ascolterò la sua causa e le renderò giustizia". E aggiunge il Signore: "Se un giudice iniquo ha agito così, il Padre vostro non vendicherà i suoi eletti, che a lui gridano giorno e notte? Anzi, vi dico: Renderà loro giustizia al più presto" (Lc 18,4-8). Non cessiamo dunque mai di pregare. Quanto ha promesso di darci, anche se ci viene rinviato, non ci viene tolto. Sicuri della sua promessa, non cessiamo di pregare, sapendo che anche questo è suo dono. Ecco perché dice il salmo: "Benedetto il mio Dio, che non ha allontanato da me né la mia preghiera né la sua misericordia". Quando vedrai che la tua preghiera non è allontanata da te, sta` tranquillo, non è rimossa da te neppure la sua misericordia. (Agostino, Enarr. in Ps., 65, 24)

Fine e perfezione della preghiera
Essendo [Gesù] la fonte inviolabile della santità, non aveva bisogno per ottenere la purificazione dell`aiuto della segregazione dal mondo e del soccorso della solitudine esteriore... e tuttavia "si ritirò solo sul monte a pregare" (Mt 14,23). Volle con ciò insegnarci, dandocene l`esempio, che anche noi, se vogliamo consultare Dio con cuore puro e integro negli affetti, dobbiamo del pari appartarci da ogni inquietudine e confusione delle folle, affinché, pur dimoranti ancora nel corpo, possiamo gustare in certa misura quella beatitudine che è promessa in futuro ai santi, e sia possibile almeno in parte per noi che "Dio sia tutto in tutti" (1Cor 15,28).
Allora, infatti, si potrà dire perfettamente adempiuta in noi quella preghiera rivolta al Padre dal nostro Salvatore a favore dei suoi discepoli: "Perché l`amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro" (Gv 17,26), e ancora: "Perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siamo anch`essi in noi una cosa sola" (Gv 17,21). Quando quell`amore perfetto, con il quale egli ci ha amato per primo (cf.1Gv 4,10), sarà trasfuso anche nell`affetto del nostro cuore, sarà compiuta questa preghiera del Signore che noi crediamo non possa in alcun modo venir cancellata.
Se così avverrà, dato che ogni amore, ogni desiderio, ogni impegno, ogni sforzo, ogni nostro pensiero, tutto ciò che vediamo, quel che diciamo, quanto operiamo e speriamo avrà Dio come fine, l`unità che è ora del Padre con il Figlio, e del Figlio con il Padre, sarà trasfusa nei nostri sensi e nella nostra mente. E come Dio ci ama di un amore puro e sincero, anche noi saremo uniti a lui da carità perpetua e inseparabile; uniti a lui in tal modo, qualunque cosa speriamo, pensiamo o parliamo, sarà Dio; in lui, infatti, raggiungeremo quel fine di cui abbiamo parlato e che lo stesso Signore pregando auspica che si compia in noi: "Che tutti siano una cosa sola, come noi siamo una cosa sola, io in loro e tu in me, affinché siano anch`essi perfetti nell`unità" (Gv 17,22-23). E inoltre: "Padre, voglio che quelli che mi hai dato, dove sono io, siano anche loro con me (ibid.)". Questo il destino del solitario [monaco], tale deve essere il suo intento, sì da meritare di possedere in questo corpo mortale un`immagine della futura beatitudine, avere quaggiù in qualche modo una caparra della celeste conversazione e della gloria che qui ha il suo inizio. (Giovanni Cassiano, Collationes, 10, 6 s.)

Cari fratelli e sorelle,
nel Vangelo di oggi Gesù racconta una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi. La protagonista è una vedova che, a forza di supplicare un giudice disonesto, riesce a farsi fare giustizia da lui. E Gesù conclude: se la vedova è riuscita a convincere quel giudice, volete che Dio non ascolti noi, se lo preghiamo con insistenza? L’espressione di Gesù è molto forte: «E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui?» (Lc 18,7).
“Gridare giorno e notte” verso Dio! Ci colpisce questa immagine della preghiera. Ma chiediamoci: perché Dio vuole questo? Lui non conosce già le nostre necessità? Che senso ha “insistere” con Dio?
Questa è una buona domanda, che ci fa approfondire un aspetto molto importante della fede: Dio ci invita a pregare con insistenza non perché non sa di che cosa abbiamo bisogno, o perché non ci ascolta. Al contrario, Lui ascolta sempre e conosce tutto di noi, con amore. Nel nostro cammino quotidiano, specialmente nelle difficoltà, nella lotta contro il male fuori e dentro di noi, il Signore non è lontano, è al nostro fianco; noi lottiamo con Lui accanto, e la nostra arma è proprio la preghiera, che ci fa sentire la sua presenza accanto a noi, la sua misericordia, anche il suo aiuto. Ma la lotta contro il male è dura e lunga, richiede pazienza e resistenza – come Mosè, che doveva tenere le braccia alzate per far vincere il suo popolo (cfr Es 17,8-13). E’ così: c’è una lotta da portare avanti ogni giorno; ma Dio è il nostro alleato, la fede in Lui è la nostra forza, e la preghiera è l’espressione di questa fede. Perciò Gesù ci assicura la vittoria, ma alla fine si domanda: «Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» (Lc18,8). Se si spegne la fede, si spegne la preghiera, e noi camminiamo nel buio, ci smarriamo nel cammino della vita.
Impariamo dunque dalla vedova del Vangelo a pregare sempre, senza stancarci. Era brava questa vedova! Sapeva lottare per i suoi figli! E penso a tante donne che lottano per la loro famiglia, che pregano, che non si affaticano mai. Un ricordo oggi, tutti noi, a queste donne che col loro atteggiamento ci danno una vera testimonianza di fede, di coraggio, un modello di preghiera. Un ricordo a loro! Pregare sempre, ma non per convincere il Signore a forza di parole! Lui sa meglio di noi di che cosa abbiamo bisogno! Piuttosto la preghiera perseverante è espressione della fede in un Dio che ci chiama a combattere con Lui, ogni giorno, ogni momento, per vincere il male con il bene. (Papa Francesco, Angelus del 20 ottobre 2013)


Fonte:http://www.figliedellachiesa.org/

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