D. Arnaldo SCAGLIONI sdb," NON ABBIATE PAURA"
25 giugno 2017 | 12a Domenica T. Ordinario - A | Omelia
12a Domenica:
Mt 10,26-33: NON ABBIATE PAURA
1. LA PAURA
Le voci della nostra quotidianità si alternano, si contrappongono, provocano ansie, tensioni, fragilità
psicologiche.
Da una parte la paura - oggi in crescita esponenziale - dall'altra la forza della fede e della speranza.
Da una parte la rete invisibile delle ansie, inquietudini che creano chiusura, rigidità, immobilismo,
dall'altra il coraggio delle proprie idee, il coraggio della testimonianza o, come afferma S. Paolo, la forza della parresia.
La parola che Gesù ci affida è da proclamare "a testa alta" senza lasciarsi ammutolire.
La paura è un nemico invisibile e invasivo. E' una febbre che non perdona e agita ogni angolo della nostra vita:
la paura di vivere
la paura di morire
la paura di cambiare, del nuovo
la paura di Dio
la paura dell'altro, dell'immigrato
la paura di amare
la paura dell'insicurezza.
Oggi più di ieri sentiamo l'urgenza di essere esenti da questo morbo che ci relega nel buio del timore, del terrore e delle regole della sicurezza insicura una volta per tutte
2. NON TEMERE
E' un filosofo e un grande imperatore romano ad indicarci una via d'uscita.
"La vita di un individuo è la somma dei suoi pensieri".
Gesù ci fa toccare con mano sulla positività dei nostri pensieri.
"Non temere". Lo ripete 566 volte quasi a dire che ogni giorno va affrontato in modo propositivo, con coraggio, con ottimismo. La paura ci rende vulnerabili, anonimi, inermi.
Chi non è padrone di sé, delle sue convinzioni, della sua fede finisce servo degli altri, della violenza, dell'odio. E' come se abdicasse per vivere in schiavitù, in esilio una intera esistenza.
Il coraggio è un vaccino, con cui il discepolo di Gesù vince le sue fragilità.
C'è un eroe dentro di noi. La prima generazione cristiana mostra a tutti noi la palma del martirio, con fierezza, basta ricordare una schiera di vescovi (Ignazio, Policarpo) di papi (Lino, Callisto) di vergini (Agnese, Cecilia), di apostoli (Pietro, Andrea…).
Il roveto ardente dà luce e calore alla missione di Mosé.
Il fuoco è sinonimo di Elia, sottratto ai nostri occhi da un carro in fiamme.
E' inestinguibile questo ardore in Geremia chiamato a smuovere la condotta di un popolo infedele.
Il non temere di Gesù provoca l'apostolo Paolo a dichiararsi: quando sono debole, sono forte.
Il "Non temere" è il grande generatore di energia. Se Gesù è con noi, chi è contro di noi?
Vivere la sequela di Gesù ci rende liberi dalla paura, anche in un mare in burrasca.
3. Cosa significa il "non temere di Gesù"?
L'espressione, il comando di Gesù è riscontrabile in altre avvertenze, omologabili ed equivalenti:
- "Non affannatevi per la vostra vita"
- "cercate prima il regno di Dio" (Mt 6.25-32)
- "non abbiate paura degli uomini " (Mt 10.26)
L'invito non è ad essere senza pensieri, senza la percezione della realtà. Al contrario ad avere un pensiero e uno sguardo più attento
"Guardate, non chiudete gli occhi:
"Due passeri non si vendono forse per un soldo? (Mt 10.21)
E' come dire: va' al di là della soglia delle cose; l'ansia, la paura non lascia guardare il presente.
C'è bisogno di una sosta per impedire che la realtà ci scivoli via.
Se non vedi la bellezza, il mistero che abita l'universo dentro e fuori di te è perché i tuoi occhi sono opachi per la cataratta dello Spirito.
Lasciati sorprendere dall'anima delle cose, dalla Provvidenza che arriva a contare i capelli del nostro capo (Mt 10.30).
Dio è Padre.
Lui si occupa delle realtà anche minime degli uccelli dell'aria, delle erbe del campo, del granello di senape.
Due passeri valgono un soldo: costano poco, vale poco l'erba del prato: la si taglia.
Ebbene: Dio se ne occupa, se ne prende in carico.
In ogni cosa c'è la cura di Dio. Vuoi che non si occupi di noi?
Dio non è là dove c'è il dominio di uno sull'altro, là c'è solo paura.
E' cronaca sotto i nostri occhi: Dio non c'è dove si gestisce l'odio, la morte, la violenza, la paura.
Dio è solo là dove uno vede nell'altro un povero da ospitare, un esule da accogliere e lo libera da ogni paura.
E' giorno!
Luce piena del tuo creato
non negare, Dio
a questi miei poveri occhi.
Allontana dalla tua luce
il buio della notte
e la paura che incombe
là dove non si parla di Te.
Don Arnaldo SCAGLIONI SDB
Fonte:http://www.donbosco-torino.it
12a Domenica:
Mt 10,26-33: NON ABBIATE PAURA
1. LA PAURA
Le voci della nostra quotidianità si alternano, si contrappongono, provocano ansie, tensioni, fragilità
psicologiche.
Da una parte la paura - oggi in crescita esponenziale - dall'altra la forza della fede e della speranza.
Da una parte la rete invisibile delle ansie, inquietudini che creano chiusura, rigidità, immobilismo,
dall'altra il coraggio delle proprie idee, il coraggio della testimonianza o, come afferma S. Paolo, la forza della parresia.
La parola che Gesù ci affida è da proclamare "a testa alta" senza lasciarsi ammutolire.
La paura è un nemico invisibile e invasivo. E' una febbre che non perdona e agita ogni angolo della nostra vita:
la paura di vivere
la paura di morire
la paura di cambiare, del nuovo
la paura di Dio
la paura dell'altro, dell'immigrato
la paura di amare
la paura dell'insicurezza.
Oggi più di ieri sentiamo l'urgenza di essere esenti da questo morbo che ci relega nel buio del timore, del terrore e delle regole della sicurezza insicura una volta per tutte
2. NON TEMERE
E' un filosofo e un grande imperatore romano ad indicarci una via d'uscita.
"La vita di un individuo è la somma dei suoi pensieri".
Gesù ci fa toccare con mano sulla positività dei nostri pensieri.
"Non temere". Lo ripete 566 volte quasi a dire che ogni giorno va affrontato in modo propositivo, con coraggio, con ottimismo. La paura ci rende vulnerabili, anonimi, inermi.
Chi non è padrone di sé, delle sue convinzioni, della sua fede finisce servo degli altri, della violenza, dell'odio. E' come se abdicasse per vivere in schiavitù, in esilio una intera esistenza.
Il coraggio è un vaccino, con cui il discepolo di Gesù vince le sue fragilità.
C'è un eroe dentro di noi. La prima generazione cristiana mostra a tutti noi la palma del martirio, con fierezza, basta ricordare una schiera di vescovi (Ignazio, Policarpo) di papi (Lino, Callisto) di vergini (Agnese, Cecilia), di apostoli (Pietro, Andrea…).
Il roveto ardente dà luce e calore alla missione di Mosé.
Il fuoco è sinonimo di Elia, sottratto ai nostri occhi da un carro in fiamme.
E' inestinguibile questo ardore in Geremia chiamato a smuovere la condotta di un popolo infedele.
Il non temere di Gesù provoca l'apostolo Paolo a dichiararsi: quando sono debole, sono forte.
Il "Non temere" è il grande generatore di energia. Se Gesù è con noi, chi è contro di noi?
Vivere la sequela di Gesù ci rende liberi dalla paura, anche in un mare in burrasca.
3. Cosa significa il "non temere di Gesù"?
L'espressione, il comando di Gesù è riscontrabile in altre avvertenze, omologabili ed equivalenti:
- "Non affannatevi per la vostra vita"
- "cercate prima il regno di Dio" (Mt 6.25-32)
- "non abbiate paura degli uomini " (Mt 10.26)
L'invito non è ad essere senza pensieri, senza la percezione della realtà. Al contrario ad avere un pensiero e uno sguardo più attento
"Guardate, non chiudete gli occhi:
"Due passeri non si vendono forse per un soldo? (Mt 10.21)
E' come dire: va' al di là della soglia delle cose; l'ansia, la paura non lascia guardare il presente.
C'è bisogno di una sosta per impedire che la realtà ci scivoli via.
Se non vedi la bellezza, il mistero che abita l'universo dentro e fuori di te è perché i tuoi occhi sono opachi per la cataratta dello Spirito.
Lasciati sorprendere dall'anima delle cose, dalla Provvidenza che arriva a contare i capelli del nostro capo (Mt 10.30).
Dio è Padre.
Lui si occupa delle realtà anche minime degli uccelli dell'aria, delle erbe del campo, del granello di senape.
Due passeri valgono un soldo: costano poco, vale poco l'erba del prato: la si taglia.
Ebbene: Dio se ne occupa, se ne prende in carico.
In ogni cosa c'è la cura di Dio. Vuoi che non si occupi di noi?
Dio non è là dove c'è il dominio di uno sull'altro, là c'è solo paura.
E' cronaca sotto i nostri occhi: Dio non c'è dove si gestisce l'odio, la morte, la violenza, la paura.
Dio è solo là dove uno vede nell'altro un povero da ospitare, un esule da accogliere e lo libera da ogni paura.
E' giorno!
Luce piena del tuo creato
non negare, Dio
a questi miei poveri occhi.
Allontana dalla tua luce
il buio della notte
e la paura che incombe
là dove non si parla di Te.
Don Arnaldo SCAGLIONI SDB
Fonte:http://www.donbosco-torino.it
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