Clarisse Sant'Agata, Lectio “Inizio del vangelo…”.
2 Domenica Avvento B
Antifona d'Ingresso
Popolo di Sion, il Signore verrà a salvare i popoli e farà sentire la sua voce potente per la gioia del
vostro cuore.
Colletta
Dio grande e misericordioso, fa' che il nostro impegno nel mondo non ci ostacoli nel cammino verso il
tuo Figlio, ma la sapienza che viene dal cielo ci guidi alla comunione con Cristo, nostro Salvatore. Egli è
Dio...
Prima Lettura
Is 40, 1-5.9-11
Dal libro del profeta Isaia.
"Consolate, consolate il mio popolo - dice il vostro Dio -. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua
tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi
peccati". Una voce grida: "Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni
valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in
vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha
parlato". Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete
notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: "Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio
viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un
pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore
madri".
Salmo
Salmo 84
Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza.
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.
Amore e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.
Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.
Seconda Lettura
2 Pt 3, 8-14
Dalla seconda lettera di san Pietro apostolo.
Una cosa non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un
solo giorno. Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, anche se alcuni parlano di lentezza. Egli invece è
magnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi. Il giorno del Signore
verrà come un ladro; allora i cieli spariranno in un grande boato, gli elementi, consumati dal calore, si dissolveranno e la
terra, con tutte le sue opere, sarà distrutta. Dato che tutte queste cose dovranno finire in questo modo, quale deve essere la
vostra vita nella santità della condotta e nelle preghiere, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, nel quale
i cieli in fiamme si dissolveranno e gli elementi incendiati fonderanno! Noi infatti, secondo la sua promessa, aspettiamo
nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia. Perciò, carissimi, nell'attesa di questi eventi, fate di tutto perché
Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia.
Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Alleluia.
Vangelo
Mc 1, 1-8
Dal vangelo secondo Marco.
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio
messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi
sentieri”, vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel
fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai
fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: “Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono
degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito
Santo”.
Sulle Offerte
Ti siano, gradite, Signore, le nostre umili offerte e preghiere; all'estrema povertà dei nostri meriti
supplisca l'aiuto della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore.
Comunione
Gerusalemme, sorgi e sta' in alto: e contempla la gioia che a te viene dal tuo Dio.
Dopo la Comunione
O Dio, che in questo sacramento ci hai nutriti con il pane della vita, insegnaci a valutare con sapienza i
beni della terra, nella continua ricerca dei beni del cielo. Per Cristo nostro Signore.
Viene...
“Inizio del vangelo…”.
Tempo di Avvento, tempo di inizi.
Il cristiano è un uomo o una donna che vive “di inizio in
inizio”, con lo stupore di chi scorge ogni giorno la novità del
Signore che irrompe nella sua storia.
Siamo al principio del vangelo secondo Marco che
ascolteremo con una lettura continua lungo le domeniche di questo
anno liturgico.
“Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio”. Con questo
“titolo”, che apre come un grido il suo vangelo, Marco fonda e
concentra tutta la sua narrazione successiva. Come un seme che
contenga lo sviluppo dell’albero futuro, questo “inizio” rivela il
percorso che Marco vuole proporre ai suoi lettori. Il “Vangelo” non
è semplicemente una “buona notizia” da proclamare, ma è una
persona: “Gesù Cristo, Figlio di Dio”.
Scoprire la sua identità significa lasciarsi guidare sulle vie che Dio ha preparato per l’uomo.
Il vangelo di Marco introdurrà il discepolo su queste vie, alla scoperta di chi sia Gesù in due
tappe: la prima culminerà nella confessione di Pietro: “Tu sei il Cristo” (Mc 8,29) mostrando la prima
parte del titolo: “…vangelo di Gesù, Cristo”; e la seconda svelerà in che modo il Cristo è “Figlio di Dio”
(la seconda parte del titolo) con la confessione del centurione sotto la croce: “Davvero quest’uomo era
Figlio di Dio” (Mc 15,39).
Secondo numerosi esegeti questo vangelo veniva proclamato interamente nella notte pasquale,
lungo la “veglia” di preghiera che precedeva il battesimo dei catecumeni. Si tratta quindi di una Parola
che “illumina” il tempo della veglia e presenta ai discepoli che si accosteranno al battesimo chi sia
Colui che stanno iniziando a seguire e dove conduca la sequela di Lui.
Ora in questo tempo di “veglia” che è l’Avvento, non ci stupisca che la liturgia ci inviti ancora
una volta a “vegliare” in ascolto di una parola che ci indica Colui che abbiamo iniziato a seguire.
Abbiamo infatti “iniziato” a seguire Lui.
Ma non abbiamo mai finito di “ri-cominciare” a seguirLo.
“Iniziare” chiede la fede di lasciarsi condurre su vie mai percorse.
“Ri-cominciare” chiede una fede “più forte” che si converte dalla propria via e si volge a quella
che Dio apre ancora una volta per venire a noi (cfr. “le vostre vie non sono le mie vie…” Is 55,8).
E questa Via è sempre “Gesù Cristo, Figlio di Dio” (Mc 1,1).
E allora la Parola oggi si fa nuovamente nostro “messaggero”, nostro “precursore Giovanni
Battista” che apre questa Via del Signore (“…egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”).
Gesù è il “Vangelo” di Dio che inizia, quella “lieta notizia” che il profeta Isaia nella prima lettura
aveva portato a “Gerusalemme”.
E poiché il termine “inizio” (arkè) ricorre in Marco quattro volte (1,1; 10,6; 13,8.19) e sempre in
riferimento al “principio” della creazione (“in principio Dio creò…” Gn 1,1), possiamo ritenere che Marco
in questo modo voglia affermare che “il Vangelo che è Gesù Cristo” sia il nuovo inizio che Dio pone nella
storia, così come tutto aveva avuto vita da quel “in principio”.
Gesù Cristo è il “vangelo” che Dio vuole iniziare a compiere ancora una volta nella nostra vita
cristiana.
Colpisce che Marco in questo prologo del suo vangelo accosti l’inizio di tutto con la comparsa
di Giovanni Battista. Marco si attarda a presentarci il “presentatore” di Gesù Cristo, Figlio di Dio.
Giovanni irrompe come il protagonista della prima scena del vangelo di Marco e viene descritto come il
compimento di una parola del profeta Isaia (ma si tratta veramente di una combinazione di citazioni
dell’AT!) e come battezzatore e annunciatore di un “battesimo di conversione”. Si tratta di gesti e parole
(come erano soliti fare i profeti) che rimandano all’agire di Dio in favore del suo popolo.
Il “vangelo di Gesù” inizia con l’arrivo di una parola che lo annuncia.
Dalla descrizione che Marco ci fa del precursore notiamo che si tratta di un uomo del deserto,
rude, essenziale sia nel modo di vestirsi che di cibarsi, sia nelle parole che nei gesti. Un messaggero che
non attira l’attenzione su di sé, ma che indica con forza un Altro.
Forse il Signore ha collocato nelle nostre vite molte presenze “rudi ed essenziali” come il
Battista, parole che annunciano la venuta di Lui, il Signore e, in un certo senso, segnano l’irrompere del
vangelo nella nostra vita. A loro dobbiamo molto. Ascoltare la loro parola è essenziale per accogliere il
Signore che viene.
Notiamo a questo punto che, mentre gli altri evangelisti si attardano a descrivere il forte invito a
conversione del Battista, indicando gli atteggiamenti che l’uomo deve assumere per “preparare la via del
Signore” (cfr. Mt 3,1-12; Lc 3,7-18), qui il Giovanni Battista descritto da Marco dice un’unica parola:
"Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho
battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo". E si tratta dell’unica parola che dirà in tutto il
vangelo di Marco. Infatti si tornerà a parlare di Giovanni Battista quando se ne narrerà il martirio, ma
come in un flash-back e senza riferirne alcuna parola (cfr. Mc 6,17-29).
In quest’unica parola, quindi, Marco condensa tutta la persona del Battista.
Di qui cogliamo che Giovanni Battista è prima di tutto l’annunciatore della venuta di un Altro.
Di sé dice soltanto ciò che mette in evidenza la grandezza dell’Altro (“io non sono degno di chinarmi
per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo”).
Colui che Giovanni presenta viene “dopo di lui”, cioè è suo discepolo (“venire dopo” è espressione
tecnica della sequela: “venire dietro” cfr. Mc 8,34). Ma è un discepolo che è tanto superiore a lui quanto lo
è il signore di una casa rispetto allo schiavo (il gesto dello sciogliere i sandali era uno dei compiti dello
schiavo), che possiede un battesimo tanto superiore al suo quanto lo Spirito è superiore all’acqua.
Tutto il suo annuncio si concentra in: “Viene… colui che è più forte”.
“Viene”: questo verbo “venire” al presente indica che le cose si stanno realizzando proprio in
questo momento e crea una corrispondenza incisiva con la prima parola del brano: “inizio del vangelo”.
Ci troviamo su un crinale che separa un prima e un dopo. Giovanni annuncia con forza che c’è
Qualcuno che “viene” e “dopo” di Lui tutto “inizia”.
Marco ci presenterà Gesù come “il più forte” (cfr. Mc 3,22-29). Questa qualità di Gesù sembra
suggerire che il vangelo (che è Gesù) è l’annuncio di una vittoria nella quale “il più forte” trionferà in un
campo di forze contrarie. Tutta la narrazione di Marco si annuncia come una battaglia nella quale uno
più forte entra in scena per misurarsi in una lotta.
Non si tratta semplicemente della “forza”, “potenza” in parole e opere, ma soprattutto di quella
“forza” che emerge nella sua pasqua, nel suo “battesimo” personalissimo nel quale sarà perdonato il
peccato dell’uomo, sarà sciolto il laccio che teneva l’uomo prigioniero del male. Gesù è l’uomo forte
vincitore sul male e sulla morte, la cui forza si manifesta nell’amore capace di donarsi fino alla fine.
Ed è una “forza” che si manifesta in modo molto diverso da come ci aspetteremmo, o da come
ce la presenta il profeta Isaia nella prima lettura (“il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il
dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede”). E’ una forza paradossale che si dispiega
nella forma della sua consegna, della sua debolezza così come vedremo nella sua passione e morte. Qui
si rivela la forza di Dio che opera nella vita del Figlio come amore.
Fin d’ora, da questi primi passi nell’Avvento risuona questo annuncio che ci proietta già alla
pasqua di Gesù, ma che ci mostra l’identità di Colui che viene.
Sapremo ascoltare la Voce di Giovanni Battista e volgerci al “più forte” che viene e che lui indica?
Fonte:http://www.clarissesantagata.it/
Antifona d'Ingresso
Popolo di Sion, il Signore verrà a salvare i popoli e farà sentire la sua voce potente per la gioia del
vostro cuore.
Colletta
Dio grande e misericordioso, fa' che il nostro impegno nel mondo non ci ostacoli nel cammino verso il
tuo Figlio, ma la sapienza che viene dal cielo ci guidi alla comunione con Cristo, nostro Salvatore. Egli è
Dio...
Prima Lettura
Is 40, 1-5.9-11
Dal libro del profeta Isaia.
"Consolate, consolate il mio popolo - dice il vostro Dio -. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua
tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi
peccati". Una voce grida: "Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni
valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in
vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha
parlato". Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete
notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: "Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio
viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un
pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore
madri".
Salmo
Salmo 84
Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza.
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.
Amore e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.
Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.
Seconda Lettura
2 Pt 3, 8-14
Dalla seconda lettera di san Pietro apostolo.
Una cosa non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un
solo giorno. Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, anche se alcuni parlano di lentezza. Egli invece è
magnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi. Il giorno del Signore
verrà come un ladro; allora i cieli spariranno in un grande boato, gli elementi, consumati dal calore, si dissolveranno e la
terra, con tutte le sue opere, sarà distrutta. Dato che tutte queste cose dovranno finire in questo modo, quale deve essere la
vostra vita nella santità della condotta e nelle preghiere, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, nel quale
i cieli in fiamme si dissolveranno e gli elementi incendiati fonderanno! Noi infatti, secondo la sua promessa, aspettiamo
nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia. Perciò, carissimi, nell'attesa di questi eventi, fate di tutto perché
Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia.
Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Alleluia.
Vangelo
Mc 1, 1-8
Dal vangelo secondo Marco.
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio
messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi
sentieri”, vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel
fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai
fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: “Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono
degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito
Santo”.
Sulle Offerte
Ti siano, gradite, Signore, le nostre umili offerte e preghiere; all'estrema povertà dei nostri meriti
supplisca l'aiuto della tua misericordia. Per Cristo nostro Signore.
Comunione
Gerusalemme, sorgi e sta' in alto: e contempla la gioia che a te viene dal tuo Dio.
Dopo la Comunione
O Dio, che in questo sacramento ci hai nutriti con il pane della vita, insegnaci a valutare con sapienza i
beni della terra, nella continua ricerca dei beni del cielo. Per Cristo nostro Signore.
Viene...
“Inizio del vangelo…”.
Tempo di Avvento, tempo di inizi.
Il cristiano è un uomo o una donna che vive “di inizio in
inizio”, con lo stupore di chi scorge ogni giorno la novità del
Signore che irrompe nella sua storia.
Siamo al principio del vangelo secondo Marco che
ascolteremo con una lettura continua lungo le domeniche di questo
anno liturgico.
“Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio”. Con questo
“titolo”, che apre come un grido il suo vangelo, Marco fonda e
concentra tutta la sua narrazione successiva. Come un seme che
contenga lo sviluppo dell’albero futuro, questo “inizio” rivela il
percorso che Marco vuole proporre ai suoi lettori. Il “Vangelo” non
è semplicemente una “buona notizia” da proclamare, ma è una
persona: “Gesù Cristo, Figlio di Dio”.
Scoprire la sua identità significa lasciarsi guidare sulle vie che Dio ha preparato per l’uomo.
Il vangelo di Marco introdurrà il discepolo su queste vie, alla scoperta di chi sia Gesù in due
tappe: la prima culminerà nella confessione di Pietro: “Tu sei il Cristo” (Mc 8,29) mostrando la prima
parte del titolo: “…vangelo di Gesù, Cristo”; e la seconda svelerà in che modo il Cristo è “Figlio di Dio”
(la seconda parte del titolo) con la confessione del centurione sotto la croce: “Davvero quest’uomo era
Figlio di Dio” (Mc 15,39).
Secondo numerosi esegeti questo vangelo veniva proclamato interamente nella notte pasquale,
lungo la “veglia” di preghiera che precedeva il battesimo dei catecumeni. Si tratta quindi di una Parola
che “illumina” il tempo della veglia e presenta ai discepoli che si accosteranno al battesimo chi sia
Colui che stanno iniziando a seguire e dove conduca la sequela di Lui.
Ora in questo tempo di “veglia” che è l’Avvento, non ci stupisca che la liturgia ci inviti ancora
una volta a “vegliare” in ascolto di una parola che ci indica Colui che abbiamo iniziato a seguire.
Abbiamo infatti “iniziato” a seguire Lui.
Ma non abbiamo mai finito di “ri-cominciare” a seguirLo.
“Iniziare” chiede la fede di lasciarsi condurre su vie mai percorse.
“Ri-cominciare” chiede una fede “più forte” che si converte dalla propria via e si volge a quella
che Dio apre ancora una volta per venire a noi (cfr. “le vostre vie non sono le mie vie…” Is 55,8).
E questa Via è sempre “Gesù Cristo, Figlio di Dio” (Mc 1,1).
E allora la Parola oggi si fa nuovamente nostro “messaggero”, nostro “precursore Giovanni
Battista” che apre questa Via del Signore (“…egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”).
Gesù è il “Vangelo” di Dio che inizia, quella “lieta notizia” che il profeta Isaia nella prima lettura
aveva portato a “Gerusalemme”.
E poiché il termine “inizio” (arkè) ricorre in Marco quattro volte (1,1; 10,6; 13,8.19) e sempre in
riferimento al “principio” della creazione (“in principio Dio creò…” Gn 1,1), possiamo ritenere che Marco
in questo modo voglia affermare che “il Vangelo che è Gesù Cristo” sia il nuovo inizio che Dio pone nella
storia, così come tutto aveva avuto vita da quel “in principio”.
Gesù Cristo è il “vangelo” che Dio vuole iniziare a compiere ancora una volta nella nostra vita
cristiana.
Colpisce che Marco in questo prologo del suo vangelo accosti l’inizio di tutto con la comparsa
di Giovanni Battista. Marco si attarda a presentarci il “presentatore” di Gesù Cristo, Figlio di Dio.
Giovanni irrompe come il protagonista della prima scena del vangelo di Marco e viene descritto come il
compimento di una parola del profeta Isaia (ma si tratta veramente di una combinazione di citazioni
dell’AT!) e come battezzatore e annunciatore di un “battesimo di conversione”. Si tratta di gesti e parole
(come erano soliti fare i profeti) che rimandano all’agire di Dio in favore del suo popolo.
Il “vangelo di Gesù” inizia con l’arrivo di una parola che lo annuncia.
Dalla descrizione che Marco ci fa del precursore notiamo che si tratta di un uomo del deserto,
rude, essenziale sia nel modo di vestirsi che di cibarsi, sia nelle parole che nei gesti. Un messaggero che
non attira l’attenzione su di sé, ma che indica con forza un Altro.
Forse il Signore ha collocato nelle nostre vite molte presenze “rudi ed essenziali” come il
Battista, parole che annunciano la venuta di Lui, il Signore e, in un certo senso, segnano l’irrompere del
vangelo nella nostra vita. A loro dobbiamo molto. Ascoltare la loro parola è essenziale per accogliere il
Signore che viene.
Notiamo a questo punto che, mentre gli altri evangelisti si attardano a descrivere il forte invito a
conversione del Battista, indicando gli atteggiamenti che l’uomo deve assumere per “preparare la via del
Signore” (cfr. Mt 3,1-12; Lc 3,7-18), qui il Giovanni Battista descritto da Marco dice un’unica parola:
"Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho
battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo". E si tratta dell’unica parola che dirà in tutto il
vangelo di Marco. Infatti si tornerà a parlare di Giovanni Battista quando se ne narrerà il martirio, ma
come in un flash-back e senza riferirne alcuna parola (cfr. Mc 6,17-29).
In quest’unica parola, quindi, Marco condensa tutta la persona del Battista.
Di qui cogliamo che Giovanni Battista è prima di tutto l’annunciatore della venuta di un Altro.
Di sé dice soltanto ciò che mette in evidenza la grandezza dell’Altro (“io non sono degno di chinarmi
per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo”).
Colui che Giovanni presenta viene “dopo di lui”, cioè è suo discepolo (“venire dopo” è espressione
tecnica della sequela: “venire dietro” cfr. Mc 8,34). Ma è un discepolo che è tanto superiore a lui quanto lo
è il signore di una casa rispetto allo schiavo (il gesto dello sciogliere i sandali era uno dei compiti dello
schiavo), che possiede un battesimo tanto superiore al suo quanto lo Spirito è superiore all’acqua.
Tutto il suo annuncio si concentra in: “Viene… colui che è più forte”.
“Viene”: questo verbo “venire” al presente indica che le cose si stanno realizzando proprio in
questo momento e crea una corrispondenza incisiva con la prima parola del brano: “inizio del vangelo”.
Ci troviamo su un crinale che separa un prima e un dopo. Giovanni annuncia con forza che c’è
Qualcuno che “viene” e “dopo” di Lui tutto “inizia”.
Marco ci presenterà Gesù come “il più forte” (cfr. Mc 3,22-29). Questa qualità di Gesù sembra
suggerire che il vangelo (che è Gesù) è l’annuncio di una vittoria nella quale “il più forte” trionferà in un
campo di forze contrarie. Tutta la narrazione di Marco si annuncia come una battaglia nella quale uno
più forte entra in scena per misurarsi in una lotta.
Non si tratta semplicemente della “forza”, “potenza” in parole e opere, ma soprattutto di quella
“forza” che emerge nella sua pasqua, nel suo “battesimo” personalissimo nel quale sarà perdonato il
peccato dell’uomo, sarà sciolto il laccio che teneva l’uomo prigioniero del male. Gesù è l’uomo forte
vincitore sul male e sulla morte, la cui forza si manifesta nell’amore capace di donarsi fino alla fine.
Ed è una “forza” che si manifesta in modo molto diverso da come ci aspetteremmo, o da come
ce la presenta il profeta Isaia nella prima lettura (“il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il
dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede”). E’ una forza paradossale che si dispiega
nella forma della sua consegna, della sua debolezza così come vedremo nella sua passione e morte. Qui
si rivela la forza di Dio che opera nella vita del Figlio come amore.
Fin d’ora, da questi primi passi nell’Avvento risuona questo annuncio che ci proietta già alla
pasqua di Gesù, ma che ci mostra l’identità di Colui che viene.
Sapremo ascoltare la Voce di Giovanni Battista e volgerci al “più forte” che viene e che lui indica?
Fonte:http://www.clarissesantagata.it/
Commenti
Posta un commento